Alfie Evans è morto, il dolore è condiviso in tutto il mondo. È arrivato anche il messaggio di cordoglio del Papa, mentre viene annunciata una manifestazione a Roma.
La vita del piccolo Alfie si è spenta dopo quattro giorni dal distacco del ventilatore per la respirazione meccanica. Al bambino è stato somministrato in questi giorni dell’ossigeno attraverso cannule nel naso, è stato nutrito e idratato, ma il suo destino ormai era segnato. Dopo l’ultimo tentativo di portarlo in Italia, fallito a seguito del rigetto del ricorso da parte della Corte di Appello, a Tom e Kate, i genitori del bambino, non è rimasto che chiedere di riportare Alfie a casa. A questo scopo erano cessati i conflitti e le polemiche con l’ospedale Alder Hey di Liberpool, dove il bambino è stato ricoverato per oltre un anno, ma non si è fatto in tempo.
Unanime il dolore e il cordoglio da tutto il mondo.
Il piccolo Alfie si è spento questa mattina, 28 aprile, alle 2.30, ora inglese, all’ospedale pediatrico Alder Hey di Liverpool, dove era ricoverato dal dicembre 2016, affetto da una grave condizione neurodegenerativa. A dare la notizia ufficiale sono stati i giovani genitori Kate e Tom con brevi ma strazianti messaggi, pubblicati sui social qualche ora dopo.
“Il nostro bambino ha messo le ali questa notte alle 2.30. Abbiamo il cuore spezzato. Grazie a tutti per il vostro sostegno“, ha scritto la mamma sul gruppo Facebook Alfies Army.
Papà Tom ha scritto direttamente sul suo profilo: “Il mio gladiatore ha posato lo scudo e ha messo le ali alle 2.30. Il mio cuore è assolutamente spezzato. Ti voglio bene ragazzo mio“.
Parole davanti alle quali è difficile restare indifferenti. Presto sono arrivati i messaggi di dolore e cordoglio di tutte le persone che in questi mesi hanno seguito il caso di Alfie. Le persone vicine alla famiglia, i sostenitori del gruppo Alifie’s Army, gli attivisti e anche tutti coloro che sono venuti a conoscenza del caso solo negli ultimi giorni. Il dolore e lo sgomento sono condivisi.
Nella giornata di venerdì 27 aprile non erano arrivate nuove notizie, dopo che papà Tom la sera del 26 aveva deciso di mettere da parte le polemiche con i medici dell’Alder Hey, chiedendo silenzio e rispetto ai sostenitori, nel tentativo di trattare il ritorno a casa di Alfie. Un destino crudele non ha concesso ai giovani genitori nemmeno questo.
Tra i messaggi di cordoglio e vicinanza alla famiglia è arrivato nella giornata di oggi anche quello di Papa Francesco.
“Sono profondamente toccato dalla morte del piccolo Alfie. Oggi prego specialmente per i suoi genitori, mentre Dio Padre lo accoglie nel suo tenero abbraccio“, ha scritto il Pontefice in un tweet.
Parlando in udienza ai partecipanti alla conferenza sulla medicina rigenerativa promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura, Papa Francesco ha detto: “Di fronte al problema della sofferenza umana è necessario saper creare sinergie tra persone e istituzioni, anche superando i pregiudizi, per coltivare la sollecitudine e lo sforzo di tutti in favore della persona malata“. Inevitabile il riferimento al caso di Alfie.
Sulla vicenda è intervenuta anche la presidente dell’Ospedale Bambino Gesù di Roma, Mariella Enoc, che si era strenuamente impegnata per far trasferire Alfie in Italia. La Enoc, raggiunta della tragica notizia mentre si trova in Siria per la formazione di nuovi medici siriani, ha detto di provare “un grande dolore per la morte di questo bambino, che è stato tanto amato da due giovani genitori coraggiosi, che sono contenta di aver conosciuto“. “Ogni morte è una sconfitta, specialmente di un bambino“, ha aggiunto la presidente del Bambino Gesù, sottolineando che ora “bisogna iniziare una vera riflessione internazionale e mettere insieme scienziati, famiglie e istituzioni perché non si ripetano più questi scontri e queste battaglie dettate dalla ideologia“.
Un impegno al quale stanno già lavorando i genitori di Charlie Gard, l’altro bimbo inglese con una storia analoga a quella di Alfie.
Nel frattempo, gli attivisti non si fermano e Steadfast ONLUS ha annunciato una manifestazione a Roma per il 12 maggio prossimo. “Eravamo ad un passo dalla soluzione, questione di ore, e poi Alfie avrebbe potuto essere libero. Non possiamo più stare zitti e dobbiamo alzare la nostra voce. La vita di qualsiasi essere umano non è proprietà dello Stato“, ha scritto Steadfast ONLUS sulla sua pagina Facebook, “MAI PIU’ un altro Charlie, Isaiah, Alfie.”
Negli ultimi giorni è uscita sul giornale tedesco Die Welt l’intervista al Professor Nikolaus Haas, direttore del dipartimento di Cardiologia pediatrica e terapia intensiva all’ospedale dell’Università Ludwig-Maximilian di Monaco, che dopo aver visitato Alfie nei mesi scorsi, su richiesta dei genitori, aveva criticato i metodi dell’ospedale Alder Hey e dei giudici britannici. Pur riconoscendo la condizione incurabile del piccolo Alfie, il medico tedesco aveva affermato che il bambino poteva essere portato a casa già un anno fa e aveva criticato il rifiuto dei medici e dei giudici di concedere a Tom e Kate la possibilità di trasferire il bambino in un ospedale all’estero. “Una società deve essere pronta a prendersi cura di questi bambini molto handicappati, e non decidere che i sostegni vitali siano interrotti contro la volontà dei genitori, se non c’è certezza di cosa sentano i bambini, come in questo caso“, aveva affermato il medico. Ma ormai queste considerazioni lasciano solo il tempo che trovano.
Alfie è morto e per i genitori questi sono strazianti momenti di lutto, forse è il momento di far calare un rispettoso silenzio sulla vicenda, stringendoci tutti attorno a Tom e Kate.
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