Sono sempre di più quelli che non sopportano i bambini ai ristoranti. In molti vorrebbero i locali “child free”, ovvero in cui i più piccoli non sono ammessi; altri gridano allo scandalo, anche se il problema non sono ovviamente i bambini, ma il modo in cui vengono educati. Bisogna insegnare loro che in certi luoghi non bisogna schiamazzare, dare fastidio, bisogna parlare con un tono di voce adeguato e che non si è a casa propria.
Sicuramente molti genitori non sono disposti a sentirsi fare la morale e quando magari viene richiesto loro di calmare dei bambini particolarmente turbolenti, invece di scusarsi se la prendono sul personale.
E’ quello che è successo a Treviso, in un locale in cui si cucinano tipici piatti sardi. E’ sabato sera e una compagnia di 9 amici con figli al seguito probabilmente ha causato un po’ troppo rumore, tant’è che altri clienti si sono lamentati: Gianluca Marcis, figlio della coppia titolare del ristorante, è andato allora dalla comitiva e ha chiesto di tenere i bimbi di 2 e 3 anni un pochino più calmi.
“Non è mai facile fare osservazioni di questo genere – come riporta a Repubblica.it sua sorella Laura – perché ovviamente i genitori si risentono, ma, se si lascia correre, sono i clienti che hanno protestato a sentirsi ignorati quindi offesi”.
L’osservazione del cameriere non sarebbe stata gradita, cosicché sono cominciati urla e spintoni e la situazione è così degenerata da dover richiedere delle cure al pronto soccorso per graffi “al volto e al collo”, con prognosi per Gianluca di 5 giorni.
La cosa poi non sarebbe finita lì: i clienti avrebbero infatti riempito di recensioni negative il ristorante nei vari siti dedicati e anche su Facebook, dicendo che non si tratta di un ristorante accogliente per i bambini. “In 20 anni di attività non era mai capitata una cosa del genere” ha detto Michele, il titolare.
L’altra parte coinvolta è stata interpellata: si chiama Aliona Culeva ed è a sua volta titolare di un bar. Ovviamente completamente opposta la sua versione: “Sono abituata a gestire clienti e trattare con tante persone, non sono una pazza che aggredisce le persone, anzi, ho cercato di stare calma anche quando il cameriere mi ha fatto la morale sull’educazione dei figli, dicendomi che se non ero in grado di controllarli potevo restare a casa“.
Aliona ci tiene a dire che anche lei e suo marito sono andati al pronto soccorso e che non è vero che si sarebbero rifiutati di pagare il conto. “Siamo stati noi a chiamare i carabinieri, perché dopo averci trattati in quel modo, con le bambine costrette a vedere i genitori provocati nella rissa, non volevano nemmeno farci recuperare i giacconi delle bimbe che erano rimasti al’interno. Abbiamo pagato il conto. Adesso anche noi presenteremo una denuncia”.
E voi unimamme come la pensate?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di un locale dove i bambini non sono ammessi e che fa sempre il tutto esaurito.
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