Davvero una storia inquietante quella che è stata scoperta on line, soprattutto perché le persone coinvolte sono bambini. La vicenda arriva dall’Egitto dove si è scoperta una vera e propria tratta di minori, che sono diventati oggetto di scambio tra persone, esattamente come si può comprare un qualsiasi prodotto su Amazon.
Ed infatti era esattamente una vendita on line come potrebbe essere quella per un oggetto su e-commerce: i bambini provenivano da sequestri o da abbandoni delle famiglie. “Vendiamo bambini di tutte le età a chiunque sia interessato all’adozione o all’acquisto” recita una delle didascalie veramente inquietanti. Il prezzo variava da poche sterline egiziane fino ad un massimo di 22mila, circa 1000 euro. In genere la differenza di valore la faceva lo stato di salute del bimbo, il colore della pelle e se fosse maschio o femmina. La cosa davvero orribile è che questi annunci comparivano di fianco alla vendita di macchine, elettrodomestici o case, esattamente come se fossero degli oggetti. In alcuni casi si proponeva anche la ricerca di donne incinte per poter poi vendere il bambino alla famiglia acquirente o neonati.
“I sogni diventano realtà. Abbiamo la soluzione per le donne che non possono avere figli: Mohaied, 4 anni, pelle bianca” dice un annuncio – o ancora “Ci ha chiamato una coppia che sta cercando una bambina appena nata…o una donna incinta. Sono disposti a pagarla o a mantenerla fino a quando non partorisce”.
La terribile scoperta è stata fatta da un ingegnere informatico, Ramy el-Gebali, già amministratore di una pagina Facebook chiamata “Bambini scomparsi”, dove si cerca di aiutare le famiglie a ritrovare i loro bimbi svaniti nel nulla. Rame ha informato le autorità competenti e si è scoperto che il titolare del sito dove venivano le proposte di “acquisto” era un arabo residente da anni in Olanda. Si trattava quindi di un’organizzazione che operava al di fuori dei confini nazionali, ma che in realtà era già stata in qualche modo segnalata proprio su Facebook: alcuni vicini residenti a El Shorouk, una città a nord-est del Cairo, hanno raccontato a el-Gebali di uno strano andirivieni di donne e uomini in un appartamento dove vivevano moltissimi bambini. Le persone – apparentemente benestanti – entravano da sole e uscivano con i piccoli.
La pena prevista per chi commette questi crimini è di 10 anni di carcere e una multa che può arrivare fino a 200mila sterline egiziane, anche se il fatto è commesso all’estero. Non è in realtà la prima volta che l’Egitto si trova a dover fronteggiare questo tipo di reato, tanto che sul sito dell’ mccm – The National Council for Childhood e Motherwood – si legge: “La tratta di minori sta diventando sempre di più un’attività lucrativa che pone in serio pericolo i nostri figli. L’unità speciale avrà il compito di proteggere i bambini da questa grave minaccia e riabilitare le vittime della tratta”.
“Il nostro lavoro – dice el-Gebali– “non si limita solo alle segnalazioni di bambini scomparsi. Siamo sempre più impegnati ad individuare le bande criminali che sequestrano i piccoli negli ospedali o asili nido”.
I bambini infatti rapiti purtroppo non vanno incontro ad un bel destino: accattonaggio, traffico di organi, schiavitù sessuale e sfruttamento lavorativo possono essere alcune delle atrocità a cui vengono sottoposti.
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