Alfie Evans, la famiglia non si arrende: il nostro bambino non sta morendo. I genitori si oppongono all’interruzione della ventilazione decisa dall’ospedale. Un caso che tiene tutto il mondo con il fiato sospeso.
La decisione della Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo di respingere, senza nemmeno prenderlo in esame, il ricorso contro la decisione dei medici di interrompere le cure per Alfie è stato un durissimo colpo per i genitori del bambino, che non si sarebbero aspettati un esito del genere.
La Corte non ha nemmeno giudicato nel merito il loro ricorso, ma lo ha respinto ritenendo inammissibile, perché non ci sono evidenze di violazione dei diritti umani.
La stessa cosa era accaduta un mese settimana prima davanti alla Corte Suprema di Londra, ultimo grado di giudizio britannico, che aveva rigettato il ricorso dei genitori di Alfie, ritenendolo non meritevole di discussione, perché non aggiungeva altro a quanto già trattato nei due gradi di giudizio precedenti e perché non sollevava una una questione di diritto di interesse generale.
I giudici di ogni ordine e grado hanno così accolto la versione dei medici dell’ospedale Alder Hey Children di Liverpool, dove il piccolo Alfie è ricoverato da un anno. Alfie soffre di una grave condizione neurologica degenerativa, anche se non è stato possibile diagnosticare la malattia.
Secondo i medici, il bambino è come se fosse morto: la sua attività cerebrale è assente, così come lo stimolo a respirare, che è la base della vita. Il cervello del piccolo Alfie è irrimediabilmente compromesso e da questa condizione non si può tornare indietro. I medici, poi, hanno spiegato che quelle che sembrano risposte del bambino agli stimoli in realtà sono solo riflessi condizionati che possono trarre in inganno.
Per i medici dell’ospedale di Liverpool non c’è più niente da fare: le condizioni di Alfie non miglioreranno mai. Per questo il bambino va staccato dalle macchine che lo aiutano a respirare e lo nutrono. Può sembrare una scelta crudele, ma secondo i medici che lo hanno in cura è nel migliore interesse del bambino.
Quando ha saputo della decisione della Corte di Strasburgo, Tom Evans, il papà di Alfie, aveva scritto su Facebook che lui e la mamma erano “a pezzi, sconvolti e in pena” e che la decisione voleva dire che suo figlio “stava per essere ucciso“. Una prospettiva sconvolgente.
Nonostante questo dolore immenso, Tom Evans e la compagna Kate non hanno rinunciato nemmeno per un attimo ad assistere il proprio bambino, prestandogli tutte le cure, le attenzioni e l’amore di cui ha bisogno.
Tom e Kate hanno continuato a stimolare Alfie con un tocco del dito sul mento, appena sotto la bocca, e alzando le sue piccole braccia per dimostrare che non è un vegetale, ma che risponde agli stimoli e per questo motivo merita di vivere e non di essere staccato dalla macchina che lo tiene in vita.
I genitori di Alfie hanno girato dei brevi video con queste scene in cui provano a stimolare il bambino, gli parlano, lo coccolano. I video sono stati pubblicati sul gruppo Facebook l’Alfie’s Army, l’esercito di Alfie con sostenitori da tutto il mondo.
Alcuni sono recentissimi e mostrano il piccolo Alfie mentre starnuta e sbadiglia. Segno che è vivo per i genitori.
Nei video condivisi sui social e mostrati dalla stampa in tutto il mondo, si vede il bambino che sembra risponde agli stimoli e avere una sua autonomia, seppure molto piccola.
Molto toccante il messaggio di Tom Evans sul gruppo Alfie’s Army in risposta alla decisione della Corte dei diritti dell’uomo. Il papà di Alfie ha invocato aiuto per il proprio piccolo, chiedendo che non venga lasciato morire staccandogli le macchine che lo tengono in vita e che possa essere portato a casa facendogli una tracheotomia per respirare.
“Per favore, nostra Regina, Papa Francesco, per favore Angela Merkel… qualcuno salvi il nostro innocente bambino che non sta morendo. Lui guarda nei nostri occhi tutti i giorni, risponde ai nostri stimoli sempre. Alfie James Evans ti amiamo tanto, tanto tanto e faremo tutto quello che possiamo”.
Nel frattempo, in Inghilterra sono state organizzate delle manifestazioni di protesta in varie città del Paese che si terranno nella giornata di sabato 31 marzo. Le manifestazioni contestano le scelte prese dai medici che curano Alfie e vogliono scongiurare che al bambino sia staccata la spina.
Ecco le città inglesi dove si manifesterà per Alfie sabato 31 marzo, dalle ore 12:
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