Vaccini obbligatori: migliora le copertura vaccinale, ma diverse regioni italiane sono ancora sotto la soglia. Intanto l’Unione europea vara un nuovo piano per aumentare l’immunizzazione e combattere le fake news.
Grazie all’introduzione dei vaccini obbligatori con il Decreto Lorenzin, convertito in legge a luglio del 2017, sono aumentate le coperture vaccinali in Italia. Una circostanza che si è verificata sia per i vaccini obbligatori che per quelli facoltativi. Tuttavia, ci sono ancora 10 regioni con coperture sotto la soglia di quella che è chiamata immunità di gregge o immunità di comunità e che serve a proteggere chi non può vaccinarsi (per età o motivi di salute) contro la diffusione di malattie che in alcuni casi possono essere anche mortali (come abbiamo visto per i casi di morbillo negli ultimi mesi, di cui 4 casi a Catania).
Il decreto Lorenzin ha portato le vaccinazioni obbligatorie da 4 a 10.
I dati sulle coperture vaccinali sono stati presentati nei giorni scorsi dal Ministero della Salute e arrivano in occasione della European Immunization Week, la settimana europea per l’immunizzazione, dal 23 al 29 aprile 2018, promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità Europa e dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC).
Dalla rilevazione è risultato che l’introduzione della legge sui vaccini obbligatori ha migliorato le coperture in Italia, spingendo anche quei genitori non contrari ma soltanto pigri a far vaccinare i propri figli.
Le coperture sono migliorate non solo per le vaccinazioni strettamente obbligatorie, come esavalente (poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B, pertosse) e trivalente o quadrivalente (morbillo, parotite, rosolia e varicella”), ma anche per le vaccinazioni facoltative, offerte attivamente, come quella contro il meningococco.
La maggior parte delle regioni italiane, 11 su 21 (Trento e Bolzano sono considerate due circoscrizioni separate a livello sanitario), raggiunge l’obiettivo di immunizzare almeno il 95% dei nuovi nati con il vaccino esavalente. Tuttavia, in 10 regioni non si raggiunge ancora la soglia necessaria per l’immunità di gregge, con la conseguenza di abbassare la media nazionale: la copertura per l’esavalente è al 94,5%, appena sotto la soglia necessaria. La vaccinazione con esavalente registra comunque a livello nazionale un +1,21% rispetto al 2016.
Le regioni “scettiche” nei confronti dei vaccini che contribuiscono al calo delle coperture sono il Friuli Venezia Giulia, la Sicilia (che non a caso è stata travolta dall’epidemia di morbillo) e la Provincia autonoma di Bolzano.
Cresce anche le copertura del vaccino contro il morbillo (da MPR o MPRV) che nel 2017 è aumentata del 4,42% in tutta Italia rispetto al 2016. Tuttavia, solo nel Lazio la vaccinazione contro il morbillo supera la soglia del 95%. La copertura nazionale per la prima dose di vaccino contro il morbillo arriva al 91,68% nel 2017.
Sono aumentate anche le coperture delle vaccinazioni non obbligatorie, come anti-pneumococcica (90,84% nel 2017 contro il 88,4% nel 2016) e anti-meningococcica C (83,06% nel 2017 contro 80,7% nel 2016)
Questi dati si riferiscono al 2017 (aggiornati al 31 dicembre) e riguardano i bambini nati nel 2015. Comunque, il Ministero della Salute ha rilevato in generale un miglioramento delle coperture vaccinali per tutte le fasce d’età oggetto della rilevazione. Ulteriori dati sulle coperture vaccinali sono sul sito web del Ministero.
Nel frattempo, anche l’Unione europea si è attivata per aumentare le coperture vaccinali negli Stati membri. La Commissione Ue ha appena approvato il piano per sviluppare e attuare le vaccinazioni nazionali e regionali entro il 2020, con l’obiettivo di raggiungere una copertura di almeno il 95% per il vaccino contro morbillo, e per combattere la disinformazione e le fake news sui vaccini.
L’obiettivo dell’Unione europea è quello di rafforzare la cooperazione tra i Paesi membri nella lotta alle malattie che si possono prevenire con i vaccini. Il piano prevede l’adozione di una scheda di vaccinazione digitale comune in tutta la Ue, in modo da poterla condividere più facilmente all’interno degli Stati membri.
Entro il 2020, poi, la Ue vuole introdurre le linee guida per un programma europeo comune di vaccinazione di base, con le dosi dei vaccini e le età di somministrazione che i Paesi vorrano concordare come comuni a tutti. Il piano dell’Unione europea propone inoltre l’introduzione di controlli di routine dello stato vaccinale con l’opportunità di vaccinazioni nelle diverse fasi della vita, ad esempio nelle scuole e sui posti di lavoro.
Tra le azioni previste dal piano della Commissione Ue sui vaccini c’è anche la creazione di un portale europeo di informazioni sulla sicurezza dei vaccini, entro il 2019, con l’obiettivo di combattere le disinformazioni. L’obiettivo della Commissione Ue è lavorare con tutte le parti interessate per formare una ‘coalizione per la vaccinazione’ della quale faranno parte le associazioni europee di operatori sanitari e anche quelle degli studenti.
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