L’allattamento al seno è un tema molto importante di cui ci siamo occupati più volte. Studi scientifici hanno provato in modo incontrovertibile che si tratta di una pratica che fa bene sia al bambino che alla mamma. Il latte materno dà al neonato le sostanze nutritive fondamentali e gli anticorpi che lo proteggono dalle malattie, mentre il contatto con la madre ne rafforza il legame. Anche per la donna allattare al seno fa bene, sia al fisico che alla psiche. Si tratta di un momento di intimità unico, da vivere appieno.
Non tutte le donne, purtroppo, riescono ad allattare al seno i propri figli, perché la lattazione non è uguale per tutte. C’è chi ne ha tanto, chi ne ha poco, chi lo finisce subito. Quando la mamma non ha latta da dare al proprio bebè si ricorre al latte artificiale. Invenzione moderna che ha salvato tanti bambini.
Una pratica sempre più diffusa per ovviare a questo problema è la banca del latte. Ci sono donne, infatti, che producendo naturalmente tanto latte, sono in grado di donarlo ad altre. Così il neonato riceverà comunque latte umano, anche se da un’altra donna e con il biberon.
Si chiama “Hearts Milk Bank“, la Banca del Latte dei Cuori, ed è un progetto di raccolta del latte materno per la donazione, come una normale banca del latte, ma con fini più ambiziosi.
Il progetto di Hearts Milk Bank, infatti, non è solo quello di raccogliere il latte materno dalle donne che ne producono in eccesso, come nel caso incredibile di una donna che tirava 4 litri di latte al giorno (!), per darlo alle neomamme meno fortunate, bensì è anche quello di finanziare la ricerca su latte materno e allattamento al seno, perché, incredibilmente, è molto scarsa.
La dottoressa Natalie Shenker, fondatrice di Hearts Milk Bank, ha spiegato che, ad esempio, non si comprende ancora la fisiologia di quello accade nel corpo quando una donna produce pochissimo o tanto latte. Per questo motivo, per avere nuove ricerche, l’organizzazione si è strutturata come impresa sociale: società di interesse comunitario o con l’impegno di utilizzare i profitti per il bene pubblico.
La società ha sede nell’Hertfordshire, in Inghilterra, e al momento ha 60 donatori attivi. Il loro latte viene distribuito agli ospedali del servizio sanitario pubblico a Londra e nel Sud-est, con le stesse modalità delle donazioni di sangue per le trasfusioni. Hearts Milk Bank è una delle 16 banche del latte presenti nel Regno Unito.
Questa banca del latte è stata creata per far fronte alle sempre maggiori richieste di mamme e bebè che il servizio sanitario pubblico non riesce spesso a soddisfare, anche a causa dei pesanti tagli degli ultimi anni. Così la dottoressa Shenker ha avvicinato il cofondatore Gillian Weaver per avviare un servizio alternativo, a seguito dell’annuncio dell’imminente chiusura della banca del latte finanziata dal Servizio sanitario nazionale (NHS). Banca del latte presso il Queen Charlotte e Chelsea Hospital, diretta per 25 anni da Gillian Weaver.
Grazie anche alle donazioni in denaro ricevute, Hearts Milk Bank ha potuto garantire continuità alla fornitura di latte materno a mamme e soprattutto bambini bisognosi,soprattutto nelle grandi città come Londra, dove altrimenti avrebbero avuto solo un accesso intermittente al servizio.
Il latte materno è indispensabile ai neonati, soprattutto ai piccoli nati prematuri.
Hearts Milk Bank, comunque, non si è limitata alle donazioni di latte, come abbiamo già detto. Infatti lo scopo è quello di fornire latte materno, alle madri che non lo hanno, a scopo di ricerca, per imparare a conoscere le potenzialità del latte materno nel salvare le vite. Al momento, non ci sono evidenze sufficienti sui benefici del latte materno per avviare una ricerca finanziata con fondi pubblici. Per questo motivo Hearts Milk Bank ha lanciato una campagna di crowdfunding.
“Sembra assurdo che in un sistema sanitario moderno non venga finanziato un servizio che farebbe risparmiare soldi al Servizio sanitario nazionale e salverebbe la vita ai bambini”, ha commentato Natalie Shenker.
Invece esistono già prove consistenti che suggeriscono che il latte materno è fondamentale per i bambini nati prematuri. “L’alimentazione migliore per un bambino è il latte della madre, ma per un numero considerevole di casi può essere difficile per una madre produrre latte“, ha spiegato Shenker. “Se non è disponibile, i bambini vengono nutriti con il latte artificiale che può causare loro un grande rischio di infezioni e una complicazione chiamata enterocolite necrotizzante o NEC“. La enterocolite necrotizzante è una malattia grave che causa un’infiammazione dell’intestino fino alla sua morte (necrosi). Questa malattia colpisce il 10% dei neonati prematuri e può portare anche alla perforazione dell’intestino. Ha un tasso di mortalità nei bambini prematuri del 40-50%.
“Se il bambino viene alimentato con latte materno donati, sebbene il latte sia stato pastorizzato e congelato, contiene anticorpi che non sono presenti nel latte artificiale. Studi ripetuti hanno mostrato un ridotto tasso di NEC”, ha spiegato Natalie Shakner.
Nonostante la sua importanza, pochissime persone conoscono l’opportunità di ricorrere al latte materno donato: meno dell’1% della popolazione conosce le banche del latte, secondo Shenker e il suo team. Il latte materno, spiega la dottoressa, “non è un alimento“. Certo, aiuta la crescita del bambino attraverso le calorie, ma anche attraverso le molecole, la segnalazione genetica, che rappresenta una differenza fondamentale nel modo in cui un bambino cresce”.
Natalie Shenker e Gillian Weaver hanno raccolto 20.000 sterline con la loro campagna di crowdfunding per far partire l’ambizioso progetto di Hearts Bank Milk. Nel 2017 hanno ottenuto ulteriori finanziamenti per la creazione di un’app che rendesse automatico per le madri il processo di donazione del latte materno, migliorando i tempi di registrazione e donazione. La banca del latte ha adottato l’approccio di una start up per portare avanti i suoi obiettivi
La Hearts Milk Bank si inserisce in un nuovo modo di concepire l’allattamento al seno, con una nuova e più ampia consapevolezza. L’approccio a questo tema cruciale vuole essere rigorosamente scientifico, sottolineando le proprietà del latte materno, ma lasciando la scelta finale sull’allattamento, al seno o con il biberon, alla madre. In questo approccio rientra anche la campagna dell’Unicef “Change the Conversation”, ambiamo la conversazione, sull’allattamento al seno, che ha l’obiettivo di rimuovere le barriere all’allattamento al seno e creare un ambiente più favorevole alle madri.
Sempre nella stessa ottica, quella di promuovere in modo positivo l’allattamento al seno dei neonati è la campagna “Human milk, tailor-made for tiny humans”, lanciata con un video alla cantante Claire Tchaikowski, di cui abbiamo già parlato.
La storia di Hearts Milk Bank è stata raccontata dal quotidiano britannico The Independent.
Che ne pensate unimamme di questo approccio all’allattamento al seno?
Hearts Milk Bank
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