Obbligo vaccinale: al 10 marzo ancora 30mila bambini non in regola. Rischiano l’espulsione dalla scuola materna.
Siamo arrivati alla fatidica scadenza del 10 marzo 2018, quella entro la quale, secondo la legge sull’obbligo vaccinale (decreto Lorenzin), tutti i bambini e ragazzi da 0 a 16 anni dovranno essere vaccinati pena multe per i genitori e l’esclusione dalla scuola materna per i più piccoli. L’avvenuta vaccinazione, per chi ancora non lo ha fatto, dovrà essere dimostrata con la presentazione a scuola del certificato vaccinale.
Molti bambini e ragazzi ancora non sono in regola. Tra i genitori c’è chi ha ritardato le vaccinazioni, chi non ha preso alcun appuntamento presso i centri vaccinali, presentando alla prima scadenza di settembre scorso un’autocertificazione di fatto falsa, e chi invece ha preso appuntamento ma la vaccinazione è stata fissata dopo la scadenza del 10 marzo. Le famiglie che si trovano in quest’ultima situazione non devono temere, purché presentino alla scuola il documento rilasciato dalla Asl dell’avvenuta prenotazione della vaccinazione.
Secondo le stime, diffuse alla vigilia della scadenza dalla Società Italiana di Igiene, sarebbero circa 30mila i bambini sotto i 6 anni di età a non essere ancora in regola con la documentazione sulle vaccinazioni. Bambini che potenzialmente potrebbero essere esclusi dai nidi e dalle scuole materne, perché i loro genitori non hanno presentato i certificati vaccinali nei termini.
Di questi 30mila bambini, tuttavia, non è possibile conoscere il numero esatto di quelli che non saranno più ammessi a scuola perché ogni Regione si organizza in modo diverso. Ha riferito il past president della Società italiana di Igiene Carlo Signorelli.
Di certo si sa solo che si era partiti da una base di 120mila bambini “in arretrato nelle coorti 2011-2015 calcolati dal ministero della Salute quando è stata approvata la legge. Di questi circa un terzo era già stato recuperato a ottobre 2017, e si può stimare che ancora circa 30mila non siano in regola”, ha spiegato ancora Signorelli.
È molto probabile però che questi bambini non saranno esclusi da scuola: ci sono Regioni che hanno concesso una proroga perché hanno l’anagrafe vaccinale, mentre altre danno un appuntamento d’ufficio quando mandano la lettera di richiamo ai genitori. Prima di escludere il bambino da scuola ci dovrebbe essere almeno un ultimo colloquio dei genitori con la Asl.
In ogni caso, la legge sull’obbligo vaccinale ha recuperato molti bambini non vaccinati. L’obbligo, infatti, ha agito sia sui genitori esitanti sia sulle strutture, che si sono trovate per effetto della legge sull’obbligo e del nuovo piano vaccinale a dover fare il doppio delle vaccinazioni rispetto al passato.
i centri vaccinali sono riusciti a vaccinare i bambini, con disservizi contenuti rispetto alla mole di lavoro che si sono visti arrivare nel giro di pochi mesi.
Lo schema delle vaccinazioni obbligatorie in Italia dal 2017.
Alla scadenza del 10 marzo, Miur e Ministero della Salute hanno accordato una proroga di un paio di settimane per le regioni che hanno un’anagrafe vaccinale.
Il termine di scadenza per adempiere l’obbligo vaccinale rimane sempre quello del 10 marzo, ma si prevede una procedura semplificata per alcune regioni.
Regioni con procedura standard. Rimane la scadenza del 10 marzo per la presentazione a scuola dei documenti sull’avvenuta vaccinazione oppure relativi alla prenotazione presso la Asl (se l’appuntamento per la vaccinazione è fissato dalla ASL dopo il 10 marzo). Nel caso in cui l’obbligo vaccinale non si sia adempiuto è vietato l’accesso per asili nido e scuola infanzia (0-6 anni) fino, a quando il bambino non sarà in regola con le vaccinazioni obbligatorie. Invece, per i ragazzi della scuola dell’obbligo (7-16 anni) scatta la procedura che può portare ad una sanzione pecuniaria da 100 a 500 euro. In ogni caso, i bambini (0-6 anni) saranno immediatamente riammessi a scuola nel momento in cui dimostrino di essere in regola.
Regioni con procedura semplificata. In alcune Regioni, quelle dotate di anagrafe vaccinale informatizzato (e anche quelle che vogliono aderire) è possibile anticipare anche per l’anno scolastico 2017/2018 la procedura semplificata, prevista dalla legge a partire dall’anno scolastico 2019/2020 che consente lo scambio diretto di dati tra Asl e Istituti scolastici (ad esempio al momento hanno aderito a questa procedura per l’anno scolastico 2017/2018: Veneto, Piemonte, Emilia Romagna, Lazio, Toscana, Marche, Liguria, Lazio, Valle d’Aosta, Sicilia, province autonome di Bolzano e Trento).
In questo caso, i genitori non dovranno portare a scuola la documentazione entro il 10 marzo. Il rispetto degli adempimenti vaccinali, infatti, sarà accertato direttamente dagli Istituti scolastici e Asl grazie allo scambio dei flussi informativi. Resta comunque valida la scadenza del 10 marzo, fissata dalla Legge, che prevede che nel caso non si sia adempiuto agli obblighi vaccinali sarà vietato ai bambini l’accesso ad asili nido e scuola infanzia (0-6 anni). Per i ragazzi della scuola dell’obbligo (7-16 anni) scatterà la procedura che può portare ad una sanzione da 100 a 500 euro.
La procedura semplificata prevede che entro il 20 marzo le scuole invieranno alle famiglie che non risultano in regola con gli adempimenti una comunicazione scritta. Le famiglie avranno 10 giorni per presentare la documentazione. In ogni caso, i bambini (0-6 anni) saranno immediatamente riammessi a scuola nel momento in cui dimostrino di essere in regola.
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