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“Non mi importa se tutti lo odiano”: mamma pubblica foto del figlio neonato

Published by
Maria Sole Bosaia

Unimamme, oggi vi parliamo di lotus birth e di come può essere gestita una scelta simile.

Lotus Birth: il caso di Ashton

Osservando la foto del figlio di Nick e Vanessa, la prima cosa che colpisce è il sacco per la placenta.

Questa mamma ha infatti fatto una scelta molto particolare per la nascita del suo secondo genito.

Innanzitutto ha deciso di stare lontana dagli ospedali, perseverando anche quando il figlio era in ritardo di settimane.

L’esperienza del primo parto in ospedale non l’aveva soddisfatta.

“Nei corsi preparto mi aveva detto “ascolta il tuo corpo” ma durante il travaglio non ho potuto farlo. Mi sono sentita confinata nel letto. Quando sono stata pronta per spingere ho informato l’infermiera ma lei ha insistito che non fossi ancora pronta. Mi sono sentita a disagio e trascurata. Ma ciò che mi ha insegnato l’ospedale è che non mi ha offerto niente che non potessi trovare in un altro contesto”. 

Per questo motivo Vanessa ha deciso per una lotus birth in casa.

Una lotus birth si verifica quando i genitori decidono di non tagliare subito il cordone ombelicale e il bimbo rimane attaccato in modo naturale finché la placenta non si stacca da sola alcuni giorni dopo.

Ho scoperto che alcune mamme hanno lasciato il cordone ombelicale attaccato per alcuni minuti o per ore dopo il parto per consentire alla pulsazione di fermarsi. Questo assicura che ci sia tempo affinché tutto il sangue della placenta si trasferisca al bambino.

Portando questa idea un passo avanti si ha la lotus birth. Questa idea mi sembrava ragionevole perché ero già propensa ad abbracciare un approccio molto naturale alla gravidanza e tagliare le interferenze mediche non necessarie”.

“Nella mia mente immagino che il bimbo trascorra 10 mesi nell’utero sapendo solo che la mamma gli sta dando la vita, che la placenta gli dà nutrimento e che il cordone ombelicale lo collega a entrambi. Dopo la nascita di solito il bimbo viene rimosso dall’utero e separato dal suo cordone ombelicale e dalla placenta. Una serie di eventi che immagino siano emotivamente traumatici per un bambino. Una graduale separazione dal cordone ombelicale e dalla placenta sembra essere più emotivamente gentile per un bimbo”.

Quindi il piccolo Ashton dopo il parto è rimasto attaccato al suo cordone ombelicale.

“Credo che mentre il suo cordone ombelicale si sta staccando naturalmente la placenta sta completando il suo lavoro fornendo elementi nutritivi e sangue al bambino, lui ha tempo per stabilire un nuovo legame e dipendenza con il papà” ha dichiara la mamma, si legge su The Stir.

Dopo 4 giorni dal parto, il cordone ombelicale di Ashton deve ancora staccarsi, i Fisher però assicurano che non richiede cure particolari.

“Tenere il cordone ombelicale e la placenta attaccati non è stato difficile, ha richiesto un po’ più di manutenzione ma ne è valsa la pena per il benessere di nostro figlio”.

“Al di là del lavaggio iniziale e dell’asciugatura non c’è molto altro da fare, il cordone è attaccato all’ombelico e quindi è richiesta la stessa cura, come se non ci fosse. Fasciare è più difficile mentre si asciuga perché il cordone diventa più duro. Di nuovo tutti questi fastidi sono triviali nel grande schema dell’esistenza”.

Le ostetriche hanno raccomandato di attendere 10 giorni prima di fare il bagnetto ad Ashton. “Per il resto ci occupiamo di lui come faremmo per qualsiasi altro neonato”.

Dopo la nascita i Fisher hanno lavato la placenta con un bagno alle erbe.

La mamma del piccolo ha condiviso una foto in cui si vede la placenta coperta da erbe astringenti incluso: millefoglie, amamelide, lavanda, rosmarino, sale marino.

“Le erbe mascherano ogni odore, ma assicuratevi che vi piaccia l’odore delle erbe scelte perché a mio marito non piacevano” ha dichiarato la donna su Facebook.

“La placenta attaccata necessita maggior cura con il bambino. Mio figlio maggiore ha deciso che non avrebbe tenuto in braccio il fratello finché la placenta non fosse scomparsa”.

Non tutti i parenti sono entusiasti della loro scelta. Ma secondo Vanessa questo dipende dal fatto che la lotus birth non sia molto conosciuta.

“Non ho trovato nessuna obiezione abbastanza valida per riconsiderare la mia decisione. Fare qualcosa in modo non ortodosso è difficile da concettualizzare per molte persone. Che il cordone si stacchi o no lo farà naturalmente.

Un vecchio proverbio dice: “se non si rompe non aggiustatelo”, mi viene in mente quando penso a questa situazione. Non c’è nessun difetto nel modo in cui Dio ha disegnato le parti del processo di concepimento, del parto, dell’allattamento al seno, è stato tutto meravigliosamente orchestrato”.

Recenti studi, di cui vi abbiamo parlato anche noi, hanno dimostrato che rimandare il taglio del cordone ombelicale può portare dei benefici ai bambini.

Purtroppo ci sono ancora pochi studi sulla lotus birth e alcuni medici pensano che sia addirittura pericolosa per mamme e bambini.

Secondo il dottor William Schweize, per esempio, c’è il rischio di infezione della placenta “la placenta è tessuto morto e per questo il sangue all’interno è terreno fertile per la crescita di batteri”.

“La lotus birth dovrebbe essere presa in considerazione dai genitori per i benefici in termini di salute che un bambino riceve da un completo trasferimento di sangue dalla placenta, crea una transizione più fluida per il neonato. Incoraggia il legame e può favorire il fatto che il bebè sia più sereno e in pace, perché evita un’esperienza traumatica alla nascita” conclude questa mamma.

Unimamme, voi cosa ne pensate di queste considerazioni?

Valutereste la lotus birth?

Maria Sole Bosaia

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