Una mamma scrive una lettera al NYC Ballet per consentire alla figlia disabile di ballare con loro.
Natalia Armoza, come tante mamme, desidera il meglio per sua figlia Pearl, affetta da paralisi cerebrale.
La paralisi cerebrale ha effetti su movimenti, muscoli, coordinazione, tono muscolare, riflessi, funzioni motorie.
Natalia però, a dispetto di tutto ciò, vorrebbe dare a sua figlia una vita il più normale possibile. Così, un giorno, ha deciso di scrivere una lettera indirizzata al New York City Ballet, una delle più prestigiose compagnie di ballo del mondo, per dare alla figlia e ai bambini con bisogni speciali una possibilità.
“Non volevo però che Pearl fosse al centro dell’attenzione degli sguardi o dei commenti, volevo proteggerla da tutto ciò.”
Nella sua e-mail Natalia ha scritto: “significherebbe molto per mia figlia e i bambini come lei far parte di un workshop del New York City Ballet e sentirsi per un giorno, ballerine anche loro.”
“Ho pensato che il peggio che potesse accadere potesse essere la risposta che non erano interessati” ha dichiarato questa mamma.
Il New York City Ballet ha invece risposto subito dichiarando che avrebbero creato 4 workshop per la piccola Pearl.
Alla realizzazione del progetto è stato coinvolto anche lo specialista di paralisi cerebrale Joseph Dutkowsky, con il contributo di 2 celebri ballerini: Adrian Danchig-Waring e Maria Kowroski.
Pearl e altri 18 bambini con disabilità hanno potuto partecipare a lezioni create appositamente per loro.
Si è trattato di un’esperienza nuova anche per i ballerini, che all’inizio erano un po’ nervosi su come comportarsi con i piccoli.
“Non volevo trattarli in modo diverso dagli altri bimbi. Mi preoccupavo di poter diventare emotiva perché è difficile vedere qualcuno lottare” ha dichiarato la ballerina Maria Kowroski.
“Stranamente avevo avuto solo un piccolo contatto con i disabili. Penso che ci siano tanti pregiudizi che vengono filtrati attraverso la cultura, attraverso i media” ha aggiunto Waring.
I bimbi con paralisi cerebrale hanno difficoltà o non riescono proprio a muoversi senza tutori, grucce o altri strumenti.
I ballerini hanno chiesto al dottor Dutkowsky quale fosse il suo consiglio. Lui ha suggerito di lasciare che i bambini si muovessero senza i loro soliti strumenti e che sarebbe stato proprio questo a fare la differenza per i piccoli e le famiglie.
“Libertà totale, si può lasciare andare il proprio corpo. Si può essere come tutti gli altri“ ha commentato una mamma su Little Thing.
La mamma di Juliet, una bimba affetta da paralisi cerebrale da quando ne aveva 2 aggiunge: “si tratta di un’incredibile opportunità. Solo per il fatto che sia venuta e abbia danzato con qualcuno del NYC Ballet è incredibile”.
Anche per la stessa Juliet è stata una bellissima esperienza liberatoria: “lasciarsi andare e sentire il ritmo”.
L’esperienza è stata talmente coinvolgente, da entrambe le parti, che il New York City Ballet ha deciso di continuare il programma anche in futuro.
Unimamme, voi cosa ne pensate di questa straordinaria esperienza?
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