Le maestre dell’asilo che picchiano i bambini sono diventate sempre più numerose negli ultimi anni.
Sono sempre di più i casi di cronaca che destano preoccupazione. Certo, la stragrande maggioranza delle maestre d’asilo sono amorevoli e premurose con i bambini. Ci sono decine di migliaia di casi di cui la cronaca non si occupa, perché non fanno notizia, ma ci sono. Tuttavia sono sempre le brutte notizie quelle che risaltano e purtroppo gli episodi di maestre violente con i bambini hanno avuto una escalation spaventosa di recente. Sia per il numero di casi che per la brutalità della violenza.
I tg ci hanno ormai abituati, purtroppo, alle immagini delle telecamere di sorveglianza, nascoste dalle forze dell’ordine nelle classi di asili nidi e scuole d’infanzia, con scene impressionanti di violenze delle insegnanti nei confronti di bambini piccoli. Botte, urla, percosse, insulti, imprecazioni volgari e parolacce. Chi dovrebbe educare e prendersi cura dei bambini ha un comportamento mostruoso, inaccettabile in qualunque contesto sociale, figuriamoci nei confronti di bambini piccoli, che potrebbero restare traumatizzati per sempre.
Nella maggior parte dei casi non si tratta di maestre prive di esperienza, ma di signore di una certa età, con anni di servizio alle spalle senza problemi, spesso molto stimate. Tanto che la reazione di colleghi e genitori di ex alunni è di incredulità quando queste maestre vengono sorprese dalle telecamere delle forze dell’ordine mentre picchiano e maltrattano i bambini. Cosa accade allora in questo casi? Cosa porta una maestra con anni di esperienza e che non aveva mai dato problemi a trasformarsi in un sadico aguzzino?
Una domanda che si è posta la trasmissione Le Iene, su Italia 1, che ha condotto un’inchiesta su questo tema, occupandosi di un caso specifico, che in effetti suscita numerose perplessità
Nella puntata andata in onda il 21 febbraio, la trasmissione Le Iene si è occupata dei maltrattamenti sui bambini negli asili ad opera delle maestre. Un fenomeno, purtroppo, sempre più diffuso, che sta assumendo dimensioni preoccupanti. Il servizio si è aperto con un elenco di casi che hanno occupato recentemente le pagine di cronaca dei giornali. Una sfilza di casi, uno dietro l’altro, a distanza ravvicinata e con una frequenza impressionante. “Cosa è successo in questi anni?” si è chiesta la trasmissione. Com’è possibile il ripetersi di questi episodi? E’ evidente che in molti di episodi di maltrattamenti le maestre che si sono rese responsabili di violenze gravi hanno scaricato sui bambini i loro problemi personali. Donne, che dopo tanti anni di servizio devono essere arrivati ad un punto di stanchezza ed esaurimento tali da non essere più capaci di stare dietro ai bambini e perdere le staffe per un nonnulla.
Il mestiere della maestra d’asilo è molto duro. Per quanto si sia preparate, allenate e per quanto si amino i bambini, è difficile e spesso mette a dura prova una classe di piccole creature che possono essere dolci e tenere, ma anche scatenate e quasi “indemoniate”. Se si considera, poi, che sempre più bambini soffrono di disturbi di iperattività e che le classi per poche maestre sono numerose, si capisce quanto questo mestiere sia difficile.
Dopo tanti anni di impegnativo servizio, le energie fisiche e psicologiche si esauriscono, è normale un cedimento per qualunque essere umano. Se a questa situazione si aggiungono i problemi di natura personale e familiare, che possono essere importanti, ecco che il quadro si complica. E’ assolutamente normale che a un certo punto qualcosa “si rompa”, non è normale scaricare questi problemi e le frustrazioni personali su creature deboli e indifese come i bambini.
Chi ricopre un ruolo educativo, tanto importante e di responsabilità come quello di insegnante di scuola d’infanzia, quando sente che non ce la fa più, che è arrivato ad un punto di rottura, deve fermarsi e chiedere aiuto, prima che accada l’irreparabile.
E’ quello che probabilmente è accaduto in molti dei casi di cronaca di maltrattamenti su bambini dell’asilo. Maestre con elevati livelli di stress e frustrazione, con “burn out“, come si dice, che non sono state più in grado di gestire i bambini. Un problema sottolineato dalla puntata de Le Iene, che si è occupata di un caso in particolare.
La trasmissione ha intervistato le mamme di bambini che frequentavano un asilo vicino Roma duramente maltrattati dalla loro maestra. Sulle violenze è stato intervistato in anonimo, e senza mostrarlo in video, anche un bambino. Una testimonianza che fa venire i brividi.
Le mamme hanno raccontato dei comportamenti strani dei loro figli, della paura che avevano quando dovevano andare all’asilo, degli incubi e anche dei lividi che hanno visto sul corpo dei figli. Non hanno capito subito la gravità di quello che stava succedendo. In un primo momento hanno minimizzato i racconti dei figli, non credevano fosse possibile che una maestra d’asilo picchiasse i suoi bambini, e hanno scambiato il rifiuto dei figli di andare all’asilo per dei capricci. Poi i racconti dei piccoli sono diventati sempre più preoccupanti. Così le mamme hanno iniziato ad informarsi presso la scuola. Un’altra insegnante ha fatto capire loro che i metodi della maestra dei loro figli non erano corretti. Le mamme hanno provato a parlare al dirigente scolastico, ma lui non ha voluto riceverle. Solo la vice direttrice ha accettato di parlare con loro e davanti ai dubbi e alle perplessità delle mamme, ha suggerito loro di sporgere denuncia. Non ci sono stati provvedimenti né interventi dell’autorità scolastica sul caso della maestra.
E’ stato necessario l’intervento delle forze dell’ordine, che piazzando le telecamere nascoste hanno ripreso scene di violenza inaudita della maestra nei confronti dei bambini, affinché i maltrattamenti cessassero. Eppure la maestra urlava in classe, strattonava e picchiava i bambini che a loro volta urlavano e piangevano, come è stato possibile che dentro la scuola non si fosse accorto nessuno? Questa è la domanda che si sono poste le mamme e che la trasmissione ha rilanciato. Se la vice dirigente scolastica e perfino gli altri componente del personale scolastico avevano fatto trapelare di sapere o avere capito qualcosa, perché nessuno è intervenuto? Perché nessuno ha fatto nulla per impedire che la maestra picchiasse i bambini? Se aveva dei problemi di burn out perché nessuno l’ha aiutata?
Esaminando gli atti dell’inchiesta, partita dopo la denuncia dei genitori, si è scoperto che la maestra che picchiava i bambini aveva avuto dei problemi e aveva chiesto aiuto alla scuola, ma, almeno stando alle sue dichiarazioni nell’interrogatorio con il magistrato, non lo aveva ricevuto.
Dall’inchiesta de Le Iene è emerso un comportamento omertoso e di disinteresse da parte della scuola. Almeno così si presume dal servizio e da quello che è stato mostrato. Se tutto questo è vero, perché non intervenire? Se la scuola avesse aiutato la maestra di fronte alla sua richiesta di aiuto, o almeno se le avesse impedito di fare del male ai bambini, tutto sarebbe andato diversamente. I bambini non avrebbero subito violenze e non sarebbero stati traumatizzati. Ma anche per la maestra la situazione sarebbe stata migliore e decisamente meno grave.
Ora la donna dovrà affrontare un procedimento penale per accuse gravissime. Non insegna più ai bambini dell’asilo, è stata sospesa ed è stata trasferita ad un ufficio pubblico, probabilmente il lavoro più adatto a lei già da diverso tempo. Ma questo provvedimento non poteva essere preso prima? Non si poteva intervenire prima che accadesse l’irreparabile? Anche per la maestra sarebbe stato meglio un provvedimento disciplinare interno alla scuola, invece di un processo penale, con altre conseguenze.
Questa è la questione sollevata dalla trasmissione. Una domanda che ci si dovrebbe porre anche per il futuro, per evitare che casi simili si ripetano.
Voi che ne pensate unimamme?
Il video dell’inchiesta delle Iene potete vederlo sul sito delle iene.
Recentemente sono stati condannati i responsabili di un altro caso di maltrattamenti di bambini all’asilo.
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