Internet e ragazzi: a rischio i ragazzi tra gli 11 e i 17 anni.
La rete internet oggi è uno strumento fondamentale lavorare, studiare, informarsi, fare acquisti, vivere insomma. Sempre più attività le svolgiamo in rete: inviare e ricevere lettere, controllare il nostro conto corrente, comprare biglietti per il treno o l’aereo, libri, scarpe e vestiti, leggere le notizie, fare ricerche per la scuola o l’università, pubblicare e leggere annunci per la ricerca di lavoro, rimanere in contatto con parenti e amici attraverso i social, guardare video, film e ascoltare musica. Insomma, quasi tutto oggi si fa sul web. Vale anche per i nostri bambini e ragazzi, tuttavia loro sono i più esposti ai pericoli della rete. Non solo per i rischi di incontrare malintenzionati o per la dipendenza che internet e i suoi servizi possono dare, ma anche per le esperienze negative che i ragazzi possono fare con i loro coetanei: dal bullismo all’hate speech, ovvero il linguaggio violento e carico d’odio, in particolare verso minoranze, disabili o persone deboli.
Una ricerca ha dimostrato che in pochi hanno sono raddoppiate le esperienze negative dei ragazzi in rete. Ecco cosa dicono i dati.
Internet e ragazzi: raddoppiate le esperienze negative secondo una ricerca
“EU Kids Online per MIUR e Parole O_Stili” è la ricerca sui rischi e le opportunità di internet per bambini e ragazzi condotta da OssCom (Centro di ricerca sui media e la comunicazione), da Università Cattolica, in collaborazione con il MiUR-Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e l’Ats Parole Ostili (formata da Associazione Parole O_Stili, Università Cattolica e Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo).
Secondo i risultati della ricerca è più che raddoppiata la percentuale di ragazzi tra 11 e 17 anni che hanno avuto esperienze negative in rete, passando dal 6% nel 2010 al 13% nel 2017. I dati sono stati presentati in un incontro al MiUR, dal titolo “Crea, connetti e condividi il rispetto: un Internet migliore comincia con te“, in vista del Safer Internet Day, il giorno dedicato alla sicurezza su internet che si terrà il 6 febbraio prossimo.
Secondo la ricerca, il 31% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni afferma di aver visto sul web messaggi d’odio o commenti offensivi rivolti a singoli individui o gruppi di persone, attaccati per il colore della pelle, la nazionalità o la religione. Questo di chiama “hate speech“.
Il sentimento dei ragazzi di fronte ai messaggi d’odio è:
- tristezza 52%,
- rabbia 36%,
- disprezzo 35%,
- vergogna 20%.
Nonostante questi sentimenti negativi, però, nella maggioranza dei casi, il 58%, i ragazzi hanno detto di non essere intervenuti in difesa delle persone attaccate dall’hate speech. Comunque il 42% ha cercato di aiutare le vittime.
La slide dello studio “EU Kids Online per MIUR e Parole O_Stili” che mostra la percentuale di bambini e ragazzi che hanno avuto esperienze negative su internet
Lo smartphone è lo strumento principale con cui i ragazzi si connettono a internet, usato dal 97% degli adolescenti di 15-17 anni e dal 51% dei bambini di 9-10 anni. La continua disponibilità dello smartphone, sempre collegato a internet, aumenta i luoghi in cui i ragazzi si connettono e il tempo di connessione, con una media di 2,5 ore al giorno, e con il conseguente “aumento dell’attività online”. Ha spiegato Giovanna Mascheroni, docente dell’Università Cattolica.
- l’88% dei ragazzi italiani usa internet a casa tutti i giorni,
- il 44% lo usa quotidianamente quando è in giro per andare da qualche parte (per strada, sui mezzi pubblici, etc.),
- il 42% mentre è fuori per conto proprio.
Internet viene usato tutti i giorni in giro dal 74% degli adolescenti dai 15 ai 17 anni di età.
A scuola internet viene usato tutti i giorni dal 26% dei bambini e ragazzi tra 9 e 17 anni e soprattutto dagli adolescenti tra i 15 e i 17 anni, dato che sale al 49%.
Le attività più diffuse tra i ragazzi online riguardano la comunicazione e l’intrattenimento:
- il 77% dei ragazzi di 9-17 anni usa internet tutti i giorni per comunicare con amici e famigliari,
- poco più della metà guarda video online e visita quotidianamente il proprio profilo sui social media,
- il 37% usa internet quotidianamente per fare i compiti a casa.
Se internet è un’opportunità per mantenere i contatti, usare i profili social e studiare, purtroppo, è allo stesso tempo anche un rischio. Infatti, “aumenta la percentuale di ragazze e ragazzi che vivono esperienze negative e che li turbano navigando in internet“, ha aggiunto Giovanna Mascheroni. Il problema è il cyberbullismo. Infatti, “se il bullismo avviene faccia a faccia, il cyberbullismo non è arginabile, ci segue ovunque, non possiamo sfuggirne“.
Oltre i 2/3 dei ragazzi che “hanno subito esperienze di bullismo e cyberbullismo nell’ultimo anno” hanno sofferto molto.
Mentre “nella fascia d’età che corrisponde all’inizio della scuola media c’è un’esplosione del fenomeno del bullismo“, ha detto ancora Mascheroni.
Tra bambine, i bambini e i ragazzi dai 9 ai 17 anni il 6% sono stati vittime di cyberbullismo, mentre il 19% sono quelli che hanno assistito ad atti di cyberbullismo.
In questo caso, il 49% ha cercato di aiutare la vittima, mentre il 50% non è intervenuto.
Il 33% dei ragazzi intervistati ha riferito una maggiore esposizione a siti o blog con discussioni legate a contenuti negativi razzisti e discriminatori. Aumenta anche l’esposizione ai messaggi sessuali e al sexting e i più turbati sono le ragazze e i più piccoli. Tra i ragazzi di 15-17 anni cresce la pornografia e la diffusione di immagini violente e cruenti, il numero di siti che incitano a forme di autolesionismo, anoressia, bulimia.
Quello che è preoccupante, secondo gli esperti, è l’atteggiamento passivo e il silenzio dei ragazzi di fronte ai problemi di internet: non reagiscono e non dicono nulla di fronte ai messaggi di odio, agli abusi e alle minacce. Il 35% dei ragazzi ignora il problema o spera che si risolva da solo.
Le reazioni dei ragazzi sul web:
- nel 25% dei casi non parlano con nessuno delle esperienze che li hanno turbati o fatti sentire a disagio,
- nel 27% dei casi chiudono la pagina web o l’app che stanno leggendo/utilizzando, i
- il 22% ha bloccato un contatto che lo aveva infastidito sui social network,
- il 10% di chi ha avuto un’esperienza negativa ha modificato le proprie impostazioni di privacy,
- solo il 2% ha segnalato contenuti o contatti inappropriati ai gestori delle piattaforme.
Le schede con i dati della ricerca
Per i risultati completi della ricerca su internet e ragazzi rimandiamo al sito web di Parole O_Stili. Parole O_Stili è la community online per contrastare il linguaggio violento sul web, l’hate speech e il cyberbullismo, promuovendo comportamenti virtuosi e rispettosi.
Che ne pensate unimamme? I vostri figli hanno incontrato problemi simili sul web?
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