Test del Dna: una donna anni porta il padre – che non l’ha mai riconosciuta – in giudizio: richiede 4 milioni di euro per la vita che non ha mai avuto.
Sembra una storia uscita dalla fantasia di uno scrittore, ma invece è la realtà. I protagonisti sono una donna di Ravenna, ormai 50enne, e il suo anziano padre, che di anni ne ha quasi 80. A dire il vero lei ha vissuto tutta la vita senza il papà, perché l’uomo che ha messo incinta sua madre a soli 16 anni si è dileguato, rifiutandosi di riconoscere la figlia e senza mai darle un centesimo, nonostante il ricco patrimonio di famiglia.
Come racconta Il Resto del Carlino, la donna ha vissuto praticamente tutta la sua vita sul filo dell’indigenza, lavorando come operaia. Se il giudice le darà ragione potrà godere dei 4 milioni di euro che ha chiesto al padre – riconosciuto ufficialmente come biologico grazie al test del Dna con una percentuale prossima al 100% – agiato imprenditore che non ha mai voluto saperne niente della figlia.
Quando la madre della donna è rimasta incinta a soli 16 anni, l’uomo aveva comunque continuato a frequentarne la casa, sempre rifiutandosi di riconoscere la bambina. La donna confidava forse che con il tempo qualcosa sarebbe cambiato, ma non appena è diventata maggiorenne, è sparito troncando ogni rapporto, forse per evitare scandali.
La figlia ha preso dapprima il cognome della madre e poi quando questa si è risposata quello del compagno. La vita con lei non è stata facile: operaia appunto, viveva in una “casupola prefabbricata in legno, priva di allacci, senza riscaldamento e servizi interni”.
A 16 anni, proprio l’età in cui la madre era rimasta incinta, ha cominciato a cercare il padre naturale che in un primo momento era stato disponibile, dandole dei regali e persino un anello di diamanti, invitandola persino nella villa di famiglia. Illusione che è durata poco, visto che – come un copione che si ripete – a 18 anni l’uomo sparisce di nuovo.
La donna però non si arrende a cercare un rapporto con lui e gli invia un sms ogni Natale e ogni compleanno.
Alla fine la decisione di richiedere un risarcimento milionario per tutta vita che avrebbe potuto vivere e che in realtà non ha mai vissuto.
Secondo la legge italiana infatti si può richiedere il test del Dna anche se l’altra parte non è d’accordo, per evitare – come succedeva prima – che i processi attraversassero tutti e tre i gradi di giudizio allungando a dismisura le cause. Nel caso in cui poi la parte a cui si chiede il risarcimento tenti dei sotterfugi per dimostrare di non avere il patrimonio sufficiente (in una causa di qualche anno fa un uomo citato in giudizio dalla figlia biologica tentò di separarsi per finta dalla moglie in modo da dividere i beni), il giudice predispone il sequestro cautelativo.
E voi unimamme cosa ne pensate?
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