Unimamme, oggi vi parliamo di come anonymous ha attaccato il Miur, rubando migliaia di dati.
Il noto gruppo hacker non ama certamente la “buona scuola” di Matteo Renzi e per questo ha attaccato il Miur rubando 26 mila indirizzi di posta elettronica dei professori, compresi quelli appartenenti a Università e Ricerca.
Insieme ad essi vi era anche la password.
Anonymous avrebbe quindi violato pochi siti web e un paio di forum di coordinamento della scuola rubando indirizzi, passwords e numeri di telefono.
Le indagini hanno stabilito però che i dati non sono riconducibili a componenti dei sistemi informatici del Miur. In modo particolare non sono stati trafugati dati che gestiscono l’accesso agli accounti che finiscono per @istruzione.it.
Dopo aver controllato gli indirizzi pubblicati è inoltre emerso che:
Le password non sono infine quelle necessarie per accedere agli indirizzi. In pratica gli indirizzi e-mail caduti nelle mani di Anonymous sarebbero stati utilizzati per accedere a un altro sito che poi è stato hackerato.
Il danno, naturalmente, non va sottovalutato perché oltre a spiare la posta uno dei danni più gravi potrebbe riguardare i dati sulle donazioni del 5×1000 alle università da cui si può risalire al profilo fiscale dei donatori.
Inoltre vi è anche la minaccia del furto di identità.
Anonymous si è scagliato, in modo particolare, con il Ministro Fedeli, ecco le loro motivazioni:
“Salve Ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, le diamo il benvenuto nell’arena. Siamo qui oggi per parlare di un tema delicato che ha fatto discutere molto, ovvero l’alternanza scuola lavoro. L’alternanza scuola lavoro, nasce con l’intento di far conoscere agli studenti il mondo del lavoro, o almeno questo vuole essere lo scopo della gentile Sig.ra Fedeli.
Studenti di un liceo scientifico che iniziano a conoscere il mondo del lavoro a partire da una catena di cancro come McDonald’s, può essere paragonata solamente alla stregua di un povero elefante in un negozio di porcellana, studenti che alla fine vengono anche sfruttati solo per il vostro interesse nell’avere manodopera giovane e gratuita. Siete solo aguzzini che sfruttano l’esperienza nulla che hanno i giovani d’oggi approfittandovene per il vostro tornaconto personale.”
“E così come voi Ministri e Parlamentari state cercando di rovinare la scuola, noi cerchiamo di rovinare voi, ma con una sola differenza! Quale? Che voi fallite sempre, noi no. Expect US!
Se prima la scuola non funzionava per le infrastrutture inadeguate o fatiscenti, gli insegnanti ignoranti e negligenti (ancora presenti in abbondanza), e per tutta la farsa di studiare materie improntate non alla logica ma al puro nozionismo, ora – ribadiscono – funziona ancor di meno. Ma tanto alla Sig.ra Fedeli & Company, cosa interessa? Lei e la sua ciurma a fine mese hanno sempre lo stipendio in banca (chissà per quanto), lasciando fare quella misera esperienza lavorativa agli studenti“.
La rivendicazione di Anonymous è passata per l’account Twitter LulzSecITA.
La buona scuola con cui se la prende Anonymous è il frutto di un lavoro iniziato nel 2014 dal Governo e proseguito poi con sindacati, studenti e genitori.
Sono stati stanziati 3 miliardi per poter assumere i docenti di cui la scuola ha bisogno e si è garantita maggiore autonomia scolastica.
Agli studenti viene poi fornita un’offerta formativa più ricca che si richiama alla tradizione, con musica e arte, ma anche al futuro con più:
Consapevoli che una buona formazione scolastica è un veicolo per combattere la disoccupazione giovanile dilagante, la buona scuola punta anche su esperienze concrete di lavoro.
Il numero di istituti superiori che organizzano percorsi di alternanza scuola lavoro sono ancora pochi, per questo ci vuole anche la disponibilità di aziende che non vedano le nuove leve come un peso.
Alle ore di alternanza partecipano anche i docenti che dovranno essere formati come tutor dei ragazzi in azienda. Inoltre si vuole promuovere un’interpretazione dei laboratori negli istituti tecnici e professionali come palestra di innovazione legati alla stimolazione del problem solving.
L’alternanza scuola lavoro obbligatoria per tutti gli studenti degli ultimi 3 anni di scuola superiore, deve arricchire la loro formazione e garantire progetti in linea con il loro piano di studi.
Queste iniziative ed innovazioni non possono però avere successo senza una rete, poli tecnico professionali che intorno filiere produttive e professionali raggruppano istituti tecnici e professionali, centri di formazione.
La scuola deve essere incentivata a predisporre piani di orientamento coerenti con la domanda di lavoro sul territorio.
Unimamme, cosa ne pensate dei due aspetti di questa problematica che coinvolge istruzione, formazione diretta al reale scenario lavorativo e l’attacco di Anonymous, di cui si parla su Repubblica, che vede tutto dalla prospettiva dello sfruttamento dei nostri ragazzi?
Voi concordate con Anonymous o con gli sforzi di migliorare il sistema scolastico con la “buona scuola“?
I vostri figli hanno provato l’alternanza scuola lavoro?
Noi vi lasciamo con un approfondimento su L’ora delle idee a scuola e sullo stanziamento di fondi per finanziare progetti per combattere la disoccupazione giovanile.
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