Nel mese di novembre la bimba aveva finito una battaglia lunga un anno contro una forma aggressiva di tumore, il rabdomiosarcoma una forma rara di sarcoma delle parti molli in età pediatrica. All’inizio delle cure i medici le avevano dato soltanto il 55% di possibilità di salvezza.
Il padre Al Harris spiega: “Mia figlia non ha ancora finito di combattere con il cancro. Vederla dalla parrucchiera provoca sentimenti contrastanti. Siamo felici perché è felice e lei è guarita, ma riporta alla mente molti brutti ricordi. Penso spesso, ‘E se questo fosse l’ultimo anno?’ E anche mentre osservo il taglio di capelli, da qualche parte nella mia testa i pensieri persistono, è una cosa che ti avvolge e non ti lascia più“.
L’uomo ricorda la data esatta in cui iniziò l’incubo. Era il 18 luglio 2016. Qualche giorno prima, Teig aveva iniziato a sanguinare dal suo orecchio durante un viaggio con la famiglia. Poi ci fu la visita dal medico. Si pensava ad una semplice pulizia del padiglione auricolare, ma la diagnosi fu ben diversa.
“La procedura avrebbe dovuto richiedere 30 minuti, ma solo sei minuti dopo, sono venuti a prenderci“, ricorda l’uomo.
“Mia moglie, che è un’infermiera del pronto soccorso, sapeva che era un brutto segno e quando siamo arrivati lì c’erano due dottori che ci aspettavano: era davvero un brutto segno. Abbiamo dovuto improvvisamente e molto velocemente prendere alcune decisioni molto dure e importanti. Questo perché il rabdomiosarcoma che avevano trovato sul lato sinistro del viso di Teig aveva invaso i suoi muscoli della mascella e dello zigomo. Era entrato nella sua cavità nasale e nel suo orecchio, e si era fermato a circa un millimetro dall’entrare nel suo cervello“.
I genitori hanno deciso di procedere con l’immediata radioterapia e chemioterapia presso il Children’s Mercy Hospital di Kansas City, nel Missouri, per ridurre il cancro. “Ricordo quando i suoi capelli iniziarono a cadere, non importa quanto leggessi, non importa quanto mi preparassi, non ero pronto a guardare le sue sopracciglia cadere” spiega il padre.
“C’è una probabilità del 45% che il cancro possa tornare in una nuova forma. E se tutto andrà bene, sarà comunque una lunga strada. L’altro problema è che il nostro trattamento aggressivo ha causato danni enormi alla nostra bimba. I suoi denti posteriori sono marciti a causa delle radiazioni, e quelli erano denti permanenti. Il suo zigomo si è praticamente distrutto e può essere ricostruito solo con interventi chirurgici. E anche la ghiandola che determina la crescita è stata gravemente danneggiata” spiega questo papà su Today, comunque felice di celebrare questo traguardo della figlia.
I genitori stanno ora cercando di attirare la massima attenzione sul fatto che la ricerca del cancro infantile ha bisogno di fondi. Ad esempio la più nuova medicina utilizzata per trattare il tumore della figlia è stata sviluppata negli anni 60.
E voi unimamme, che ne pensate?
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