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Bambini

Bambini e gioco: troppi giochi possono influenzare la capacità di giocare

Published by
Valentina Colmi

Bambini e gioco: secondo una ricerca il numero dei giocattoli può influenzare la capacità di giocare. 

Una ricerca pubblicata sulla rivista Infant Behavior e Development ha voluto testare l’ipotesi che il numero di giocattoli possa determinare la capacità del gioco.  I partecipanti, 36, sotto una supervisione, hanno compiuto due sessioni di gioco libero: la prima con 4 giochi, mentre la seconda con 16. Con un numero di giochi minore i partecipanti hanno avuto meno possibilità di scelta, quindi la durata è stata più lunga e hanno giocato in molti più modi.

Questo suggerisce che quando diamo ai nostri figli meno giochi, i bambini giocano per periodi più lunghi con un singolo gioco, cosa che permette loro di esplorare di più la propria creatività. Ciò potrebbe essere visto come una raccomandazione per supportare lo sviluppo dei bambini e promuovere un gioco sano.

L’impegno nel gioco incomincia quando i bambini sono molto piccoli e apporta un beneficio nello sviluppo. Durante il gioco, i bambini interagiscono in maniera fisica e sociale, cosa che consente loro di scoprire delle nuove sfide e provare nuove competenze. Ciò rafforza lo sviluppo, la salute e lo stare bene.

Durante l’infanzia, il comportamento cognitivo fiorisce attraverso i sensi e l’esporazione motoria. Nella sua teoria cognitivo comportamentale, Plaget, diceva che i bambini acquisiscono la conoscenza esplorando e manipolando e imitando il comportamento attorno a loro. Erikson e la sua teoria psicosociale descrive l’infanzia come un periodo in cui i bambini diventano autonomi grazie a nuove capacità cognitive e competenze motorie che permettono loro di acquisire delle decisioni. Una di queste capacità che si sviluppa negli anni è l’attenzione; secondo Ruff and Rothbart (1996) il controllo dell’attenzione passa dall’essere esogeno – cioè proveniente da qualcosa di esterno – a indogeno, cioè interno attraverso lo sviluppo. Durante l’infanzia l’attenzione è dominata da uno stimolo esterno, caratterizzato dall’osservare. Nell’infanzia la scelta su cosa porre attenzione può riflettere gli interessi dei bambini, la loro curiosità e gli obbiettivi. Con delle competenze più sviluppate i bambini imparano a sviluppare un piano per interagire con gli oggetti e mantenere più alto il livello di attenzione.  Il target selezionato tuttavia è stato spronato alla distrazione: con continui stimoli, i bambini spendono più tempo nel districarsi in un’ampia scelta piuttosto che concentrarsi su un’azione precisa e il loro sforzo viene vanificato. I bambini sotto i tre anni, in particolare, sono vulnerabili alle distrazioni, in particolare con gli oggetti che sono nuovi, vicini, interessanti o con un significato personale.

I giocattoli presenti nell’esperimento rappresentano 4 categorie:

  • educativi (i giocattoli che insegnano forme, colori o a contare)
  • giochi di finzione (i giochi che suggeriscono dei temi per giocare “al facciamo finta che”)
  • azione (attivati attraverso la manipolazione o giocattoli che incoraggiano l’esplorazione come costruire, aprire, impilare),
  • veicoli (giochi che incoraggiano l’attività attraverso la spinta del giocattolo

Nella ricerca ci sono 8 giochi per ogni categoria, compresi di pile oppure no. La raccolta dei dati è avvenuta in due location: la prima era una stanza di un campus universitario, la seconda era una stanza privata in una piccola casa di campagna a due ore dall’università. La stanza privata era di una famiglia che stava ospitando uno dei ricercatori.

Bambini e gioco: l’esperimento

Un tavolo è stato collocato in mezzo alla stanza con delle sedie attorno. La stanza dei giochi aveva una piccola zona di aspetto, cone le finestre oscurate per privacy. Dalla zona di aspetto, la stanza dei giochi poteva essere vista attraverso uno specchio e ascoltata attraverso un altoparlante.

C’erano due condizioni per il gioco: con quattro giochi e con 16. Nella prima condizione, un gioco di ogni categoria è stato selezionato casualmente e non c’era più di un gioco a pile. Nella condizione con 16 giochi 4 giochi di ogni categoria sono stati selezionati, non più di 4 giochi avevano le pile e i giochi che sono stati indicati come i preferiti sono stati esclusi e rimpiazzati con un altro della stessa categoria.

Ogni partecipante e il suo genitore ha partecipato a 3 differenti sessioni individuali:

  • la prima visita è durata approssivativamente un’ora ed è consistita nella spiegazione dell’esperimento; allo stesso tempo i ricercatori hanno richiesto l’assistenza dei genitori nel caso in cui i bambini si sentissero a disagio.
  • la seconda visita è consistita nel raccogliere i dati nello stesso momento del giorno a distanza di due settimane. Ai genitori è stato permesso di rimanere durante la sessione di gioco e a ogni bambino è stato chiesto se quel giorno avessero voglia di giocare. L’assenso è stato documentato dal ricercatore.

La sessione incominciava con due minuti di aggiustamento in cui il ricercatore interagiva con il bambino in maniera amichevole. Una volta messo a suo agio, il bambino veniva messo al corrente di poter giocare con i giocattoli nella stanza ovunque preferisse. Se il bambino voleva che anche il ricercatore partecipasse al gioco, costui partecipava con una reciproca interazione, seguendo la guida del bambino. Il ricercatore dirigeva poi il bambino nel caso in cui avesse manifestato un comportamento distruttivo con alcuni giocattoli o si fosse messo nelle condizioni di farsi male. Le sessioni si sono limitate a 30 minuti; prima della fine i bimbi venivano avvertiti che il tempo stava finendo. Una volta terminato, il bambino veniva portato fuori dalla stanza dei giochi oppure chiedeva di aiutarlo a mettere a posto la stanza. Come ricompensa per aver partecipato all’esperimento, ai bambini veniva dato un album da disegno e dei pastelli da colorare e un buono da 50 dollari da spendere in vestiti.

Bambini e gioco: risultati

La qualità del gioco è stata valutata in 15 minuti. In ognuna delle due condizioni – quella da 4 giochi e quella da 16 – sono state misurate tra differenti variabili:

  • il numero di incidenti mentre si gioca (per esempio manipolando il giocattolo)
  • la seconda parte è stata la durata del gioco con il giocattolo incidentato.
  • la terza è il numero di maniere in cui i bambini hanno giocato con ogni giocattolo

I partecipanti hanno giocato per meno di 15 minuti dopo essersi sentiti a proprio agio. Per testare la tesi che un impegno nei confronti di meno giochi aumenta la qualità del gioco è stato verificato il fatto che con meno giochi a disposizione i bambini hanno manifestato una qualità maggiore nei modi di giocare. Sono stati infatti maggiori gli incidenti con i 16 giocattoli rispetto ai 4, dovuti soprattutto alla frequenza in cui si passa da giocattolo a giocattolo (questo ha anche determinato la qualità e la fine del gioco). Inoltre, anche avere tanti giocattoli è una fonte di distrazione, perché se ne abbandona uno per giocare con un altro.

Sono state osservate comunque delle limitazioni su questo studio: per esempio sono stati scelti partecipanti di una limitata zona geografica e socioeconomica e una rappresentazione etnica che dovrebbe comprendere maggiormente le bambine. Studi futuri dovrebbero ampliare il campione.

Questo studio si rivolge ai genitori, agli educatori, a chi si occupa di bambini: bisogna promuovere l’attività del gioco, utilizzando meno giocattoli possibili per ogni sessione di gioco. Con un’abbondanza di giochi, delle piccole collezioni possono essere ruotate in modo che ci sia sempre una piccola quantità di giocattoli. Potrebbe essere l’occasione per sviluppare creatività, immaginazione e competenze, tanto fuori quanto a casa.

E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con il post che parla di come troppi giocattoli e ricompense possano far crescere i bambini materialisti. 

Valentina Colmi

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