Unimamme, oggi vi raccontiamo l’incredibile storia di un bambino molto speciale.
Valeka Riegel, mamma del piccolo Zackary, era al quinto mese di gravidanza quando gli ultrasuoni hanno evidenziato una probabile cisti sul volto del bimbo che aveva in grembo.
Analisi più approfondite hanno svelato che la diagnosi era più grave: si trattava di encefalocele.
La testa del piccolo non si era chiusa in modo appropriato consentendo ad alcune parti del cervello di sfuggire nello spazio tra gli occhi e formarsi come un sacco che ricopriva il volto del bimbo.
Solo 1 bambino su 12.200 negli Usa nasce con difetti alla nascita.
“Io sono rimasta seduta piangendo. Ho detto: “io sono qui solo per una cisti facciale, sto pensando a una pustola” ricorda la mamma di Zackary.
La mamma di Zack ha pianto per mesi, si è arrabbiata con Dio. “Perché portarlo nella mia vita a 45 anni? Solo per diventare una probabilità statistica di sopravvivenza? Ero confusa, in quanto infermiera dovevo credere nella scienza, ma come mamma ho scelto di arrendermi al mio fato”.
Il caso di Zack era così raro che gli è stato assegnato un team di 22 dottori, loro non erano sicuri che il bimbo sarebbe nato vivo, ma il figlio di Valeka ha stupito tutti venendo alla luce con un cesareo nel dicembre del 2016.
Mamma e figlio però sono stati subito separati perché Valeka aveva una grave emorragia mentre Zackary doveva ricevere le cure necessarie.
Zackary stava bene, ma l’enorme sacco sul volto gli comprimeva le cavità nasali.
Una piccola imbracatura gli teneva sollevato il sacco dal naso e dalla bocca in attesa dell’operazione che avrebbe potuto risolvere il suo problema.
Quando Zack è nato sua mamma ha potuto vedere solo una piccola parte del suo volto: “solo una grande sporgenza e piccole labbra, non gli occhi, il naso e le sopracciglia”.
La sua mamma ha potuto tenerlo in braccia per poco tempo solo 3 giorni dopo il parto “ero troppo debole per rimanere, ma ogni cellula del mio corpo soffriva per il fatto di lasciarti indietro. Il mio cuore era spezzato, la mia anima a pezzi ma sapevo di dover essere forte per te, anche se eravamo separati.”.
Il piccolo ha dovuto trascorrere 135 giorni di ricovero con la mamma che gli stava sempre accanto a parte i turni di lavoro. “Mentre guidavo parlavo con Zackary e con Dio nella mia mente. Cantavo “There will be done”. Quei lunghi viaggi mi offrivano sollievo e il tempo di digerire ciò che dovevamo sopportare”.
Nell’aprile del 2017 Zackary è stato grande abbastanza per poter affrontare un intervento chirurgico impegnativo che richiedeva:
Il dottor Charles Stevenson ha specificato che Zack aveva sia un difetto al cervello, sia alle ossa. “Abbiamo dovuto ricostruirlo come sarebbe dovuto essere”.
“La rarità della sua condizione ha reso molto interessante questo lavoro” ha aggiunto il chirurgo plastico Brian Pan.
I medici hanno testato il tessuto extra sul volto del bimbo per sapere se fosse canceroso, ma era benigno.
Finalmente Valeka ha potuto vedere il volto del bimbo “nemmeno in un milione di anni avrei pensato di dover aspettare un anno, ho pianto perché non sapevo che avesso un volto così bello con lunghe ciglia e occhi marroni. Erano perfetti su entrambi i lati”.
“Mi sono innamorata di questo piccino con questa grande palla sul suo volto, lui ci giocava sempre.. i primi due giorni continuava a schiacciarla, come a dire “aspettate un secondo, non ci vedo, non la sento…”ha dichiarato su Today.
La mamma di Zack ha aggiunto che quando il figlio è stato finalmente estubato le infermiere che si erano affezionate a lui hanno chiesto: “quando riavremo indietro il nostro bimbo?”.
“Sei stato molto amato” ha commentato la mamma in una lettera diretta al figlio pubblicata sul Cincinnati Children Blog.
Ora le cicatrici sono guarite e Zackary sta bene, tutto considerato, il bambino è indietro di 3 mesi nello sviluppo ma secondo i medici non necessiterà di ulteriori interventi neurologici.
“Non so cosa ci aspetta in futuro, ma so che ci godremo ogni momento che ci è concesso di stare insieme. Non ti permetterà mai di dire: “non so”. Potremo affrontare tutto se accetteremo la vita per come è, perfettamente imperfetta. Ci ameremo l’un l’altra come è destino che sia, incondizionatamente”.
Unimamme, vi è piaciuta questa storia a lieto fine?
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