Una storia che merita di essere raccontata.
La campagna in memoria e onore del figlio morto all’età di 2 anni
Richard Specht e sua moglie, Samantha, hanno fondato un movimento che si chiama “ReesSpecht Life” dopo il loro figlio, Richard – soprannominato Rees – è morto affogato in uno stagno nel loro cortile nell’ottobre 2012.
“È successo due giorni prima dell’uragano Sandy“. La coppia è stata costretta a scappare e quando è tornata a casa non ha ritrovato praticamente più nulla.
Racconta il padre di famiglia, che fa il preside: “Abbiamo ricevuto persone da tutto il mondo che ci hanno aiutato. Una società di architettura paesaggistica è venuta a rifare il nostro cortile e non ci ha fatto pagare nulla, amici e parenti hanno portato cibo e non ci hanno permesso di ripagarli“.
Per questo, hanno dato vita alla fondazione, che si basa sul pay-it-forward: il principio è lo stesso del caffé sospeso. Serve a definire il gesto, benevolo e filantropico, di donare qualcosa a beneficio del cliente successivo, dunque un emerito sconosciuto.
La famiglia Specht, che ha altri tre bambini, ha lanciato una missione per ispirare gli altri a compiere atti casuali di gentilezza, e chiede di farlo utilizzando le card “ReesSpecht Life“, create appositamente. Su queste si legge: “Il possesso di questa carta è una solenne promessa di pagamento: inoltra ed esegui un atto casuale di gentilezza“.
Ma Specht, che vive a Sound Beach, New York, dice di non essersi mai aspettato il grande gesto che vi stiamo per raccontare.
“Ho ricevuto un’e-mail da questa giovane donna mercoledì sera con una foto allegata e non potevo crederci“, ha detto.
L’e-mail proveniva da una cameriera che lavora a Times Square e ha detto a Specht di aver ricevuto tremila dollari di mancia col pay-it-forward.
Chi ha lasciato la somma, ha spiegato cosa fosse “ReesSpecht Life“.
L’uomo era sbalordito positivamente: “Ho iniziato a piangere. Volevo davvero correre di sopra e svegliare mia moglie, ma non potevo“. Così ha guardato una foto del figlio scomparso e ha pensato: “Non posso credere che tu abbia ispirato questo“.
Sulla nota si legge tra l’altro: “Grazie per la tua gentilezza e umiltà“. E si ricordano poi i 3 principi del pay-it-forward:
- Vai su ReesSpechtLife.com e apprendi!
- Fai che il “Pay it forward” non finisca con te.
- Poiché riguarda l’idea e non te o me, se decidi di condividere questo, non usare i nostri nomi!
Specht ha detto di aver riconosciuto il nome sul conto come quello di uno studente a cui ha insegnato 10 anni prima, ma da allora non l’ha più incontrato. “Ho avuto 1.500 studenti, quindi perdo il contatto con molti di loro“, dice.
Poi ha continuato: “Era un ragazzo che frequentava sempre la mia classe, era quel ragazzo che aiutava sempre gli altri, quindi non mi sorprese che fosse lui“.
Successivamente, Specht si è riconnesso con l’ex studente su Facebook: “Ho appena detto ‘Grazie. Non posso credere che tu abbia fatto questo’.
Era molto modesto e ha risposto: ‘Questo era qualcosa che sentivo il bisogno di fare. Volevo fare qualcosa di carino e ho avuto il potere di fare qualcosa di carino, così l’ho fatto‘.
Questo papà racconta che non sapevo cosa dire se non grazie. E poi gli ha detto: ‘La singola cosa più importante che hai fatto è stato mettere un sorriso sul viso di mia moglie‘.
Quando si perde un figlio si porta sempre quel dolore, e il fatto che la moglie avesse quel sorriso lo ha reso felice, ha raccontato.
E voi unimamme, che ne pensate di questa storia?