Unimamme, i genitori dovrebbero essere più informati sul rapporto tra giovani e social media, per poterli aiutare in caso di bullismo o quando incontrano qualcosa che li turba.
Purtroppo, molto spesso, le mamme e i papà ignorano completamente le attività dei loro ragazzi sui social o magari credono di esserne al corrente ma non è così.
Ecco cosa è emerso quando un insegnante ha provato a sondare il legame tra giovani e social media a scuola.
“Lavorare in una scuola superiore è davvero interessante. Vedo questi ragazzi nello stadio della vita più emotivo e in cui si sentono più impacciati.
Insegno scienze, ma quando ho tempo cerco di spremere un po’ di lezioni di vita e fare da mentore.
Ma questo non funziona se non sono davvero disposto ad ascoltare e capire le loro situazioni e problemi.
Sono veramente preoccupato per la loro salute mentale, il bullismo e l’uso dei social media.
Oggi ho chiesto a tre studenti della mia classe di finire la frase: “ciò che i miei genitori non sanno dei social media è…“
Ragazzi, le risposte sono disgustose. Da spezzare il cuore. Da deprimersi.
Genitori del mondo, SVEGLIATEVI.
I vostri figli vivono in un mondo di cui voi non siete invitati a fare parte.
E sanno come tenervi fuori.
I vostri figli adolescenti NON HANNO BISOGNO di uno smartphone.
Ho chiesto a 85 ragazzi ragazzi di 14-15 anni di finire la frase. 5 hanno detto che non hanno account social media.
Cinque.
Tutti gli 85 bambini hanno una media accademica di grado A e sono giudicati da tutti bravi ragazzi.
Ecco qui le cose comuni confessate dagli 80 ragazzi che hanno account sui social media.
Aggiornamento: dal momento che questo post sta diventando virale voglio assicurare i lettori su quanto AMI questi adolescenti.
Mi sembra facile criticare questi ragazzi, i genitori e perfino me.
Se dovete commentare usatelo come un modo per mostrare ai miei studenti la buona cittadinanza.
Siate gentili. Abbiate compassione. Nei prossimi giorni lavorerò a stretto contatto con la mia scuola, la comunità e terapisti locali per capire come aiutare i ragazzi”.
Di seguito le risposte dei ragazzi alla domanda del professore: ciò che i miei genitori non sanno dei social media è…
Dico tantissime parolacce a tutti. Ricevo foto di ragazzi nudi che nemmeno conosco. Ridicolizzo e prendo in giro tutti, amo crearmi false identità”.
“ho un account segreto dove parlo della mia salute mentale, ho anche amici su internet”.
“Che ne ho uno”.
“che posso inviare immagini di nudi, riceverne, sesso, droghe, password, immagini, cancellare testi, comprare bonghi, pipe, incredibili video con persone nude”.
“posso cancellare i messaggi che ho inviato”.
“parlo con persone con cui non dovrei parlare, ho un account Instagram che non dovrei avere”.
“è l’unico luogo dove possiamo andare quando siamo annoiati. Ed è per questo che creiamo account spam per postare strane foto di noi stessi”.
“Lì i ragazzi vengono davvero bullizzati, che ci sono immagini inappropriate e nudi. Tanti ragazzi hanno account segreti e inviano cose inappropriate”.
“che mi tiene connesso alla mia famiglia estesa e il mio account falso mi permette di esprimere liberamente le mie opinioni e frustrazioni.
Vengo spesso manipolato e indotto a pensare che se smetto di parlare con alcune persone quelle proveranno a suicidarsi o a fare qualcosa dopo”.
“io rimango lì fino alle 2 del mattino tutti i giorni”.
Le dichiarazioni dei ragazzi sono state raccolte sulla pagina Facebook dell’insegnante Skipper Coates, diventando virali.
I like sono 4,3 mila e le condivisioni 27.379.
Il problema va inquadrato in uno schema più complesso indagato anche dai ricercatori.
Secondo Pew Research Center nel 2015 il 73% degli adolescenti negli Stati Uniti aveva accesso agli smartphone.
Di questi il 68% dei giovani tra 13 e 14 anni aveva accesso al cellulare.
Secondo i risultati di uno studio effettuato presso la Brigham Young University il comportamento di dipendenza dei ragazzi sui social media è legato al bisogno di un’istantanea gratificazione.
Questo desiderio diventa poi una strategia di adattamento per alcune persone.
Essig-Thunell, studente laureato in psicologia, autore dello studio, sostiene che quando ci sentiamo giù siamo più inclini a questi comportamenti per non sentire le emozioni negative.
Tutto ciò induce i comportamenti di dipendenza che sono una sorta di fuga dal dolore.
Di recente vi avevamo parlato anche noi di uno studio da cui emergeva che gli smartphones danneggiano seriamente la salute dei ragazzi.
Secondo lo psicologo specialista Sean O’Hara la dipendenza da tecnologia è simile ad altre forme di dipendenza come il gioco d’azzardo. I ragazzi che trascorrono molto tempo online possono avvertire la paura di essere tagliati fuori o l’ansia di essere esclusi da qualche attività social o parzialmente social.
Se poi i loro messaggi sui social media non ottengono nessuna risposta sopraggiunge il timore di essere isolati.
Caglar Yildirim, professore di interazione uomo/macchina presso la State University di New York ha elaborato un quiz con 20 domande per stanare la dipendenza dalla tecnologia.
Le domande erano di questo tipo: “esaurire la batteria del mio smartphone mi spaventa” o “cado nel panico se esaurisco il mio credito per il mese o raggiungo il limite dei dati”…
Chi raggiungeva un punteggio tra 100 e 140 soffriva di nomofobia, ovvero la paura incontrollata di rimanere sconnessi dal cellulare.
Unimamme, voi cosa ne pensate delle risposte dei ragazzi e degli studi citati su KLS.com?
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