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Il metodo Montessori ha anticipato le scoperte della neuroscienza nei bambini

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valeria bellagamba

Sapevamo già che il metodo Montessori, sviluppato dalla famosa pedagogista e donna medico italiana Maria Montessori, oltre ad aver rivoluzionato l’educazione dei bambini ha introdotto tecniche e metodologie di insegnamento che si sono rivelate estremamente efficaci e che sono tutt’ora valide. Non sapevamo, però, che il metodo sviluppato da Maria Montessori avesse addirittura anticipato quello della neuroscienza. Ce lo dice uno studio.

Metodo Montessori e neuroscienza

Pubblicato nei Quaderni dell’Associazione Culturale Pediatri, a cura di Anna Brigandì, pedagogista specializzata nel metodo Montessori e presidente nazionale APP (Associazione Professioni Pedagogiche), lo studio ha evidenziato come il metodo Montessori abbia anticipato le attuali ricerche neuroscientifiche e i loro risultati. Il metodo, ha evidenziato la neuroscienza, ha rilevanti potenzialità, non solo in ambito didattico ma anche sul piano educativo e sociale.

Secondo le neuroscienze il bambino può affinare concentrazione, memoria e controllo esecutivo attraverso il movimento. Un concetto che era stato già intuito da Maria Montessori e sviluppato nel suo metodo di insegnamento in cui si dà molta libertà ai bambini.

Grazie ai suoi studi, alle sue intuizioni, Maria Montessori ha gettato le basi di un dialogo interdisciplinare tra la pedagogia e le altre scienze.

Rimane valido l’assunto di base del metodo Montessori, secondo cui la motivazione e la promozione dei talenti personali del bambino sono aspetti fondamentali oltre che per la sua crescita ed educazione, anche per evitare la dispersione scolastica. La scuola deve rispondere al prioritario bisogno di crescita e di formazione delle nuove generazioni, educando verso l’interesse, spingendo il bambino a fare le sue scoperte da solo, valorizzando la sua iniziativa personale. La pedagogista Brigandì aggiunge che oggi le scuole sono un po’ sclerotizzate e troppo fisse nei loro schemi. Invece si dovrebbe educare la persona, dunque il bambino, nella sua interezza.

Grazie alle neuroscienze, invece, si comprende l’importanza e l’efficacia del metodo Montessori, soprattutto per i bambini più piccoli. L’approccio della pedagogista italiana, celebre in tutto il mondo, facilita la costruzione di connessioni neuronali. Le neuroscienze ci dicono che l’acquisizione delle conoscenze avviene attraverso la relazione mente-corpo. Il movimento è alla base della costruzione della psiche e il bambino forma la propria intelligenza e personalità grazie alle energie sensitive che lo guidano.
Per l’apprendimento sono cruciali i primi tre anni di vita del bambino, quelli in cui conoscenze ed esperienze del mondo si consolidano. Il bambino impara guidato da un adulto, ma allo stesso tempo lasciato libero: di esprimersi, fare scoperte e sviluppare la propria creatività. Il movimento, le emozioni e i pensieri lo aiutano in questo percorso.
Tutto il metodo Montessori si basa sulla profonda connessione tra corpo e mente, coinvolgendo le emozioni e i pensieri, che si sviluppano ed esprimono grazie al movimento. Il pensiero astratto, dunque, si fonda nel corpo e nei sensi. Conclusioni alle quali arriverà molti anni dopo la neuroscienza, ma che il genio di Maria Montessori aveva anticipato.
Ovviamente l’educazione al movimento deve andare oltre la semplice educazione motoria e inserirsi in dinamiche sensoriali, relazionali e affettive, che contribuiscano a sviluppare la naturale attitudine del bambino, che deve diventare una “personalità che agisce“, mossa dall'”organizzazione della vita interiore“.
La scuola, pertanto, deve essere organizzata in questo senso e valorizzare nei bambini percezione, movimento e attenzione. Perché come afferma Maria Montessori: Si afferra con la mano per afferrare con la mente!”. La Montessori ha anticipato le scoperte delle neuroscienze sulla connessione cervello-corpo-emozioni e sullo sviluppo umano.
Il movimento costruisce l’intelligenza del bambino e questo avviene soprattutto nella fascia di età da zero a tre anni, periodo in cui la mente del bambino è fertile o come l’ha definita la pedagogista è “mente assorbente“. Questa fase è la base per lo sviluppo cognitivo e della personalità del bambino. Ecco perché l’educazione precoce, mirata e soprattutto rispettosa delle inclinazioni naturali dei bambini sono fondamentali.
Occorre allestire un ambiente educativo accogliente e allo stesso tempo protetto, in cui i bambini possano esprimersi liberamente e sviluppare la loro personalità. L’ambiente educativo deve essere organizzato in modo da permettere al bambino di “fare” e di “pensare”, programmando un intervento pedagogico “a misura” dell’interesse e della libera scelta del bambino.

Per approfondire: Maria Montessori antesignana di un dialogo tra educazione e neuroscienze.

Che ne pensate unimamme? Condividete questo tipo di approccio educativo?

Vi ricordiamo il nostro articolo: “Il Metodo Montessori funziona davvero?”: l’esperienza di chi l’ha frequentata

valeria bellagamba

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