L’identità di genere è una questione biologica oppure anche culturale? Alcune ricerche cercano di capire come si determina il gender.
Si tratta certamente di una questione molto dibattuta, come per esempio sulla questione dei giochi: perché alle bambine piacciono le bambole e ai bambini i camioncini?
In realtà anche la cultura gioca un ruolo importante. Per dimostrare come sia la società e la famiglia a condizionarci fin dall’infanzia, due studiose – Shannon Davis della George Mason University (Virginia) e Barbara Risman dell’Università dell’Illinois (Chicago) – hanno analizzato i dati raccolti in California sullo sviluppo dell’infanzia negli ultimi 50 anni. E’ vero che gli ormoni condizionano le differenze, ma la cultura differenzia ancora di più.
Nella ricerca si parte dal fatto che le differenze di genere a livello cerebrale sono di alto interesse sociale perché la loro presenza è pensata per dimostrare che gli umani appartengono a due distinte categorie non solo in termini di genitali, e quindi viene giustificato un trattamento differenziato di maschi e femmine. Lo studio dimostra che, sebbene ci siano differenze di genere nel cervello e nel comportamento, il cervello umano è più un “mosaico” di caratteristiche, alcune più comuni nelle femmine rispetto ai maschi, alcune più comuni nei maschi rispetto alle femmine, e alcune comuni in entrambi.
La cultura è infatti soprattutto influenzata dagli stereotipi: uno studio del 2006 su 80 bambini sui 3 e 4 anni ha dimostrato che i padri tendevano ad essere più preoccupati per il comportamento delle figlie piuttosto che dei figli, come a dire “se è femmina è diverso“. Si tratta di paure che vengono percepite e interiorizzate dai bambini anche molto piccoli e così se le porteranno dietro per la vita.
I risultati dicono chiaramente che non sono solo gli ormoni a determinare delle differenze, ma anche le esperienze compiute nell’infanzia come per esempio vestirsi in un certo modo, giocare con certi vestiti. Sono queste che condizionano molto i nostri comportamenti e ragionamenti.
E voi unimamme cosa ne pensate di queste riflessioni riportate su Focus?
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