Alfie Evans: al bimbo inglese malato grave sarà staccata la spina, è stato respinto l’appello dei genitori, ultimo tentativo disperato di tenerlo in vita.
Ennesima sconfitta per Tom e Kate, i giovani genitori di Alfie Evans, il bambino inglese di 23 mesi da oltre un anno in coma a causa di una grave condizione neurologica degenerativa, tuttavia non precisamente diagnosticata. Oggi, lunedì 16 aprile 2018, è stato respinto l’ultimo disperato tentativo dei genitori del bimbo di evitare il distacco delle macchine che lo tengono in vita, deciso dall’ospedale di Liverpool Alder Hey, dove il piccolo è ricoverato dal dicembre 2016, e confermato in tutti i gradi di giudizio della giustizia inglese e anche dalla Corte dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo.
La scorsa settimana, il giudice Hayden aveva fissato la data del distacco delle macchine per venerdì 13 aprile. Il giorno era stato stabilito a seguito di un nuovo ricorso all’Alta Corte da parte dell’ospedale Alder Hey per stabilire le modalità del distacco del respiratore, poiché le autorità sanitarie non erano riuscite a trovare un accordo con la famiglia.
La sera prima del giorno in cui Alfie sarebbe dovuto morire, i genitori Tom e Kate hanno fatto un blitz in ospedale nel tentativo di portare via il figlio, con un respiratore portatile e un’ambulanza attrezzata, con altro personale medico, per trasferire il figlio all’estero. L’intenzione era quella di portare Alfie all’Ospeale Bambino Gesù di Roma, che aveva dato la disponibilità a curarlo. La polizia, però, ha fermato i genitori, mentre una folla di manifestanti si era radunata fuori dall’ospedale gridando slogan e intonando canti.
I genitori del piccolo Alfie hanno mostrato nuovi documenti che secondo l’associazione che glieli aveva forniti, il Christian Legal Centre, li autorizzavano legalmente a portare via il figlio, che legalmente non era trattenuto, sollevando l’ospedale Alder Hey da qualunque responsabilità di cura e affidando il figlio ad un nuovo team di medici di fiducia della famiglia.
Gli avvocati degli Evans hanno tentato per tutta la notte una mediazione con la famiglia e il giorno seguente il distacco del bambino dal respiratore è stato sospeso, per concedere alla famiglia una nuova udienza davanti alla Corte di Appello.
Questa volta i giudici sono stati chiamati a pronunciarsi non sulla situazione clinica di Alfie Evans, ma sulla presunta violazione dell’habeas corpus, il principio del diritto anglosassone sull’inviolabilità della persona e che tutela la libertà individuale rispetto a qualsiasi azione dello Stato. Con il ricorso l’avvocato dei genitori di Alfie puntava ad ottenere il diritto per Tom e Kate, in quanto legali rappresentanti del figlio, di revocare i medici dell’Alder Hey dalle responsabilità di cura (duty of care) nei confronti del figlio, per affidarlo ad altri medici di loro fiducia. I medici a cui si sono rivolti i genitori del bambino fanno parte di un team di specialisti giunto dalla Polonia con l’obiettivo di trasportare il piccolo Alfie in eliambulanza fino al Bambino Gesù di Roma.
La nuova udienza si è tenuta questa mattina e dopo la discussione delle parti è arrivata nel pomeriggio la decisione definitiva dei giudici Moylan, Davis e King (come riportato dalla diretta giornalistica del Liverpool Echo). L’avvocato Paul Diamond, in rappresentanza dei genitori di Alfie, ha fatto valere il dritto dei genitori, ma prima ancora del bambino, di non vedersi il figlio “sequestrato dallo Stato” e di poterlo portare dove credevano che potesse essere curato meglio, anche solo per accompagnarlo fino alla morte naturale.
La sentenza però ha respinto l’appello, accogliendo le conclusioni dell’ospedale Alder Hey e confermando le precedenti decisioni. I genitori sono rimasti senza alcuna speranza: al piccolo Alfie sarà staccata la spina dei macchinari che lo mantengono in vita, aiutandolo a respirare e provvedono alla sua nutrizione e idratazione.
L’avvocato degli Evans ha chiesto un nuovo appello alla Corte Suprema, ma i tre giudici della Corte di Appello non hanno concesso il permesso, affermando che la Corte ha già ascoltato le argomentazioni degli avvocati della famiglia Evans.
Tuttavia, questo non impedisce il ricorso della famiglia Evans, che ha deciso di rivolgersi comunque alla Corte Suprema,a cui possono chiedere direttamente il permesso di un nuovo appello. Ogni decisione finale sarà dunque sospesa fino al nuovo pronunciamento. L’avvocato Paul Diamond ha comunicato che presenterà il ricorso domani, 17 aprile.
Nel frattempo, davanti all’Alder Hey sono tornati i manifestanti, con i loro striscioni, i palloncini azzurri e viola, i colori simbolo della lotta per Alfie, e i cori scanditi a squarcia gola.
Papa Francesco è tornato a parlare del piccolo Alfie, è avvenuto domenica 15 aprile. Dopo il Regna Coeli, il Papa ha detto: “Affido alla vostra preghiera le persone, come Vincent Lambert, in Francia, il piccolo Alfie Evans, in Inghilterra, e altre in diversi Paesi, che vivono, a volte da lungo tempo, in stato di grave infermità, assistite medicalmente per i bisogni primari. Sono situazioni delicate, molto dolorose e complesse. Preghiamo perché ogni malato sia sempre rispettato nella sua dignità e curato in modo adatto alla sua condizione, con l’apporto concorde dei familiari, dei medici e degli altri operatori sanitari, con grande rispetto per la vita”.
Il Pontefice aveva già inviato un tweet di solidarietà alla famiglia del bimbo inglese: “È la mia sincera speranza che possa essere fatto tutto il necessario per continuare ad accompagnare con compassione il piccolo Alfie Evans e che la profonda sofferenza dei suoi genitori possa essere ascoltata. Prego per Alfie, per la sua famiglia e per tutte le persone coinvolte“.
Parole, che tuttavia, i giudici inglesi non hanno voluto ascoltare, almeno fino a oggi.
Che dire unimamme? C’è poco da commentare.
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