Unimamme, oggi dobbiamo parlarvi di un brutto caso di bullismo avvenuto in una scuola della provincia lombarda.
Uno studente di 12 anni è stato spinto a terra e picchiato selvaggiamente, con calci e pugni, da un compagno di classe di 3 anni più grande mentre si trovava in aula ed era presente un docente che però ha dichiarato di non essersi accorto di nulla.
La scuola, in generale, sembra aver minimizzato l’accaduto.
La mamma della vittima del pestaggio è stata chiamata in ritardo e non sono stati presi seri provvedimenti nei confronti del bullo, a parte una sospensione di 3 giorni a ridosso delle feste.
I fatti risalgono al 18 dicembre scorso.
Vedendo che la scuola tarda a reagire il padre del ragazzino ferito ha deciso di confidarsi con il Corriere, rilasciando alcune dichiarazioni.
L’uomo ha raccontato che pochi giorni prima dell’aggressione subita dal figlio tutti i genitori della classe erano stati chiamati dal docenti affinché esortassero i figli a una buona condotta a scuola.
A quanto pare a scatenare l’atto di bullismo sarebbe stato un altro episodio successo in classe. Il responsabile dell’aggressione sarebbe stato visto dal ragazzino vittima del pestaggio mentre si preparava una canna in classe.
Lo studente avrebbe quindi segnalato l’accaduto al professore.
Il bullo però, venuto a sapere chi aveva fatto il suo nome, avrebbe deciso di vendicarsi.
Prima dell’aggressione il ragazzino era stato anche rincorso fino a casa dal bullo.
“quello gliela aveva giurata… Al ritorno a scuola dopo le vacanze, ha mandato un suo amico da mio figlio per dire che deve portargli il massimo rispetto… Ma dove siamo?” ha raccontato il papà.
Il ragazzino ora si è chiuso nel mutismo più assoluto e non vuole parlare di quanto successo, ma a sconcertare suo padre è il comportamento della scuola.
Il figlio infatti continua a rimanere nella stessa aula del bullo, mentre verso il ragazzo responsabile del pestaggio non è stato fatto quasi nulla.
“L’hanno sospeso per tre giorni in concomitanza con le vacanze di Natale e forse solo perché avevamo presentato denuncia… Chi mi garantisce che le violenze siano davvero terminate? Chi? Forse il preside che mi sembra non voglia avere noie?“.
Il papà del dodicenne teme che la scuola non reagisca con vigore perché intimorita dalla famiglia del bullo.
“Personaggi che si “impongono” con la cattiveria, e l’hanno sempre vinta. Nessuno vuol mettersi contro. Tirare a campare facendosi i fatti propri… Ma possono dei professori subire e inchinarsi?” aggiunge il papà.
Secondo lui una scuola dovrebbe proteggere le vittime , non i piccoli boss.
“A costo di rischiare, affrontare di petto una questione o persone che possono spaventare. Altrimenti si viene meno al proprio mestiere e alle proprie responsabilità”.
Unimamme, e voi cosa ne pensate?
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