Unimamme, oggi vi raccontiamo la storia di un bambino che molti chiamano un piccolo eroe.
Luca Peruzzi Squarcia è un ragazzino di 10 anni che frequenta la 5° elementare a Marina di Grosseto ed è stato protagonista di un’incredibile storia.
Quest’estate Luca è uscito a pesca con un amico di famiglia: Roby. Il ragazzino è avvezzo al mare dal momento che la famiglia lo ha messo su una barca quando aveva solo 15 giorni.
A Luca piace molto uscire in barca e per questo gli amici lo chiamano “piccolo ammiraglio”.
Quel giorno lui e Roby sono andati alle Formiche per pescare tonni che, prontamente, hanno abboccato. La pesca al tonno però non è un’impresa semplice e il bambino e l’amico si sono avvicendati alla sedia da combattimento.
Ad un certo punto Luca ha visto Roberto cadere in acqua. L’uomo era inciampato e così il bambino si è ritrovato ad essere il capitano della nave che, fortunatamente, funzionava con il pilota automatico.
Roberto però, nella caduta si era ferito a un braccio e faticava a raggiungere l’imbarcazione.
Così Luca ha provato a tirargli un paio di parabordi, senza successo. Poi ha deciso di usare il tender, che però non ha né remi né motori.
Il bambino ha quindi tagliato le cime su cui era fissato e poi ha cercato di attaccarlo al gommoncino, Luca nel frattempo era sempre più stanco.
Ormai erano trascorse due ore e il sole era sempre più forte. La situazione invece era sempre più drammatica.
“Continuavo a chiamarlo forte e a dirgli che sarei andato a prenderlo, in un modo o nell’altro, ma lui non rispondeva e io mi sentivo sempre più solo ” ricorda il bimbo su Il Tirreno.
Luca prova a rimettere in moto la barca ma un meccanismo di protezione glielo impedisce.
A quel punto il bimbo ha iniziato a piangere “Avevo paura per Roby. Io ero al sicuro sulla barca. Prima o poi qualcuno sarebbe venuto a prendermi. Ma avevo paura per Roby”.
In quel momento di disperazione Luca ha visto il cellulare dell’amico e ha ricordato la sequenza tracciata sullo schermo.
“Ho chiamato il figlio di Roby che ha una barca, e poi mio padre. Babbo conosceva un signore che quel giorno era a Cala di Forno e lo ha chiamato per soccorrerci”.
Con l’arrivo dei soccorsi è giunto anche il sollievo di poter vedere l’amico finalmente in salvo.
“Mi sono incollato a lui, non potevo crederci: era vivo“.
Per il suo gesto il comune di Marina di Grosseto ha deciso di conferirgli la civica benemerenza in occasione della Festa della Toscana.
“Mi dicono tutti che sono stato un eroe, ma io mi sento solo un bambino che ha salvato un amico”.
Unimamme, vi è piaciuta questa storia a lieto fine? In questo caso la tecnologia ha aiutato a salvare una persona, cosa ne pensate?
Noi vi lasciamo con la storia di un bimbo di 6 anni che è già un eroe.
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