Unimamme, oggi vi parliamo dell’incredibile lotta di un bambino per sopravvivere.
Ollie Dennan è un piccino nato con 10 settimane di anticipo e che, alla nascita, ha avuto seri problemi di salute.
Sua mamma Sarah ricorda che la gravidanza è stata da manuale, tutte le ecografie mostravano che il piccolo si sviluppava normalmente, poi giunto alla 30° settimana le si sono rotte le acque.
“Mio marito mi ha chiesto: “cosa stai facendo? Pipì? Io ho risposto di no, ma quando mi sono alzata c’era acqua dappertutto”.
In ospedale si è scoperto che il battito cardiaco del bimbo era raddoppiato e che lui non riceveva ossigeno.
La donna è stata subito condotta in sala operatoria per un cesareo ma durante l’operazione i medici hanno notato che si era rotta la placenta e questo probabilmente aveva causato il parto prematuro.
Purtroppo, appena nato e per le prime 4 ore Ollie non è riuscito a muoversi e a respirare da solo. Dopo averlo stabilizzato i medici lo hanno trasferito in un’altra struttura dove gli è stata diagnosticata la distrofia congenita mitocondriale.
Per 3 settimane i genitori non hanno potuto prenderlo in braccio perché il piccolo era troppo fragile e doveva rimane in incubatrice.
Quando finalmente Ollie pesava quasi 2 kg. i genitori hanno potuto coccolarlo.
“Non realizzi quanto amore hai per questo piccolo, non credevo di poter amare qualcuno così tanto. Non volevo lasciarlo”.
Il padre di Ollie, Lewis, ricorda così quei momenti: “ricordo di essermi sentito stordito e di non aver saputo cosa dire.”
“Era così piccolo. Mi ricordo che non osavo respirare forte perché avevo paura di ferirlo. “
Per la sua mamma e il suo papà non è stato facile accettare la diagnosi.
“Quando l’ho scoperto sono dovuta uscire dalla stanza e ho pianto. Non potevo più sentirlo. Ero distrutta” ha ammesso la donna sul Daily Mail.
Ollie è dovuto restare in ospedale per 4 mesi finché è stato forte abbastanza per andare a casa. Il suo primo Natale è trascorso in ospedale, inoltre proprio il 25 dicembre ha inavvertitamente dislocato il tubo che gli forniva ossigeno causando il precipitare del ritmo cardiaco.
I genitori hanno potuto essere sempre presenti grazie alla casa fornita dalla Fondazione McDonald.
“Era bello sapere che se fosse accaduto qualcosa avrei potuto esserci. Era bello sapere che lui dormiva sotto di me.”
Ora Ollie sta meglio, è tornato a casa con la famiglia e si accinge a festeggiare il suo primo Natale fuori dall’ospedale.
Per respirare usa una maschera e il tubo di notte.
A causa della sua malattia non può stare seduto correttamente ma riesce a muovere le braccia.
Secondo i medici non sarà mai in grado di sorridere a causa dei muscoli, ma riesce a fare qualche smorfia.
“L’anno scorso l’ospedale ha fatto il possibile per rendere bello il Natale, è giunta anche una banda, c’erano anche decorazioni in corsia, le calze sulle incubatrici”.
“Noi speriamo che condividendo la nostra storia possiamo creare maggior consapevolezza sulla condizione di Ollie, molte persone non ne hanno mai sentito parlare, molto del sostegno pesa su una sola associazione di carità”.
La mamma di Ollie aggiunge: “sono così eccitata all’idea di addobbare l’albero di Natale, l’anno scorso lui non ne ha avuto uno. Lo porteremo a vedere Babbo Natale e tutte le renne. Lui è un bambino straordinario, così calmo, non piange quasi mai, sopporta tutto”.
Unimamme, cosa ne pensate di questa commovente storia?
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