Bebè nel pancione: “parlare” al bambino è utile? Le scoperte di un recente studio scientifico.
Da sempre si dice che parlare ai bambini quando sono nel pancione di mamma faccia bene, perché si instaurerebbe un legame più profondo. Si dice anche che fargli ascoltare musica farebbe loro bene. Una musica rilassante, preferibilmente classica.
Un nuovo studio scientifico, tuttavia, mette in dubbio queste credenze, sostenendo che nell’utero il feto riesce a mala pena a sentire i rumori che provengono anche dall’esterno. Viene demolito un mito. E per la musica? In questo caso il discorso è più complesso e dipende da come viene fatta ascoltare la musica ai bebè nel pancione.
Uno studio scientifico condotto dall’Institut Marquès, presentato presso l’Istituto Karolinska e l’Università di Stoccolma, ha esaminato gli effetti della musica sui feti tra la 14a e la 39a settimana di gestazione, nell’ambito di una ricerca sull’udito del feto e sull’effetto della musica all’inizio della vita.
Per studiare la reazione dei bebè alla musica nel pancione della mamma ed essere sicuri che il bambino percepisse il suono alla massima intensità, i ricercatori hanno creato un particolare dispositivo intravaginale che trasmettesse il suono una sorta di Babypod, come è stato chiamato, che emette onde sonore fino a 54 decibel. La musica fatta ascoltare ai bebè è la Partita in la minore per flauto solo – BWV 1013 di Johann Sebastian Bach.
Facendo ascoltare Bach ai bebè nel pancione, tramite il dispositivo intravaginale, i ricercatori hanno scoperto con l’ecografia in 3D che i bambini si muovono, spostano la testa, agitano le braccia e tirano fuori la lingua. Insomma, la musica sembra piacere ai nascituri, secondo gli studiosi. L’87% di loro ha reagito con movimenti della testa, degli arti, della bocca e della lingua, movimenti che si sono fermati quando i bambini non hanno sentito più la musica.Il 50% dei bambini, invece, ha aperto molto la bocca tirando fuori tutta la lingua.
Ma la musica sarà piaciuta veramente a questi bambini, con tutte queste linguacce? Ricordiamo che si muovono molto nella pancia anche i bebè di madri fumatrici, e questo non è un bene.
Comunque i movimenti dei feti non sono stati osservati quando la mamma parla o il papà parlando al pancione, dimostrando in questo modo che i nascituri sentono a malapena i rumori e i suoni che provengono dall’esterno.
L’altro esperimento è stato quello di far ascoltare la musica ai feti per via addominale. Sulla pancia della mamma sono state posizionate delle cuffie ad un volume di 98,6 decibel. Anche in questo caso, tuttavia, come in quello di parlare al pancione, non sono stati osservati cambiamenti nei movimenti o nelle espressioni dei feti. Niente linguaccia, insomma.
Con questi risultati i ricercatori hanno “dimostrato che i feti possono sentire dalla settimana 16, quando misurano 11 centimetri, solo se il suono proviene direttamente dalla vagina. Pertano, “i feti riescono a malapena a sentire il rumore che proviene dall’esterno. Quindi, possiamo dire che il mito di parlare alla pancia delle donne incinte è storia passata”, così Marisa Lopez-Teijón, autrice principale dello studio dell’Isntitut Marquès, già premiata in passato presso l’Università di Harvard con l’Ig Nobel per la medicina nel campo dell’ostetricia per la scoperta dell’udito fetale.
Video dell’ecografia in 3D che mostra come reagisce un bebè nel pancione alla musica (in questo caso si tratta di Mozart e della Piccola serenata notturna)
Lo studio comunque è utile ai fini della stimolazione neurologica del feto. Infatti, la stimolazione sensoriale del bambino è importante e va iniziata prima possibile, quando il bimbo è ancora nella pancia della mamma. Altri studi hanno dimostrato che la stimolazione musicale favorisce l’apprendimento delle lingue.
Sicuramente serviranno altri studi più approfonditi.
Noi ci chiediamo se la musica fatta ascoltare al feto, attraverso la vagina, possa fargli bene. Al bimbo farà piacere? Perché dalle espressioni mostrate dall’ecografia ci viene qualche legittimo dubbio.
Inoltre ci lascia un po’ perplessi che il bebè nel pancione non senta affatto la voce della mamma e che parlargli non serva.
In passato, vi abbiamo citato uno studio svedese e americano che ha dimostrato che il feto alla 30° settimana è in grado di riconoscere la voce della mamma.
Un altro studio finlandese, invece, ha dimostrato che i bambini ricordano la ninna nanna che hanno ascoltato quando erano nella pancia della mamma fino a quattro mesi dopo la nascita.
Chi avrà ragione? Voi, unimmame, che ne pensate?
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