Giovani e cibo: obesità, anoressia e bulimia spiegate dagli esperti. Il delicato rapporto tra adolescenti e cibo analizzato dagli esperti dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma.
Il cibo, il suo consumo, il suo abuso e il suo rifiuto, le regole della corretta alimentazione, l’obesità e i disturbi alimentari come anoressia e bulimia, tipici dell’adolescenza. Sono questi i nuovi argomenti affrontati dalla pubblicazione dell’Ospedale Bambino Gesù “A scuola di salute“, magazine multimediale mensile.
La pubblicazione ha l’obiettivo di informare genitori e insegnanti, con un linguaggio semplice, sui temi di base della pediatria. I contenuti sono dedicati alla salute di bambini e ragazzi, alla loro crescita e ai quesiti di base che di norma vengono rivolti al medico in età pediatrica.
Dopo il numero di dicembre dedicato alle dipendenze, il nuovo numero del magazine multimediale dall’Istituto per la Salute dell’Ospedale Bambino Gesù “A scuola di salute” si occupa delle malattie legate al corpo degli adolescenti e in particolare del rapporto tra giovani e cibo e i suoi problemi, come obesità e disturbi del comportamento alimentare, come anoressia e bulimia.
Di seguito riportiamo i consigli degli specialisti del Bambino Gesù su prevenzione e cura dei disturbi dell’alimentazione.
Il rapporto degli adolescenti con il corpo è delicato e complesso. In questa fase della vita il corpo si trasforma e per i ragazzi possono sorgere problemi legati all’accettazione di sé e al rapporto con il cibo. Inoltre, oggi, con i social media e i selfie, i ragazzi e il loro corpo sono maggiormente esposti, con il rischio di complicare situazioni difficili.
Con il nuovo numero del suo magazine, l’Ospedale Bambino Gesù vuole dare alcune informazioni di base ai genitori ed educatori, fornendo una guida utile.
L’obesità è il primo grande problema e il più diffuso oggi tra gli adolescenti nei Paesi occidentali. Quando si manifesta nell’infanzia, poi, può essere molto pericolosa per la salute. Importante è il ruolo del pediatra, che faccia una visita completa al bambino/ragazzo, misuri l’indice di massa corporeo (MBI body mass index) ed effettui anche una valutazione del metabolismo. Tra le conseguenze più gravi della obesità durante l’infanzia ci sono elevati livelli di glicemia, trigliceridi, colesterolo e il fagato grasso, molto pericoloso. Obesità ma anche sovrappeso nei bambini non vanno sottovalutati, ma affrontati con interventi mirati e approcci individualizzati.
Prima che sovrappeso e obesità si manifestino, tuttavia, è importante che la prevenzione, quindi seguire un’alimentazione corretta e fare attività fisica. Consigli più volte ripetuti, ma sempre validi. Per prevenire i problemi di peso è importante, affermano gli esperti, seguire una dieta con vari alimenti. Non bisogna rinunciare ai grassi, ma semmai tenerne sotto controllo l’assunzione. Occorre limitare i cibi più calorici e ad alto contenuto di grassi e zuccheri, ma non eliminarli. Importante poi è non saltare la prima colazione. Importante è il consumo di fritta e verdura, preferire carboidrati complessi e per spezzare la fame fare spuntini intelligenti, a base di carboidrati complessi, come cracker, o fibre, frutta fresca e secca. Questo alimenti, infatti, prolungano il senso di sazietà.
Due tabelle dall’infografica.
Per tenere sotto controllo il peso è poi importante fare attività fisica, che ha effetti positivi anche sull’umore. I ragazzi dovrebbero muoversi continuamente, camminare, correre, essere attivi. I ragazzi che fanno sport hanno un più elevato rendimento cardiovascolare, sono più resistenti, con una muscolatura più forte e sono meno ansiosi e meno depressi. L’attività fisica in età pediatrica, poi, aiuta lo sviluppo armonico.
Negli adolescenti, poi, i genitori devono fare attenzione al consumo di alcol da parte dei figli, che ha effetti negativi sullo sviluppo, sull’apprendimento e sulle prestazioni scolastiche.
Una riflessione sull’alcol. fenomeno molto diffuso tra i ragazzi è il “binge drinking”, il bere in continuazione fino ad ubriacarsi. Si tratta di un fenomeno che interessa soprattutto i ragazzi tra i 18 e i 24 anni, nei momenti di socializzazione.
Il magazine multimediale “A scuola di salute”, affronta poi il tema dell’anoressia. Una malattia molto diversa dall’obesità, ma con alcune caratteristiche comuni. Sia anoressia che obesità sono, infatti, malattie del corpo e della mente. Per evitare questi disturbi in futuro, gli esperti del Bambino Gesù consigliano di instaurare una relazione positiva tra bambini/ragazzi e cibo. Vanne evitate pressioni per far mangiare i bambini il più possibile e va evitato l’uso del cibo come premio, ricatto o forma di intrattenimento. Questi atteggiamenti, infatti, potrebbero sviluppare nei bambini e ragazzi un rapporto squilibrato con il cibo. Un rapporto distorto con il cibo, infatti, è alla base obesità e anoressia.
Anoressia e Bulimia sono Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) che possono avere cause diverse e presentarsi in modo diverso. Dalle forme temporanee a quelle più gravi e durature.
L’anoressia nervosa è caratterizzata da una restrizione alimentare volontaria, dovuta ad una eccessiva preoccupazione per il peso e ad una ossessiva paura di ingrassare. Chi soffre di questa malattia digiuna o compensa con il vomito dopo aver mangiato per non prendere peso. L’anoressia si manifesta in modo evidente nell’eccessiva magrezza
La bulimia nervosa ha caratteristiche simili, ma è più difficile da riconoscere perché non causa deperimento fisico evidente. Anche in questo caso c’è il vomito indotto, preceduto però da grandi abbuffate.
Il disturbo evitante/restrittivo è una nuova forma di disturbo alimentare che consiste nel rifiuto del cibo non per paura di ingrassare ma per mancanza di interesse e gusto verso il cibo. Può essere accompagnato anche dalla paura delle conseguenze dell’atto del mangiare, come vomito, mal di stomaco o soffocamento.
I disturbi del comportamento alimentare hanno cause diverse e possono essere determinati da fattori di natura genetica-biologica e ambientale. I soggetti più vulnerabili verso questi disturbi sono di solito le ragazze adolescenti o nelle giovani adulte. Anche se negli ultimi anni l’età delle pazienti si è abbassata.
Tra i fattori che possono influire sui disturbi alimentari ci sono le pressioni sociali e culturali dei media e dei social network, che spesso impongono modelli estetici di eccessiva magrezza.
Altri fattori di rischio sono i modelli proposti dalla famiglia e dal proprio gruppo sociale quando esaltano la magrezza e incoraggiano diete dimagranti. Anche la pratica di sport a livello agonistico può causare disturbi dell’alimentazione come l’anoressia, soprattutto negli sport in cui la magrezza è fondamentale per ottenere risultati.
Di fronte ai disturbi del comportamento alimentare i genitori devono aiutare i figli standogli accanto, aprendosi all’ascolto ed evitando i giudizi. L’atteggiamento critico, infatti, va evitato perché peggiora la situazione. I ragazzi colpiti da queste malattie non ne hanno il controllo e devono essere aiutati a riconoscerla e affrontarla. Poi è fondamentale l’aiuto di uno specialista. Mai colpevolizzare i figli affetti da un disturbo del comportamento alimentare. I pazienti devono seguire un percorso di assistenza psicologica e neuropsichiatrica e vanno rieducati alla nutrizione.
Il magazine multimediale realizzato dall’Istituto per la Salute del Bambino Gesù, è disponibile sull’edicola virtuale Issuu per la consultazione.
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