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La trasmissione Report sui seggiolini in auto: sono davvero sicuri e usati?

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Valentina Colmi

Il seggiolino in auto è obbligatorio: in tutta Europa i bambini devono viaggiare in auto con il seggiolino, ma nonostante questo molti ancora non lo considerano un accessorio fondamentale.

Report, la trasmissione d’inchiesta di Rai Tre, ha dedicato la nuova puntata ai seggiolini d’auto.

Seggiolini in auto: Italia maglia nera, o quasi, in Europa circa la sicurezza dei bambini

In Europa il limite di età in cui i bambini devono viaggiare in auto cambia e varia dai 10 ai 14 anni, mentre in Lussemburgo arriva fino a 17 sotto il metro e mezzo di altezza.

In Italia invece la questione è legata ai chili di peso: sotto il metro e cinquanta di altezza e fino ai 36 kg è obbligatorio.

Secondo l’Istat, però:

  • un seggiolino su due è montato male
  • quattro automobilisti su dieci non lo utilizzano.

A testimonianza di questo alcune interviste della giornalista Lucina Paternesi che ha mostrato come i genitori non siano particolarmente attenti: una mamma di 4 figli ha detto che il seggiolino montato è solo per uno, mentre un’altra ha detto che non hanno il seggiolino perché abitano vicini alla scuola. Sta di fatto però che nel 2017 la polizia ha dato 4000 multe, anche per i genitori che hanno montato passeggini non omologati (è omologato il seggiolino che in caso di scontro frontale a 50 km orari è sicuro).

Nonostante ciò, noi Italiani siamo tra quelli più indisciplinati: l’’European Transport Safety Council ha pubblicato nel suo ultimo rapporto delle cifre che fanno riflettere: 8 mila bambini morti negli ultimi dieci anni in Europa per incidenti stradali (peggio di noi solo Ungheria e Serbia).

Come si riesce a scegliere però un seggiolino sicuro, anche tra quelli omologati, visto che i costi variano molto? Alcuni seggiolini costano anche meno di 60 euro mentre altri addirittura 500.

Secondo Massimo Gualtieri, esperto di sistemi di sicurezza di Bimbo Store, sostiene che non è tanto il prezzo che garantisce la sicurezza visto che “ci sono seggiolini in commercio che costano 200 euro, 250 euro, 300 euro e non sono seggiolini sicuri e trovi invece dei prodotti da 79 euro, 80 euro, 89, che sono molto più validi. Te ne accorgi conoscendo l’azienda”.

E per conoscere l’azienda come si fa? Bisogna guardare i test indipendenti, che vengono fatti in Svizzera, Austria e Germania ogni 6 mesi e organizzati dagli Automobile Club. In questi casi vengono testati non solo la resistenza agli urti ad una velocità superiore a 64 km/h in caso di impatto frontale e laterale (e non a 50h come da noi e solo in caso di impatto frontale) ma anche la tossicità dei materiali. Proprio grazie e questi test si è scoperto che alcuni seggiolini molto conosciuti non sono sicuri. Per la legge italiana, infatti, è sufficiente un’autocertificazione delle aziende.

I test di omologazione fatti in Italia però vengono analizzati all’estero. Sigfrido Ranucci, il conduttore di Report, in studio ha detto: “Per quello che riguarda il nostro ministero dei Trasporti, abbiamo capito che ha abdicato al controllo sulla sicurezza delegandolo agli altri: dal 2007 a oggi ha omologato 4 seggiolini”.

Le aziende che invece secondo i test indipendenti hanno avuto dei problemi hanno proposto delle modifiche ai clienti:

  • La “Recaro”, modello Optia & Smartclick nel crash test si è staccato dalla base e ha proposto la sostituzione ai clienti;
  • la Foppapedretti, modello Teknofix: le cinture di sicurezza potrebbero causare lesioni ai bambini, ma comunque è stata confermata l’idoneità.
  • Joolz, modello Izi Go Modular da settembre non utilizza più le sostanze tossiche nei seggiolini
  • Jané modello Grand: gli attacchi Isofix si sono aperti e ha ritirato il lotto dal mercato.
  • Casualplay modello Multipolaris Fix: durante il crash test il manichino si è staccato dal seggiolino e quindi è stato espulso fuori. In questo caso l’azienda non ha risposto a Report.

E voi unimamme cosa ne pensate?

Intanto vi lasciamo con il post che parla di un video che mostra perché i rialzi dei seggiolini auto non sono sicuri. 

Valentina Colmi

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