Lo scorso 6 dicembre è stato presentato a Roma, presso l’Istituto della Enciclopedia Italiana, il 3° Rapporto supplementare alle Nazioni Unite sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia. Lo studio è stato presentato dal Gruppo CRC (acronimo di Convention on the Rights of the Child), il Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che rappresenta un network di associazioni italiane con l’obiettivo di garantire un sistema di monitoraggio indipendente sull’attuazione della CRC e delle Osservazioni Conclusive del Comitato ONU in Italia. Alla redazione del rapporto hanno contribuito 144 operatori delle 96 associazioni del network.
Il 3° Rapporto Supplementare del Gruppo CRC, spiega il gruppo sul proprio sito, “riflette la visuale delle associazioni e di quanti sono, a vario titolo, impegnati nel promuovere i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza e completa il terzo ciclo di monitoraggio avviato nel 2011 a seguito della pubblicazione delle precedenti Osservazioni del Comitato ONU all’Italia. Durante questo periodo il Gruppo CRC ha elaborato e pubblicato annualmente un Rapporto di aggiornamento al fine di monitorare i progressi e le criticità riscontrate in ordine all’attuazione dei diritti garantiti dalla CRC in Italia, grazie al coinvolgimento attivo nell’elaborazione del testo di tutte le associazioni del network”.
Il rapporto infanzia fotografa la situazione dell’attuazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti in Italia dal punto di vista delle 96 associazioni che fanno parte del Gruppo, ed è complementare rispetto al rapporto del governo italiano sullo stato di attuazione della Convenzione inviato lo scorso luglio al Comitato Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Nella premessa il rapporto supplementare spiega che “nonostante in questi anni siano stati fatti molti progressi, soprattutto dal punto di vista legislativo, per rendere concreti i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, la strada da percorrere è ancora lunga“.
Sono ancora molte le criticità non risolte, mentre le diseguaglianze si fanno sempre più acute, a cominciare dalla disparità a livello regionale.
L’obiettivo del rapporto è quello di contribuire, attraverso l’analisi e le raccomandazioni contenute alla fine di ogni paragrafo, allo sviluppo e all’adozione di politiche, prassi e riforme legislative in grado di migliorare la condizione di tutte le persone di età minore che vivono in Italia.
L’anno prossimo si terrà l’incontro con il Comitato Onu, che prenderà in esame la situazione italiana tenendo conto sia del rapporto del Gruppo CRC che di quello del governo. In vista dell’incontro, sostiene il gruppo CRC, è necessario rivedere le politiche per l’infanzia e l’adolescenza, con l’assunzione di un impegno reale da parte delle istituzioni competenti.
La suddivisione in capitoli del rapporto rispecchia i raggruppamenti tematici della Convenzione suggeriti dal Comitato Onu nelle Linee guida per la redazione dei rapporti periodici.
Le preoccupazione del Gruppo CRC riguardano la non compiuta applicazione dei “Livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali” (LEP), previsti dall’articolo 117, lettera m della Costituzione italiana. Viene rilevata la mancanza di una visione strategica e di una regia a livello nazionale per coordinare le politiche a tutela di bambini e adolescenti.
Alla Conferenza Stato Regioni si chiede, poi, un intervento coordinato e pianificato nell’applicazione delle politiche riguardanti i diritti dell’infanzia e adolescenza.
Alle autorità di governo, poi, viene chiesto maggiore impegno sulla spesa socio-assistenziale destinata a famiglie minori e anche sulla spesa destinata all’istruzione.
Inoltre, il Gruppo CRC chiede al Governo di garantire un’armonizzazione delle risorse per le famiglie con figli minorenni e per le persone di età minore, investendo in misure strutturali, e di programmare le politiche economiche e fiscali tenendo conto delle ricadute sulle persone di età minore.
Si chiede, poi, di mantenere il Fondo nazionale per l’infanzia e l’adolescenza.
Il rapporto infanzia rileva poi l’aspetto più drammatico della crisi economica di questi anni: l’aumento dei minori in condizioni di povertà assoluta in Italia, che nel 2016 sono arrivati a 1.292.000, quasi 250mila in più in soli 3 anni (dati Istat), il 12,% dei minori di 18 anni. Anche la povertà relativa è cresciuta nel 2016, colpendo 2.297.000 bambini e ragazzi, il 22,3% dei minori di 18 anni. A fronte di questa situazione, il Gruppo CRC chiede alle autorità di governo di approvare al più presto il previsto “Piano nazionale per la lotta alla povertà e all’esclusione sociale”, con particolare riguardo alla povertà minorile, e di attivare al più presto tutte le misure previste dal Programma Operativo del Fondo di aiuti europei agli indigenti (FEAD), soprattutto quelle a vantaggio dei minori in condizioni di povertà.
Inoltre viene chiesto all’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza di prevedere la partecipazione di bambini e ragazzi al monitoraggio del IV Piano e alla stesura dei Piani successivi.
Alle regioni ancora inadempienti, Abruzzo e Valle d’Aosta, viene poi chiesto di istituire la figura del garante dell’infanzia.
Problemi sussistono anche nel campo delle adozioni. Sull’adozione nazionale il GRuppo CRC sottolinea il ritardo con cui in Italia vengono segnalate le persone di età minore in presunto stato di adottabilità alle Autorità Giudiziarie; la lunghezza dei procedimenti per l’accertamento della situazione di abbandono; la mancanza di tempi certi e ragionevoli e di procedure definite circa l’iter della domanda di adozione nazionale. L’altra criticità osservata è la mancata piena operatività del Banca Dati nazionale dei minori adottabili e delle coppie disponibili ad adottare, prevista dalle legge
Per maggiore informazioni potete consultare il testo integrale del rapporto infanzia del Gruppo CRC.
Che ne pensate unimamme?
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