Un orrore che si aggiunge all’orrore. Le vittime del terribile terremoto di Haiti costrette a subire abusi e violenze sessuali di ogni tipo da parte dei funzionari dell’organizzazione umanitaria Oxfam che invece avrebbero dovuto aiutarli. Una storia sconcertante che sta sollevando sdegno in tutto il mondo e gettando una lunga ombra nera sull’operato delle organizzazioni umanitarie.
Che all’interno delle organizzazioni umanitarie ci siano purtroppo persone disoneste e violente non è una novità. Ma quando gli abusi vengono perpetrati in modo sistematico e organizzato, mentre i vertici dell’organizzazione non fanno niente e si voltano dall’altra parte, allora la situazione diventa assolutamente inaccettabile. Voltarsi dall’altra parte di fronte agli abusi nei confronti delle persone più deboli, che dovrebbero essere aiutati, significa essere complici. E’ quello che sta accadendo all’interno di Oxfam, organizzazione umanitaria internazionale che si occupa di combattere la fame e la povertà nel mondo, che è stata travolta dallo scandalo degli abusi e violenze sessuali ai danni della popolazione di Haiti, duramente colpita dal terremoto del 2010. Uno scandalo che rischia compromettere la stessa organizzazione e per il quale stanno già cadendo le prime autorevoli teste.
Uno scandalo che lascia senza parole e che purtroppo non riguarda solo Oxfam, ma si estende ad altre organizzazioni umanitarie. A seguito del terribile terremoto che nel gennaio del 2010 colpì Haiti, causando oltre 300mila morti, gli operatori di numerose organizzazioni umanitarie arrivarono sull’isola caraibica per prestare i primi soccorsi alla popolazione, rimasta priva di tutto. I loro compiti erano quelli di aiutare la popolazione colpita nelle necessità immediate e a ricostruire un territorio devastato. Il compito di chi soccorre popolazioni stremate da una tragedia tanto grande è anche o dovrebbe essere quello di portare sollievo a chi è stato profondamente ferito nel copro e nell’anima. Purtroppo, però, un nutrito gruppo di funzionari Oxfam si era dedicato a tutt’altro, approfittando della debolezza degli haitiani duramente colpiti.
Alcuni funzionari e il capo della missione di soccorso ad Haiti abusavano sessualmente delle donne haitiane, organizzavano festini a luci rosse con prostitute e “orge in stile Caligola”, stando a quanto rivelato da un’inchiesta del quotidiano britannico Times. Sempre secondo l’inchiesta, alcuni funzionari di Oxfam avrebbero anche costretto alcune donne a rapporti sessuali in cambio di aiuti.
Il caso di Haiti, però, non sarebbe il solo in cui sono stati coinvolti funzionari dell’organizzazione umanitaria. Secondo il Sunday Times nel 2017 Oxfam sarebbe stata coinvolta in 87 episodi di ‘comportamento improprio’ da parte del suo personale in missione all’estero, di questi episodi 53 sono stati denunciati alla polizia, con il licenziamento di 20 operatori. Inoltre, il Guardian h riportato che Oxfam era stata già denunciata per rapporti del suo staff con giovani prostitute nel 2006 in Ciad, dove il capo missione era Roland van Hauwermeiren, il funzionario che poi è stato obbligato a dimettersi per i festini di Haiti.
Purtroppo lo scandalo degli abusi sessuali riguarda anche altre importanti organizzazioni umanitarie, secondo i giornali inglesi. Addirittura Save The Children è coinvolta in 31 casi di abusi all’interno della propria organizzazione, di cui 10 denunciati alle autorità. Non sfugge nemmeno la Croce Rossa britannica, con 5 casi sospetti di abusi sessuali avvenuti nel Regno Unito.
Oltre agli abusi da parte delle ultime persone al mondo a cui verrebbe da pensare, quello che ha suscitato sdegno nell’opinione pubblica è il silenzio dei vertici delle organizzazioni umanitarie. Save the Children ha risposto di aver denunciato subito ai media i casi di abuso all’interno della propria organizzazione: 31 accuse di molestie sessuali che alcuni membri dello staff avevano presentato nei confronti di altri membri e sulle quali erano state svolte delle indagini. Questo però non sarebbe sufficiente per le autorità governative britanniche, che hanno minacciato il taglio dei fondi.
Sicuramente non è abbastanza quello che ha fatto Oxfam per fermare i propri funzionari violenti, al contrario avrebbe fatto passare sotto silenzio lo scandalo, tenendo nascoste le dimissioni dei funzionari coinvolti, che in questo modo hanno potuto trovare lavoro presso altre organizzazioni umanitarie. Oxfam ha stigmatizzato duramente i propri dipendenti coinvolti nello scandalo, sostenendo però che si trattava di una minoranza e che non c’erano stati insabbiamenti dello scandalo. Nel frattempo però, i vertici dell’organizzazione hanno cominciato a cadere.
La vice presidente esecutivo della Oxfam, Penny Lawrence, ha annunciato le proprie dimissioni, affermando di vergognarsi di quanto accaduto e assumendo la responsabilità per il modo in cui l’organizzazione di beneficenza ha affrontato il caso dei suoi funzionari coinvolti negli abusi durante le missioni di soccorso ad Haiti e in altri Paesi.
Lo scandalo però si sta allargando e ora una rivelazione al Times potrebbe portare ad altre dimissioni al vertice dell’organizzazione. La soffiata di una ex dipendente avrebbe rivelato che l’amministratore delegato di Oxfam, Mark Goldring era a conoscenza del caso di una donna costretta a rapporti sessuali in cambio di aiuti da parte di un funzionario Oxfam, ma non fece nulla per intervenire. Tra gli altri episodi che i vertici dell’azienda avrebbero fatto passare sotto silenzio ci sarebbe anche quello di una volontaria Oxfam violentata da un collega in Sudan e un tentativo di abuso nei confronti di un commesso di un negozio Oxfam nel Regno Unito.
Come se non bastasse, il presidente di Oxfam International, il guatemalteco Juan Alberto Fuentes, è stato arrestato per corruzione. Sarebbe coinvolto in un caso di acquisti di autobus pubblici insieme all’ex Capo di Stato del Guatemala Alvaro Colom. Nel frattempo, il governo britannico e l’Unione Europea minacciano ti tagliare i fondi all’organizzazione umanitaria.
Nel frattempo, sulla vicenda è intervenuto un ex funzionario delle Nazioni Unite, dichiarando che lo scandalo sessuale che ha travolto Oxfam è il sintomo di un “problema globale” che coinvolge il mondo delle organizzazioni umanitarie. Secondo Andrew MacLeod, questo il nome dell’ex funzionario che ha coordinato il centro delle operazioni di emergenza delle Nazioni Unite ed è stato volontario della Croce Rossa, lo scandalo Oxfam è solo la punta dell’iceberg.
Andrew MacLeod, intervistato dalla ABC, ha affermato che la stragrande maggioranza degli operatori umanitari è formata da “brave persone che fanno un buon lavoro” e lo scandalo degli abusi sessuali non dovrebbe essere usato come scusa per tagliare i fondi. Oxfam va punita, per aver nascosto gli abusi, ma i fondi piuttosto che tagliati andrebbero distribuiti tra altri enti di beneficenza. Per punire l’organizzazione umanitaria e dare una lezione che sia di esempio, ad Oxfam andrebbero ridotti i fondi e le persone responsabili di abusi andrebbero messe in galera.
Per intervenire contro gli abusi commessi dai funzionari delle organizzazioni umanitarie dovrebbero essere introdotti report obbligatori tra le organizzazioni umanitarie, le Nazioni Unite e i governi dei Paesi in cui operano ogni volta che emerge un’accusa contro un operatore umanitario. Nel caso di abusi sui bambini occorre rimettere il caso alle autorità del Paese in cui l’organizzazione opera se esiste una legge che tutela i minori contro gli abusi e contro il turismo sessuale. Purtroppo, ha spiegato MacLeod, molti predatori sessuali di bambini entrano a far parte degli enti di beneficenza per avvicinarsi più facilmente alle loro prede. Per rendere le denunce di abusi più facili, occorre un sistema che permetta di fare segnalazioni in modo indipendente.
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