Parto in casa: una donna di 34 anni al secondo figlio ha partorito in casa grazie all’assistenza del marito guidato da un medico del 118.
Certi bambini hanno davvero fretta di nascere e non guardano in faccia niente e nessuno, come nel caso della donna che ha partorito nei corridoi dell’ospedale. Per esempio Vittoria ha voluto venire al mondo quasi un mese prima però prima di vederla sono passate 13 ore. Non è il caso di Gabriele, un bambino di tre chili, che ha deciso di conoscere mamma e papà con largo anticipo e in pochissimo tempo.
La storia arriva da Groppello Cairoli, in provincia di Pavia. Pasqualino Randoni e sua moglie Cecilia Cavalli sono in casa quando lei comincia ad avvertire le prime contrazioni. Una donna sa che è arrivato il momento e per esperienza posso dire che ci possono essere degli attimi di panico (figuriamoci poi se ci si rende conto che la propria moglie sta per partorire in casa!).
Il problema è che i dolori si sono fatti subito fortissimi ed era chiaro che il tempo di andare in ospedale non sarebbe stato sufficiente. Pasqualino ha chiamato il 118 e ha spiegato la situazione: subito è stata inviata un’ambulanza e il mezzo infermieristico da Garlasco, ma appunto era chiaro che non sarebbe arrivata in tempo: “Dopo pochi minuti l’uomo ha richiamato – spiega a La Provincia Pavese Annibale Navoni, l’infermiere che ha saputo mantenere calmo l’uomo. – Era agitatissimo, quasi non riusciva a parlare. “Sta partorendo adesso”, mi ha detto disperato, “spiegatemi cosa devo fare perché non so da che parte iniziare”.
Navoni, che è un operatore sanitario esperto, ha guidato il papà nell’aiutare la futura mamma in preda alle doglie; ha messo il telefono in viva voce e assieme a Manuela Guerci, di turno in centrale operativa, ha dato le indicazioni. “Gli dicevo di stare calmo e di mettere un cuscino sotto la schiena della moglie. Le ho spiegato di spingere quando aveva le contrazioni, e così ha fatto. Moglie e marito sono stati bravissimi. In pochi minuti la donna ha partorito. Gabriele si è messo subito a piangere, un ottimo segnale. E così ho detto al padre di avvolgerlo in una salvietta. E’ stata una esperienza bellissima durata pochi minuti”.
Navoni non è nuovo a queste esperienze: “Ho vissuto una esperienza simile alcuni anni fa a Vigevano, ma resta sempre una grande emozione – racconta. – A volte succede che i parti avvengano sulle ambulanza oppure in casa, con l’ausilio diretto del personale medico. Ma, guidati al telefono, sono rari. Sono felice per quella coppia”.
Cecilia e il bimbo stanno benissimo e verranno dimessi presto dal Policlino San Matteo dove sono stati trasportati poco dopo l’arrivo del personale di ostetricia e del 118: “Non mi aspettavo che si sarebbero rotte le acque perché la data prevista per il parto era all’inizio di maggio. È il nostro secondo figlio e sono felicissima”.
E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con il post che parla di una donna che partorisce in auto mentre sta andando in ospedale.
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