Un esperimento condotto a scuola da un’insegnante con i suoi alunni spiega perché non si devono pubblicare le foto dei bambini sui social. I genitori sono avvertiti.
Abbiamo già affrontato in più occasioni il tema delle foto dei bambini su Facebook e sugli altri social, spiegano perché, anche secondo pareri autorevoli di esperti, sarebbe meglio non pubblicarle. I motivi principali sono la tutela della riservatezza o privacy dei vostri figli, che una volta cresciuti potrebbero sentirsi a disagio nel vedere tutta una serie di foto della loro infanzia sui social, ma soprattutto queste foto potrebbero essere scaricate e utilizzate da malintenzionati.
Per dimostrare il rischio che le foto dei bambini su Facebook possano circolare liberamente, al di fuori dal nostro controllo, una maestra inglese ha fatto un esperimento con la sua classe di alunni di sei anni. L’esperimento è partito un anno fa e a distanza di 12 mesi l’esito è incredibile.
Robyn Lillian, questo il nome della maestra, insegna in una scuola elementare del Bedfordshire, nel Regno Unito, un anno fa, il 1° febbraio 2017, ha pubblicato sul suo profilo una foto semplice, quasi banale, che ritrae un sacchetto di plastica con dentro delle mele. La foto è stata postata in modalità pubblica, così che chiunque può vederla e condividerla.
L’obiettivo dell’insegnante era quello di dimostrare ai suoi bambini e non solo fin dove possono arrivare le foto pubblicate su Facebook e sui social in genere. Ecco il post della maestra inglese.
Nella didascalia c’è scritto: “Sto insegnando ai nostri bambini di 6 anni i rischi del condividere le foto su internet. Un bambino mi ha detto: ‘pubblicare la foto di un sacchetto di mele non è un rischio, nessuno è interessato alle mele!’ Allora, per favore, aiutatemi a mostrare loro quanto velocemente questa foto di un sacchetto di mele può diffondersi, mettendo un mi piace, condividendola e indicando nei commenti il vostro Paese o la città di provenienza. Grazie! Inizio io: Bedfordshire, UK“.
Pochi giorni dopo la pubblicazione del suo post, il 3 febbraio del 2017, l’insegnante ha pubblicato una mappa che mostrava i luoghi di tutto il mondo in cui la sua foto con il sacchetto mele era stata condivisa.
La maestra ha ringraziato tutti per la partecipazione, mostrando sorpresa per le risposte ricevute. “Pensavamo di essere fortunati ad ottenere 100 condivisioni, così averne ottenute oltre 22mila, insieme ai commenti, è davvero strabiliante“.
L’insegnante ha spiegato che molte persone le hanno chiesto se fosse davvero un’insegnante e se potesse pubblicare anche le risposte dei bambini. E i bambini hanno risposto: “Perché commentare su una cosa del genere?”, “non è un granché, è solo una foto di mele invece che una tua foto!“.
La maestra, poi, ha spiegato di aver detto ai bambini quante condivisioni avesse avuto la foto delle mele in poche ore e che loro sono rimasti sconvolti. I bambini sono rimasti sorpresi anche dalla diffusione globale della foto. L’insegnante, ha poi spiegato loro che è possibile tramite alcuni dispositivi identificare i luoghi dove si trovano le persone che commentano o condividono il post e ha spiegato il pericolo di questa cosa.
L’insegnante ha poi avvertito i suoi alunni sull’importanza di scegliere con cura i propri amici su Facebook, scegliendo le persone conosciute.
Alla fine, i bambini hanno imparato che su Facebook bisogna pubblicare con prudenza ed evitare i post o le foto che non si vuole che gli altri vedano.
Così il sacchetto di mele che non avrebbe dovuto interessare nessuno in un anno è stato condiviso oltre 670mila volte, ottenendo più di 475mila reazioni (mi piace, cuore, faccina sorpresa) e decine di migliaia di commenti.
Va sottolineato, comunque, che sarebbe da capire quante di queste reazioni e condivisioni siano state spontanee o effettuate solo per la popolarità e il clamore che ha suscitato il post. Se la maestra non avesse invitato a condividere e commentare la foto postata in modalità pubblica sul uso profilo, ma l’avesse pubblicata in modo intero e senza commenti, quanti l’avrebbero veramente condivisa in tutto il mondo?
Comunque, va detto che la facile condivisione e la viralità del post sono riusciti comunque nell’intento di dimostrare con quanta facilità le foto pubblicate sui social e sul web in genere possano circolare. È vero che la foto del sacchetto di mele era stata postata in modalità pubblica, quindi visibile e condivisibile da chiunque, tuttavia l’esperimento è utile per far capire i rischi della pubblicazione e della diffusione delle foto dei bambini su Facebook. Spesso, infatti, molti genitori non conoscono il corretto utilizzo dei social media e postano tutto in modalità pubblica, non rendendosi conto che chiunque poi può vedere quelle foto, e usarle. Anche quando vengono inseriti i filtri della privacy, restringendo il pubblico che ha accesso alle foto, non sempre questa modalità di pubblicazione è sicura. Chi conosce i segreti di Facebook può trovare il modo di accedere comunque ai contenuti pubblicati, superando i filtri.
Con questo esperimento, la maestra Robyn Lillian ha così voluto insegnare ai suoi bambini che anche la foto più innocente può diventare rischiosa e arrivare ovunque nel mondo. All’insegnamento ai bambini si aggiunge l’avvertimento agli adulti.
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