Una mamma malata e incinta è stata respinta alla frontiera con la Francia, è morta dopo aver dato alla luce un bimbo prematuro.
Beauty è il nome di una donna, una migrante come tante altre che transitano nel nostro Paese con la speranza di raggiunge un altro Paese europeo.
La sua drammatica storia è giunta però alle cronache per il suo ultimo, disperato tentativo di varcare la frontiera con la Francia, presso il Colle della Scala, mentre era gravemente malata e con un bimbo di 7 mesi in grembo.
La mamma trentunenne aveva un linfoma nel petto, non riusciva a respirare e a stare seduta, sapeva già che probabilmente non avrebbe vissuto a lungo, ma desiderava, come tutti i genitori, assicurare un avvenire migliore al figlio.
Lei e suo marito Destiny erano arrivati in Italia nel 2004, per un certo periodo lui ha trovato lavoro, poi però l’ha perso.
Da qui la decisione di spostarsi in Francia dove la mamma aveva una sorella.
“Mia moglie sarebbe potuta tornare in Francia perché lei aveva i documenti, ma io non non potevo passare e lei è rimasta per me, per il nostro amore. Non ha voluto lasciarmi” dichiara Destiny.
Inizialmente, il 9 febbraio, la coppia aveva cercato di raggiungere la Francia a bordo di un bus ma era stata fermata dalla gendarmeria.
Così hanno pensato di passare dalle montagne, ma sempre la gendarmeria francese li ha intercettati e riportati in Italia.
“Li hanno lasciati davanti alla saletta di Bardonecchia senza nemmeno bussare alla dottoressa che era di turno all’interno” ha dichiarato Paolo Narcisi, presidente dell’Associazione Rainbow 4 Africa che ha assistito almeno un migliaio di migranti a Bardonecchia dall’inizio dell’inverno.
Narcisi sottolinea che benché la donna incinta stesse male i gendarmi francesi l’hanno lasciata davanti alla stazione di Bardonecchia senza nemmeno accompagnarla all’ospedale di Briancon che pure era vicino.
“Le autorità francesi sembrano avere dimenticato l’umanità. I corrieri trattano meglio i loro pacchi” ha accusato l’uomo su Repubblica.
Destiny è poi rimasta ricoverata al Sant’Anna seguita dall’Ostetricia e Ginecologia della professoressa Tullia Todros e dall’ematologia ospedaliera delle Molinette diretta dal dottor Umberto Vitolo.
I medici hanno cercato di tenerla in vita il più possibile per portare avanti la gravidanza e dare maggiori chances al bambino.
Alla fine hanno fatto nascere suo figlio, il cui nome è Israel, è nato prematuro e pesava solo 700 grammi.
Il padre ha deciso di chiamarlo così perché sia lui che la moglie ora defunta sono cristiani.
Destiny non lascia mai il figlio rimasto orfano della mamma e ora pesa già 900 grammi.
“Sono suo padre e gli starò accanto. Per lui voglio un futuro migliore”.
Come sottolinea un medico del reparto di neonatologia inizialmente Israel ha avuto bisogno della respirazione assistita ma adesso sta meglio, sta diventanto più autonomo.
“Sarà un processo lungo“.
I medici del Sant’Anna assistono il padre e il piccolo prematuro in tutti i modi possibili e tra di loro è scattata anche una gara di solidarietà.
“Partecipiamo volentieri, perché un giorno potrebbe toccare a noi…”.. aggiunge sempre Narcisi.
Nella saletta di Bardonecchia gestita dall’Associazione Rainbow 4 Africa ci sono sempre una decina di migranti, da qualche settimana poi sono aumentate le donne con bambini piccoli. Questo però non è l’unico luogo da cui i migranti tentano la traversata.
Ci sono anche il Claviere e il Monginevro.
Solo poco tempo fa una guida alpina francese Benoit Ducos ha soccorso una migrante in travaglio a Briancon e ora rischia 5 anni di carcere.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa vicenda?
Trovate giusto il comportamento dei gendarmi francesi?
Noi vi lasciamo con il ricordo di un pescatore lampedusano che è stato riconosciuto Giusto dell’Umanità per aver salvato dei migranti che rischiavano di morire in mare.
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