Vaccini: sbagliato strumentalizzarli per la campagna elettorale. Un dura critica alla invasione di campo della politica italiana nella scienza, strumentalizzando una questione sanitaria delicata e rischia di alimentare la disinformazione.
Siamo arrivati alle elezioni politiche, che si terranno domenica 4 marzo, e in questa campagna elettorale, purtroppo, un tema delicato come quello dei vaccini è stato ampiamente strumentalizzato per cavalcare paure e dubbi di tanti genitori e ottenere voti a buon mercato. Abbiamo assistito alla diffusione di una quantità impressionante di disinformazione: bufale, teorie complottiste e ipotesi infondate. Diversi partiti si sono prestati a questo gioco, chi in modo diretto e palese chi in modo più subdolo e ambiguo. Tutto per guadagnare i consensi di quei genitori dubbiosi o contrari ai vaccini, spostando il tema su un piano meramente ideologico piuttosto che affrontarlo secondo il rigore logico e scientifico, basato sui dati e sulle evidenze non sulle credenze o leggende popolari, basato sugli studi e non sulle superstizioni o sulle approssimazioni teoriche formulate da chi è in cerca di visibilità o di denaro.
Così in una situazione di caos e di difficoltà si è buttata a capofitto la politica o mala politica, sarebbe meglio chiamarla. Una situazione di cui finora non ci siamo voluti occupare per evitare di scendere nelle polemiche e nelle partigianeria politica, ma a cui abbiamo indirettamente risposto facendo informazione corretta sui vaccini e diffondendo i risultati degli ultimi studi scientifici sui vaccini. Così si risponde a chi alimenta ignoranza, paura e oscurantismo, con i dai e con i fatti.
La singolare posizione della politica italiana sui vaccini, tuttavia, ha suscitato un certo clamore anche all’estero. In nessun Paese serio i governanti danno seguito alle teorie complottiste sui vaccini. È vero, negli Stati Uniti c’è Donald Trump con un passato antivaccinista, ma da quando è diventato presidente sembra averci ripensato e non ha più scritto tweet contro i vaccini, così come ha abbandonato il progetto di istituire una commissione che indaghi sulle sicurezza sui vaccini, presieduta da Robert F. Kennedy jr, figlio di Bobby Kennedy e noto antivaccinista. Insomma alla fine anche Trump sarebbe tornato su posizioni più ragionevoli, mentre in Italia rischiamo che i no vax vadano al governo, mettendo in pericolo la salute di tutti.
Questa singolare situazione, unica per un Paese occidentale (infatti l’Italia è tra i primi Paesi al mondo per casi di morbillo, insieme a Paesi poveri, in via di sviluppo e in guerra), in cui la disinformazione sui vaccini viene supporta addirittura da politici con un certo seguito e con aspirazioni di governo, ha suscitato interesse all’estero.
In un articolo pubblicato sulla rivista americana Time si legge che i no vax potrebbero influire sulle prossime elezioni politiche italiane. In realtà si tratta di una minoranza nel Paese, anche se molto rumorosa e ben organizzata, che comunque sta manipolando il dibattito pubblico degli ultimi mesi. Ora che diversi esponenti di partiti italiani hanno deciso di adottarne i principi antiscientifici e le teorie del complotto, le istanze no vax rischiano di andare al governo, vanificando gli sforzi fatti fin qui per preservare la salute dei bambini e di tutti contro malattie gravissime che non sono banali infezioni, ma possono essere mortali, come il caso dell’uomo morto a gennaio per il morbillo.
L’articolo del Time ripercorre le tappe recenti dell’antivaccinismo in Italia e della lotta al fenomeno, con i primi post su Facebook di Roberto Burioni, il virologo dell’ospedale San Raffaele che dal 2015 ha iniziato a scrivere interventi in difesa dei vaccini, smontando bufale e teorie complottiste. “Ho iniziato a scrivere – ha spiegato Burioni al Time, ma lo aveva giù detto anche in altre occasioni – perché non ne potevo più dei social media gestiti da persone che raccontavano bugie“.
Il dibattito pubblico sui vaccini si è esteso anche al di fuori dei social media, acquistando una dimensione più vasta e trasformando Burioni in un vero e proprio personaggio pubblico, amato o odiato a seconda dei casi, e molto presente non solo sui social ma anche in tv, alla radio e sui quotidiani nazionali.
Lo scontro sui vaccini, poi, si è inasprito, spostandosi sul piano politico, quando a maggio del 2017, la titolare del Ministero della Salute, Beatrice Lorenzin adottò un decreto d’urgenza con cui si introducevano in Italia 12 vaccini obbligatori in età pediatrica, da 0 a 16 anni, poi ridotti a 10 e infine approvati con la legge di conversione del decreto a luglio. Il provvedimento al di là di tutte le teorie complottiste più strampalate che sono state sollevate sul caso è stato adottato per un motivo ben preciso: l’esplosione dell’epidemia di morbillo in Italia (e Romania) a inizio 2017 con l’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità e l’invito ai due Paesi ad impegnarsi immediatamente per aumentare le coperture vaccinali contro la malattia, coperture che negli ultimi anni erano scese in modo preoccupante. Infatti Romania e Italia sono stati nel 2017 i Paesi con il maggior numero di casi di morbillo in Europa. Dopo anni di sottovalutazione del pericolo del calo delle coperture vaccinali, che per assicurare l’immunità di gregge dovrebbero essere al 95%, l’Italia finalmente si è decisa ad intervenire, in modo tardivo e disorganizzato, almeno all’inizio, ma il motivo è stato solo quello di arginare l’epidemia di morbillo e prevenire altre malattie gravi. Anche se intervenire quando è una epidemia già in corso non impedisce il diffondersi dei contagi, con tutte le conseguenze che comportano.
L’obbligatorietà dei vaccini, però, ha scatenato un putiferio, con le proteste dei movimenti no vax, scesi in piazza per rivendicare il diritto alla libera scelta e i politici che hanno pensato bene di approfittarne per raccogliere consensi.
Così alcune forze populiste hanno iniziato a sollevare perplessità sui vaccini e sul loro obbligo, trattando tuttavia l’argomento senza alcuna competenza medico-scientifica e senza portare alcuno studio serio a sostegno delle proprie argomentazioni, ma avvalendosi esclusivamente degli strumenti dell’ideologia e della retorica politica. Va detto che alcuni politici più scrupolosi di altri, pur riconoscendo l’importanza e l’efficacia dei vaccini hanno tuttavia sollevato alcune perplessità sullo strumento dell’obbligo come mezzo efficace per indurre la popolazione a vaccinarsi e hanno sostenuto, anche citando studi ed esperienze in materia come il caso della Svezia dove le coperture vaccinali sono alte ma non c’è obbligo, che il miglior modo per aumentare il numero delle persone vaccinate è convincerle con l’educazione e la persuasione piuttosto che con la coercizione. Si tratta comunque di posizioni che sono rimaste in secondo piano, purtroppo, in un dibattito politico fortemente polarizzato e in cui hanno finito con il prevalere le posizioni più radicali e scomposte.
Così si è venuta a creare una situazione caotica, in un clima di sfiducia, in cui tutti vogliono dire la loro sui vaccini, anche quando ne capiscono molto poco.
Intervistato a Time, lo storico della medicina dell’Università la Sapienza, Andrea Grignolio, ha spiegato che in Italia le persone scettiche nei confronti dei vaccini sono i “genitori ricchi e più avanti con l’età, che sono suscettibili alle medicine alternative, come l’omeopatia, e alle teorie del complotto”. Una situazione dovuta anche a una serie di scandali di corruzione che hanno fatto venire meno la fiducia del cittadini nei politici. Così, “quando si tratta di vaccini, ognuno ha la sua opinione e crede che sia quella giusta”.
Di questa situazione di sfiducia e confusione nell’opinione pubblica, i partiti più estremi e populisti hanno pensato bene di approfittarne per fare propaganda sui vaccini, assecondando le posizioni no vax e promettendo di cancellare l’obbligo delle vaccinazioni in Italia.
I no vax non determineranno l’esito delle elezioni in Italia. Tuttavia se il nuovo governo dovesse rimuovere l’obbligo vaccinale, la situazione diventerebbe ancora più grave di quanto non lo sia già stata. La copertura vaccinale si abbasserebbe ancora, con gravi effetti sulla popolazione italiana e non solo. “Ci saranno epidemie, morti, gli italiani esporteranno i casi in altri Paesi che allora soffriranno epidemie perché l’Italia avrà esportato il morbillo”, è l’avvertimento di Robb Butler, a capo della sede per l’Europa dell’Onu sulle malattie prevenibili con i vaccini e l’immunizzazione.
Politicizzare un argomento come i vaccini, quando un elevato numero di persone è a rischio, è il massimo dell’irresponsabilità, afferma Butler, concludendo:. “E’ completamente inaccettabile quando la salute pubblica, in particolare l’immunizzazione infantile, venga usata come leva politica. Ma in molti Paesi è così e questi sono i Paesi che lottano di più“.
Che ne pensate uninmamme?
L’articolo di Tome lo trovate qui.
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