Il Natale è una festa davvero magica, ma spesso ci dimentichiamo che è una festa professata solo da chi è di religione cattolica, mentre altre credenze, come quella musulmana o ebraica, non lo contemplano. Queste differenze sono ancore più evidenti a scuola, dove tra i banchi ci sono alunni provenienti da situazioni diverse. Per questo l’istituto comprensivo Italo Calvino, in zona Precotto, a Milano ha organizzato una grande festa per permettere di coinvolgere tutte le famiglie che durante l’anno magari non sono molto partecipi della vita scolastica dei ragazzi.
La presidente Dorotea Maria Russo e il corpo docenti hanno indetto: “La grande festa delle buone feste” perché – come dice a Repubblica – “Qualcuno dei nostri ragazzi quest’anno ha avuto delle difficoltà e abbiamo capito che dobbiamo stringerci intorno a loro per non perderli”.
La decisione di togliere ogni riferimento al Natale è stata presa all’unanimità da tutti perché non si vuole fare una festa religiosa, che potrebbe escludere chi invece è di un’altra fede: “Io avevo proposto ‘Festa di accoglienza dell’inverno’, perché dava l’immagine del focolare caldo domestico intorno a cui si raccoglie la famiglia”. Alcuni genitori hanno chiesto di mantenere il riferimento al Natale “Ma ho fatto notare che questa non vuole essere una festa religiosa, non vogliamo che le famiglie straniere non si sentano invitate perché professano un’altra fede” ha dichiarato.
Questa decisione non è stata accolta con lo stesso entusiasmo da tutti: non si tratta solo di qualche genitore, ma dell’intervento di due politici, ovvero il presidente del Municipio 2 di Milano, il leghista Samuele Piscina, e la forzista Laura Luppi, assessore alle Politiche educative della stessa zona. In un comunicato stampa su Facebook si legge il loro disappunto per la presunta “cancellazione” del Natale: “La parola Natale, simbolo della nostra fede e della nostra cultura, non discrimina nessuno. Colpire gli emblemi del Natale non garantisce il rispetto di nessuno, non produce una scuola e una società accoglienti e inclusive, ma fomenta l’intolleranza nei confronti della nostra cultura, dei nostri usi, delle nostre leggi e delle nostre tradizioni. Anzi le scuole dovrebbero essere le prime custodi di queste tradizioni che appartengono alla nostra storia e che hanno profondamente e inevitabilmente segnato la nostra cultura con tutto ciò che ne è conseguito in termini di rispetto e di libertà”.
Per Piscina e Luppi le tradizioni devono essere rispettate: “La scelta della scuola è un atto del tutto ingiustificato che non tiene conto della maggioranza dei bambini e per questo chiediamo venga subito cambiata reinserendo il riferimento natalizio”.
E voi unimamme cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di 5 modi incredibili in cui il Natale agisce sul nostro cervello.
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