I disordini neuropsichiatrici autoimmuni sono raccolti sotto il nome di Pandas e riguardano i piccoli dai 2 ai 12 anni.
Sotto l’acronimo Pandas vengono raccolti i disordini neuropsichiatrici autoimmuni associati alle infezioni da streptococco.
Ecco alcune delle caratteristiche principali di queste manifestazioni:
Con un’infezione da streptococco si provoca la formazione di anticorpi contro il batterio, questo agiscono anche contro alcuni tessuti cerebrali.
Nelle Pandas:
Bisogna aggiungere che sebbene le Pandas siano riconosciute da tutti, non c’è l’assoluta certezza che l’infiammazione da streptococco sia la causa principale o la sola causa di questo disordine.
Gli effetti della terapia antibiotica e delle terapie immunologiche sono controversi.
Le manifestazioni chimiche sono variabili e l’altra frequenza delle infezioni da streptococco si scontra con la bassa frequenza di Pandas, inoltre non esiste un market biologico della malattia come spiegato dagli esperti dell’Ospedale Bambin Gesù.
La diagnosi delle Pandas avviene mediante:
Se i i piccoli sono già affetti da disturbi ossessivo compulsivi questi possono semplicemente peggiorare.
Si possono avere anche:
Per questo motivi si raccomanda la terapia dell’infezione con un trattamento antibiotico.
Il trattamento antibiotico è uguale a quello delle infezioni acute da streptococco e dovrebbe essere proseguito per 10 giorni.
Non ci sono però indicazioni per una terapia antibiotica a lungo termine.
Inoltre, dal momento che non ci sono abbastanza dati, non si può raccomandare la tonsillectomia con le Pandas.
Si sottolinea però che queste ultime vanno trattate anche con un appropriato trattamento neuropsichiatrico.
La condizione delle Pandas è simile a quella della Corea di Sydenham, una malattia che presenta queste caratteristiche:
Secondo uno studio esisterebbe una relazione su questa Pandas e il microbiota intestinale.
Lo studio italiano Quagliarello realizzato dal Bambin Gesù di Roma ha analizzato i trilioni di batteri presenti nell’intestino. Questi trasformano le molecole che derivano dalle sostanze nutritive producendo energia e immunità delle mucosa intestinale l’equilibrio delle popolazioni microbiotiche che agiscono da barriera nei confronti degli agenti patogeni.
Vari studi hanno dimostrato che il microbiota intestinale riveste un ruolo nell’equilibrio dei comportamenti neuropatlogici come:
Il microbiota interagisce col cervello attraverso:
Inoltre le comunità microbiotiche sono regolate dall’ambiente e dagli stili di vita, dalle carateristiche individuali.
Detto questo un microbiota sano è essenziale per la regolazione dell’asse intestino – cervello.
Ritornando alla ricerca citata questa ha preso come campioni dei bimbi tra i 4 e gli 8 anni, piccoli il cui profilo non era ancora stato cambiato dai trattamenti antibiotici legati a questi disturbi. In questi bimbi si evidenziava una marcata omogeneità del profilo del microbiota, con una maggiore presenza dei microbi marcatori, come:
Mentre invece sono diminuiti quelli associati alle vie biochimiche coinvolte nelle funzioni cerebrali:
I risultati suggeriscono che le infezioni da streptococco possono alterare le comunità batteriche intestinali con un effetto indiretto sulla ridotta produzione di metaboliti coinvolti nelle attività cerebrali.
La composizione del microbiota può quindi influenzare il comportamento.
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