Il Manifesto per la scuola che verrà contiene sei suggerimenti
Daniele Novare e il team del Centro Psico Pedagogico di Piacenza hanno condiviso le loro osservazioni con alcune indicazioni sulla Scuola futura.
Hanno quindi redatto un Manifesto in 6 punti riguardante il tema metodologico, come organizzare i processi di apprendimento.
Ecco cosa dice il Manifesto della Scuola che verrà:
Novara ha individuato nella scuola pratiche inerziali, come si legge su Vita, che si protraggono senza reali motivazioni pedagogiche o intenzionalità metodologica. Ecco quali sono:
L’esperto invita ad organizzare le attività a seconda degli obiettivi, con una logica aziendalistica e produttiva, di stimolo e risposta.
Novara esalta la lezione frontale, inoltre la scuola del controllo va sostituita con quella dell’appredimento, dove vi è la centralità degli alunni e del gruppo classe, si avviamo processi di scambio e imitazione.
Il pedagogista Francesco Dell’Oro ha condannato anche l’ossessione per i voti.
“Preoccupiamoci del benessere, delle relazioni con i compagni, quando il ragazzo sta bene a scuola, lo studente arriva“ esorta.
Milena Santerini, pedagogista dell’Università Cattolica, ha specificato che la lezione serve e che è necessario esplicitare dei contenuti prima di creare autonomia di apprendimento.
Infine la psicologa Silvia Vegetti Finzi ricorda invece che il problema degli adolescenti è il fatto che gettino la spugna.
Infine Anna Oliviero Ferraris ha sottolineato che a scuola non si va solo per imparare ma anche per stare con i compagni.
“Un luogo dove si hanno buone relazioni, ci si sente accolti, un luogo significativo. Gli alunni invece spesso a scuola si sentono trattati in modo anonimo”.
Unimamme voi cosa ne pensate di queste riflessioni?
Noi vi lasciamo con un approfondimento sui bulli che aggrediscono i professori della psicologa Maura Manca.
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