Uno studio importante dà nuove informazioni sulle infezioni in gravidanza e sulle conseguenze che possono avere sul nascituro. Lo studio è stato realizzato dall’Istituto di neuroscienze del Cnr e dall’ospedale Humanitas di Milano, ed è stato pubblicato sulla rivista Biological Psychiatry.
Le infezioni che colpiscono le donne nelle prime fasi di gestazione attivano il loro sistema immunitario che può influire sullo sviluppo cerebrale del nascituro. Nel caso specifico il bambino diventa più suscettibile all’epilessia.
Lo studio delI’istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche (In-Cnr) e l’ospedale Humanitas di Milano ha fatto nuove scoperte sui meccanismi molecolari responsabili dei difetti dello sviluppo del cervello del nascituro, a seguito dell’attivazione del sistema immunitario materno.
Michela Matteoli, direttore del In-Cnr e Responsabile del Neuro Center di Humanitas, ha spiegato che “è nota ormai da tempo l’associazione tra le infezioni materne durante la gravidanza e difetti del neurosviluppo del nascituro, ma i meccanismi molecolari che sono alla base di questo processo non sono ancora chiari. Nel nostro studio effettuato su modelli murini, utilizzando un agente (PolyI:C) che mima un’infezione virale, abbiamo dimostrato che una singola attivazione del sistema immunitario materno, nelle prime fasi della gravidanza, rende la prole più suscettibile all’insorgenza di crisi epilettiche“.
La novità dello studio sta nell’aver dimostrato che l’effetto di favorire l’epilessia nel nascituro a seguito dell’attivazione del sistema immunitario della madre è “mediato da uno sbilanciamento dell’espressione di due proteine, Nkcc1 e Kcc2”.
I ricercatori hanno scoperto che uno squilibrio nell’espressione di queste due proteine impedisce al neurotrasmettitore Gaba di acquisire la sua normale azione inibitoria. Senza l’inibizione del Gaba, l’eccessiva eccitazione neuronale causa anomalie nel sistema nervoso, come si verifica nell’epilessia e in altri problemi dei neurosviluppo.
Davide Pozzi, ricercatore di Humanitas University e coautore dello studio, ha affermato che il lavoro dimostra che “uno squilibrio dell’espressione delle due proteine può essere provocato dall’aumento di citochine infiammatorie che avviene nel cervello fetale in seguito all’infezione materna“.
Lo studio ha sperimentato anche una possibile terapia.: “Il pre-trattamento della madre con magnesio solfato, che blocca l’aumento delle citochine infiammatorie nel cervello fetale, in seguito all’attivazione del sistema immunitario materno, previene gli effetti deleteri dell’infezione”, ha spiegato Michela Matteoli, aggiungendo che i dati della sperimentazione “sono molto incoraggianti“, anche se serviranno studi su donne in gravidanza per confermare l’utilità della terapia.
Di questo studio ha parlato il sito Le Scienze.
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