Amniocentesi addio: un nuovo test che è stato messo a punto da due scienziati italiani potrebbe in futuro togliere questo esame invasivo tra quelli prenatali.
L’amniocentesi è un esame invasivo – c’è infatti un rischio di aborto dello 0,2- 0,25% dei casi – e viene utilizzato per avere conferma di eventuali anomalie cromosomiche del feto. Di qui a qualche anno probabilmente non sarà più necessaria.
Amniocentesi addio: inventata una nuova tecnica di laboratorio
Due ingegneri italiani hanno infatti inventato DEParray, uno strumento che è in grado di separare ogni cellula presente in un fluido come la saliva o il sangue, riuscendo prima a riconoscerne una per per una e poi a tenerle vive in modo che possano essere analizzate con dei mezzi più sofisticati d’indagine.
Si tratta di una tecnica rivoluzionaria che rende apparentemente semplice un processo che non lo è affatto: la tecnologia del DEParray infatti pare identificare le singole cellule, lavorando su campioni limitati in modo per esempio da riuscire a trovare la cellula cancerogena sfuggita da altri test oppure quelle responsabili di anomalie genetiche.
Si parte dal campione da analizzare, che viene depurato per valutare dalle 30 alle 50 mila cellule alla volta per riuscire a dividere per tipologia quelle che si vogliono isolare, che poi vengono messe su una cartuccia speciale. Dopodiché le cellule vengono “catturate” in singole gabbie da cui vengono estratte per analizzare il DNA.
“Con questo strumento riusciamo a isolare anche una, due cellule di interesse partendo da campioni che ne contengono miliardi – ha detto Anna Doffini, ricercatrice di Menarini Silicon Biosystem a Il Corriere della Sera–. Utilizzando i marcatori giusti possiamo riconoscerle ed estrarle con una “manipolazione gentile” che non le danneggia, rendendo perciò possibile qualsiasi tipo di analisi successiva”.
Con questa tecnica per esempio in futuro si potrà dire addio all’amniocentesi o alla villocentesi: “Oggi si eseguono test di ricerca del DNA fetale nel sangue materno che tuttavia sono validi solo come screening, in caso risultino positivi serve comunque il test invasivo di conferma – dice sempre Doffini –. “Se riusciremo a individuare e analizzare le singole cellule fetali nel sangue materno invece avremo un test diagnostico a tutti gli effetti”.
Le prime cellule sono già state isolate attraverso un progetto di ricerca con 100 mamme in tutta Italia, grazie alla Fondazione Tettamanti al San Gerardo di Monza, e 100 mamme di Singapore, uno dei più grossi servizi sanitari di Singapore. “Serviranno ancora anni per mettere a punto i protocolli clinici, ma i primi risultati sono incoraggianti” dice Doffini.
La macchina DEParray è già stata utilizzata anche in ambito forense: i RIS infatti l’hanno utilizzata per isolare delle minuscole tracce biologiche lasciate su una scena del delitto; oppure anche per isolare le cellule tumorali o linfociti che sono legati a malattie come l’artrite reumatoide o il linfoma oculare. La strada però è ancora lunga: per ogni cellula infatti bisogna trovare il marcatore più adatto per evidenziarla dal mucchio.
E voi unimamme cosa ne pensate?
Intanto vi lasciamo con il post che parla di un test del sangue che può evitare l’amniocentesi.