Vi abbiamo raccontato altre volte testimonianze di donne che non sapevano di essere incinta e, anche se può sembrare strano, i casi di gravidanza “criptica” accadono, perché sono numerose le condizioni mediche che impediscono alle donne di avere il ciclo e quando questo salta per mesi loro non se ne preoccupano.
Una mamma lo dimostra e lo spiega molto bene, con tanto di foto.
Durante la giornata questa ragazza ha anche allenato le cheerleader per la partita di basket della scuola superiore nel centro di Cleveland.
Di seguito una foto che la rappresenta con le allieve.
La mattina dopo Ally ha informato la mamma, prima che uscisse per andare a lavoro, di non essere riuscita a dormire per il dolore e poi nella mattina ha anche aiutato il padre a spostare un divano.
Senza mangiare nulla, non aveva appetito ricorda, Ally è rimasta nella stanza fino al ritorno a casa della mamma dal lavoro. Visto che i dolori continuavano e anche con diversi antidolorifici non diminuivano, Ally e la mamma hanno deciso di fare un test di gravidanza che però è risultato negativo (Ally aveva infatti avuto una breve storia con un ragazzo circa 9 mesi prima).
Rimasta a letto, Ally ha continuato ad avere dei crampi fortissimi che andavano e venivano e che la facevano urlare tanto che il padre le ha proposto di andare in ospedale. Ally però ha inizialmente rifiutato perché convinta che in ospedale non l’avrebbero potuta aiutare e che forse era meglio dormire. Con l’arrivo di un altro forte “crampo” però si è finalmente decisa, temendo di avere qualcosa di veramente grave.
La corsa in macchina è stato assurda, essendo le contrazioni ormai molto ravvicinate, ma con i genitori è riuscita ad arrivare ad un piccolo ospedale.
Giunta al pronto soccorso Ally ricorda di non essere riusciva nemmeno a scrivere il suo nome per i dolori che la facevano urlare.
Un’infermiera l’ha aiutata ad arrivare nella stanza, dove le ha preso la pressione e le ha fatto i prelievi. Le hanno quindi messo una flebo con della morfina per aiutarla per il dolore. Ai medici, che sospettavano una gravidanza per la tipologia di dolori, nel frattempo Ally aveva detto che non era incinta e che aveva anche fatto un test di gravidanza.
Quando il medico è arrivato con i risultati delle analisi le ha comunicato che i globuli bianchi era molto alti e che sospettava un’infezione per “calcoli renali”. Il medico l’ha quindi inviata a fare un’ecografia per poi poter intervenire chirurgicamente.
Durante l’ecografia anche il tecnico le ha chiesto se era incinta ma Ally ha risposto di no. Durante l’ecografia il tecnico assumeva però espressioni facciali sempre più preoccupate tanto che Ally ha anche iniziato a pensare di avere un tumore.
Tornata nella stanza, il medico l’ha raggiunta con altre 10 persone, tra medici e infermieri, e le ha detto: “Beh, sembra che tu sia a circa 38 settimane di gravidanza e che tu abbia 10 centimetri di dilatazione. Sei in pieno travaglio e abbiamo bisogno di portarti di sopra e farti partorire ora!”.
“Sono rimasta scioccata. Non ero pronta ad avere un bambino.” ha pensato Ally iniziando a piangere e ad urlare, terrorizzata. Non aveva avuto cure prenatali, non sapeva se il bambino stava bene.
Giunta in sala parto le infermiere, cercando di calmarla, le hanno detto che il bambino stava bene e questa notizia ha avuto un effetto tranquillante: “Era la migliore notizia che avessi ricevuto tutta la notte” ha raccontato. Le hanno poi spiegato che se avesse aspettato più a lungo per venire al pronto soccorso sarebbe morta di ictus.
Sfortunatamente il bambino era podalico e la mamma aveva una forte preeclampsia, condizione che come sappiamo può essere pericolosa sia per la mamma che per il bambino, quindi era necessario praticare un cesareo d’urgenza.
Durante l’intervento Ally non è però rimasta sola: i medici hanno permesso alla madre di entrare in sala operatoria per tenerle la mano.
Solo dopo 12 ore la neomamma insieme alla famiglia ha deciso il nome: Oliver David Opfer, dove David è il nome del papà di Ally.
“E’ il regalo di Natale più incredibile che abbia mai potuto ricevere” ha commentato Ally.
A distanza di un anno questa mamma ha voluto raccontare la sua storia sui social, e da qui è divenuta virale, venendo ripresa da diversi media. Lo scopo della condivisione era, come spiegato dalla stessa Ally, quello di ringrazia chi l’ha aiutata e supportata nel primo anno di vita di Oliver.
E voi unimamme che ne pensate di questa storia raccontata su Love What Matters?
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