Si tratta dell’ennesima storia di degrado e violenza: i tre minori sono tutti e 3 ragazzi cresciuti in un quartiere a rischio. Due avevano 16 anni e uno 15 e non andavano a scuola né lavoravano.
Nella notte del 5 marzo i tre ragazzini hanno aspettato che Francesco della Guardia, 51 anni, guardia giurata, staccasse dal turno di notte nella stazione di Piscinola-Scampia, per aggredirlo al fine di rubargli la pistola e venderla per ricavarci un po’ di soldi (500-600 euro). L’uomo, colpito più volte alla testa, è stato ricoverato e dopo circa 2 settimane è morto.
Grazie ai filmati della videosorveglianza e alle indagini, i tre ragazzi sono stati individuati e fermati con l’accusa di tentata rapina e omicidio doloso. Dopo aver confessato sono stati trasferiti presso l’Istituto di rieducazione di Nisida.
Diverse le reazioni. La moglie del vigilante chiede giustizia e il figlio Giuseppe, provato dal dolore, prova rabbia e incolpa anche i genitori dei minori.
“Per me sono complici degli assassini, sia chi esprime solidarietà sui social con i minorenni arrestati sia i loro genitori che li hanno lasciati alle 3 di notte andare in giro aggredendo un uomo buono che faceva il suo lavoro” ha dichiarato all’Ansa.
I genitori dei minori, ritrovati e intervistati da Repubblica, hanno invece dichiarato di non aspettarsi nulla del genere.
Una mamma dei 3 ragazzi ha dichiarato “Ho detto a mio figlio che ora non mi vedrà più. Io non ci volevo credere che avevano fatto una cosa così assurda. Anche se lui ha guardato solamente, perché io non ci credo che lui ha colpito, ma deve pagare il suo reato. Non ha voluto studiare, lo stavo mandando in Germania a lavorare. Era l’unico modo per salvarsi” e ha mostrato che aveva anche già comprato il biglietto.
I genitori del secondo, che sembrava anche essere una promessa del calcio, si sono meravigliati di ciò che aveva fatto il figlio.
Il padre del terzo, il più piccolo, ha invece spiegato che era separato dalla madre da 4 anni e che il ragazzino viveva con la mamma in casa della zia materna. La mamma però in quei giorni non c’era perché in Germania a seguire un altro figlio trasferitosi per lavoro. “Un figlio viene come vuole lui, come le piante, crescono storte o dritte e tu non ci puoi fare niente” avrebbe dichiarato ai giornalisti
Abbiamo già parlato in passato del degrado di alcune zone di Italia, delle baby gang, e di come manchi supporto alle famiglie e ai ragazzi che vivono quindi un disagio prima di tutto educativo. Occorrerebbe davvero investire sui bambini, sin da piccoli, e sulle famiglie, e favorire la loro crescita emotiva e psicologica, evitando che la violenza diventi strumento di affermazione.
E voi unimamme, che ne pensate? Quali soluzioni vedete?
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