La prima permette di lasciare neonati in un luogo sicuro dove in pochi attimi verrà preso in carico da persone che se ne occuperanno, la seconda consiste nel poter partorire in un qualsiasi ospedale e mantenere l’anonimato, lasciando il bambino in ospedale senza doverlo riconoscere.
Purtroppo molte donne non lo sanno, o peggio, agiscono con la consapevolezza di non voler salvare il bambino e compiono gesti tragici e assurdi. E’ il caso di una donna che ha partorito un figlio illeggittimo in casa, lo ha chiuso in un sacchetto di plastica e poi sarebbe tornata a letto.
Fortunatamente il bambino è stato ritrovato dal marito che ha chiamato il 118: il piccolo è stato salvato in extremis pur avendo sofferto di ipossia, ipotermia e di una grave anemia, si legge sui giornali del periodo, e sono intervenuti i Carabinieri.
Inizialmente era stato indagato anche il marito della donna, ma oggi, a distanza di 8 anni, perché i fatti sono avvenuti nel 2010, solo la donna è stata condannata (la Corte di Cassazione ha rifiutato il suo ricorso contro la decisione della Corte di Appello di Bologna) definitivamente a 7 anni per tentato infanticidio.
Il bimbo, che è stato chiamato Filippo, è da anni affidato ai servizi sociali, e noi speriamo di cuore che stia bene.
E voi unimamme che ne pensate di storie del genere e dei tempi richiesti dalla giustizia?
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