La “Casa dei Papà”: una struttura per i padri dei piccoli pazienti

casa dei papà inaugurazione

“Casa dei papà”: il progetto dell’Ospedale pediatrico Bambino Gesù che aiuta i padri dei bambini ricoverati a rimanere accanto ai loro figli. 

Quando un bambino viene ricoverato, magari per un lungo periodo, è uno sconvolgimento non solo per la malattia, ma anche per l’organizzazione famigliare. Capita spesso che mamma e papà si dividano per accudire chi si trova in ospedale e chi invece rimane a casa, con il risultato che spesso ci sono difficoltà di gestione economica, soprattutto se non si è di Roma, dove si trova il Bambino Gesù.

La “Casa dei Papà” per aiutare le famiglie dei pazienti 

Per venire incontro a queste necessità è stata inaugurata a Roma, dalla presidente del Bambino Gesù, Mariella Enoc e dal Ministro Provinciale della Provincia italiana di S. Francesco dei Frati Minori conventuali, P. Franco Buonamano, la “Casa del papà”. Si tratta di un progetto nato grazie alla comunità parrocchiale di S. Dorotea, assieme alla Comunità francescana di S. Giacomo alla Lungara insieme ai volontari del Vo.Re.Co. (Volontari Regina Coeli) che prestano sostegno e aiuto ai detenuti e alle loro famiglie del carcere “Regina Coeli”

L’Ospedale Bambino Gesù  si occupa della selezione delle domande, privilegiando chi ha più bisogno. La struttura ha infatti 6 posti letto, totalmente gratuiti, e dopo un periodo di rodaggio a settembre sono già 120 i padri ospitati, provenienti da diversi parti del mondo, come Afghanistan, Grecia, Libia, Albania e dal sud Italia.

Questa casa – spiega la presidente Enoc – costituisce un’altra importante ‘maglia’ della rete di accoglienza che sostiene l’attività dell’ospedale Bambino Gesù con oltre 20 strutture. Grazie al contributo di numerose associazioni di genitori e di volontariato accreditate, oltre 3500 famiglie di piccoli pazienti in difficoltà vengono accolte ogni anno assicurando circa 90 mila notti di ospitalità. Una rete di solidarietà e generosità tanto più importante in un momento in cui si moltiplicano le richieste per l’accoglienza a titolo umanitario nelle nostre sedi di bambini di ogni parte del mondo con patologie gravi o traumatizzati dai conflitti che non potrebbero altrimenti essere curati nei Paesi di provenienza”.

L’entusiasmo con cui è stata accolta questa iniziativa è stato tanto – ha dichiarato il p. Vittorio Trani, della Comunità francescana di via della Lungara e cappellano ‘storico’ del carcere di Regina Coeli -. “L’augurio è che si possa continuare a lungo ad esprimere solidarietà ed attenzione a coppie giovani che si trovano a confrontarsi con la sofferenza dei propri figli”.

E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con il post che parla dei record dell’Ospedale Bambino Gesù. 

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