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Bimbo con la Sindrome di Down diventa il volto di un marchio famoso in tutto il mondo

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Michele

Per un bambino con la Sindrome di Down si apre un nuovo capitolo: diventerà famoso e aprirà la strada per una maggiore consapevolezza sulle persone con questa sindrome, che innanzitutto sono persone.

Un bambino con la Sindrome di Down è il volto della Gerber

Ogni anno il colosso di alimenti per l’infanzia Gerber indice un concorso per la scelta del bambino che sarà il simbolo del marchio e di tutti i prodotti. Oltre alla possibilità di apparire per un anno intero come volto immagine dell’azienda viene anche corrisposto un premio in denaro per chi viene eletto vincitore di questo concorso.

Quest’anno i bambini che hanno gareggiato sono stati più di 140mila e il vincitore assoluto è risultato essere Lucas Warren, un bambino di un anno residente a Dalton, in Georgia. Si tratta del primo bambino con sindrome di Down che diventa simbolo della Gerber e anche per questo la notizia sta facendo il giro del mondo.

Ogni anno scegliamo il bambino che meglio esemplifica il patrimonio storico di Gerber e la su peculiarità che è quella di riconoscere che ogni bambino è un bambino Gerber“, ha spiegato il Ceo dell’azienda Bill Partyka.

Quest’anno Lucas ha rappresentato la soluzione perfetta per tutto quello che stavamo cercando“.

La mamma di Lucas, Cortney Warren, ha detto a Today.com che ha deciso di iscrivere il figlio al concorso per gioco dopo che un parente le aveva mostrato una pubblicità della Gerber nella quale si parlava del contest. A quel punto la donna ha pubblicato una foto di Lucas su Instagram utilizzando l’hashtag del concorso e in seguito la famiglia ha ricevuto la notizia che Lucas aveva vinto.

Il bambino di un anno sarà presente nelle pubblicità sui social media di Gerber e riceverà 50mila dollari. La famiglia ha già annunciato che quei soldi saranno messi da parte e utilizzati per l’educazione scolastica del bambino.

Il papà del piccolo ha commentato così: “Speriamo che questo abbia un impatto su tutti, che getti un po’ di luce sulla comunità di chi ha dei bisogni speciali come mio figlio e aiuti più persone come lui ad essere accettate e non limitate. Hanno il potenziale per cambiare il mondo, proprio come tutti gli altri.”

Come non essere d’accordo con questo papà, unimamme? Che ne pensate?

 

Michele

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