Genitori arrestati per aver costretto i loro figli a vivere in una baracca per 4 anni.
Spesso sono proprio i genitori ad essere degli orchi, come nel caso di quella bambina di 9 anni costretta a prostituirsi dalla sua famiglia. La triste storia arriva appunto dagli Stati Uniti: mentre i genitori dovranno probabilmente andare in prigione, la scoperta sulle condizioni di vita dei loro figli ha costretto le persone ad interrogarsi sulla situazione dell’estrema povertà e di abusi che molte famiglie sono ancora costrette a vivere.
Mentre stava conducendo un giro di routine nel deserto di Joshua Tree, uno sceriffo è arrivato vicino ad un luogo che sembrava una roulotte abbandonata, come riporta il dipartimento di San Bernardino.
Dopo aver trovato all’incirca 40 gatti dentro il mezzo, ha continuato a cercare la proprietà, scoprendo presto un “largo box rettangolare fatto di compensato”.
Tre ragazzi di 11, 13 e 14 anni vivevano lì: il box era lungo appena 6 metri, alto 1,20 metri e largo 3 metri, con un pezzo di plastica come tetto. E ci vivevano da ben 4 anni.
Le autorità hanno inoltre saputo che la proprietà non aveva elettricità o acqua corrente e che era circondata da larghe buche, cumuli di immondizia, e feci umane. Sempre le autorità hanno detto che i bambini “non avevano un’adeguata nutrizione” e che vivevano in una condizione “non sicura”.
Secondo i media locali, si legge su People, i bambini non erano bloccati o tenuti in cattività. La loro madre, la 51enne Mona Kirk, dormiva nel box mentre il 71enne Daniel Panico, dormiva nella roulotte. E’ stato inoltre rivelato che i bambini non erano iscritti alla scuola pubblica.
Panico e Kirk sono stati arrestati e condotti in prigione e condannati a pagare 100mila dollari per crudeltà su minori.
I tre figli nel frattempo sono stati affidati ai servizi sociali.
Nonostante l’apparenza e le condizioni terribili in cui facevano vivere i tre figli, in molti hanno dato ragione ai genitori: “Penso che nessun crimine sia stato commesso qui” ha detto una persona – “La famiglia era povera. Non è come se li punissero o li tenessero in povertà di proposito“.
Che sia giusto o meno che questi genitori abbiano suscitato compassione o che sia giusto che trascorrano del tempo in prigione, di una cosa si è contenti: che questi tre ragazzi possano essere stati salvati dalla loro prigione infernale e che con l’aiuto di persone competenti possano avere una vita migliore, lontano da tutte le pene che hanno dovuto subire finora.
E voi unimamme cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di una coppia di genitori che costringono i loro figli a bere candeggina per combattere l’autismo.
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