Per spiegare cosa sia il bullismo, la Pixar ha realizzato un corto animato bellissimo, “Lou”, un progetto candidato addirittura agli Oscar.
Il bullismo sta diventando un problema sempre più impellente: i recenti fatti di cronaca di un ragazzo di 17 anni che si è suicidato per colpa delle prese in giro, ha fatto molto riflettere.
Bullismo: il corto Pixar che spiega cos’è
Il fatto è che si tratta di una piaga – non esito a definirla così – che bisogna affrontare fin da quando i bambini sono piccoli, perché per esempio giustificare certi comportamenti come i calci e i pugni quando i bimbi sono all’asilo, può portare a trasformare quei piccoli in futuri bulli.
Il piccolo bullo in realtà è qualcuno che a sua volta ha subìto violenza e che non conosce altro modo per esprimere il proprio disagio visto che quello è l’unico linguaggio che conosce.
Per far comprendere che cosa sia il bullismo, la Pixar ha deciso di realizzare un corto, “Lou”, che ha anche avuto una nomination agli Oscar 2018. Si tratta di una storia molto semplice, ma altrettanto toccante.
J.J. fa appunto il bullo con gli altri bambini della scuola: ruba una bambola, prende i loro videogiochi, invece che giocare a football li fa inciampare nelle pattumiere.
Ad un certo punto, quando tutti i bimbi rientrano in classe dopo la ricreazione, anche a J.J. viene rubato lo zaino: a farlo non è un altro bambino ma una strana creatura composta da tutti gli oggetti persi e lasciati in un contenitore di legno sotto la tettoia della scuola.
Ad un certo punto si scopre come mai J.J. è diventato con il tempo un bullo: qualcuno in passato gli aveva preso qualcosa che per lui aveva grande significato ed è per questo che è diventato prepotente con gli altri. La strana “creatura” gli fa capire di aver sbagliato e lo esorta a restituire – o forse regalare – gli oggetti che ci sono nel contenitore agli altri bambini.
Quando il contenitore è ormai vuoto, J.J. ritrova qualcosa del suo passato che lo renderà così felice da comprendere che le buone azioni possono portare del bene e a trovare dei nuovi amici.
Un messaggio sicuramente importante che deve far riflettere anche noi adulti sul ruolo che abbiamo nei confronti dei bambini: mai sottovalutare dei gesti che non possono essere definiti delle “cose da piccoli” e aiutarli a gestire le proprie emozioni.
Intanto vi lasciamo con il post che parla di un padre che postato la faccia di suo figlio su Facebook per far conoscere il vero volto del bullismo.
E voi unimamme cosa ne pensate?