Alfie Evans: gli ultimi istanti di vita del bambino e la poesia per mamma Kate.
Tutti piangono ancora la morte del piccolo Alfie Evans, il bimbo inglese di 23 mesi ricoverato quasi un anno e mezzo a causa di una grave condizione neurologica degenerativa e al centro di un’aspra battaglia legale tra l’ospedale di Liverpool Alder Hey, intenzionato ad interrompere le cure ritenute a quel punto accanimento terapeutico, e i giovani genitori Tom e Kate, che si sono opposti con tutte le loro forze fino all’ultimo.
I genitori del piccolo Alfie avrebbero voluto portare il figlio all’Ospedale Bambino Gesù di Roma, pronto ad accogliere il bambino e i suoi genitori, portandoli in Italia a proprie spese. Gli stessi medici del Bambino Gesù avevano riconosciuto che Alfie era incurabile, ma avevano offerto un percorso e un’assistenza diversa al bambino e alla sua famiglia rispetto a quelli praticamente imposti dall’ospedale di Liverpool. Una sensibilità differente, forse un ascolto maggiore e un accompagnamento di Alfie nel suo percorso inevitabile, che tuttavia i medici inglesi avevano ritenuto inutile e contrario al suo miglior interesse. Una valutazione che i giudici britannici hanno accolto in tutto i gradi di giudizio, mentre la Corte europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo non ha voluto giudicare il caso, dichiarando i ricorsi degli Evans inammissibili.
La vicenda di Alfie ha scosso le coscienze e infiammato gli animi, con proteste accese e a volte toni sopra le righe. Comunque comprensibili, vista la drammaticità della vicenda, che ha coinvolto un bambino così piccolo. Una volta asciugate le lacrime ed elaborato il lutto, l’impegno sarà quello di evitare che casi simili si ripetano in futuro, scongiurando scontri tanto accessi, che non fanno bene a nessuno, tra famiglie di bambini gravemente malati e medici curanti. Un impegno già preso da alcuni politici e soprattutto dai genitori di Charlie Gard, l’altro bambino inglese malato grave a cui venne staccata la spina lo scorso anno.
Nel frattempo sono uscite le indiscrezioni sugli ultimi istanti di vita di Alfie e una poesia dedicata a mamma Kate che non potrà non farvi piangere.
I membri della famiglia Evans hanno rivelato ai giornali inglesi che negli ultimi istanti di vita di Alfie il padre ha cercato disperatamente di dargli aria con la respirazione bocca a bocca, come aveva fatto già nei giorni scorsi. Dieci minuti di tentativi disperati di rianimazione del figlioletto che stava morendo. Uno strazio inimmaginabile. Per tutta la notte finché Alfie non è morto alle 2.30 del mattino del 28 aprile, mamma Kate e papà Tom sono stati sul letto accanto al bambino. I familiari degli Evans pensavano fosse una notte come le precedenti, in cui Alfie era riuscito a superare le crisi, ma quella delle prime ore di sabato è stata l’ultima notte per il bambino, che, come ha scritto il padre in un toccante messaggio “ha posato lo scudo di gladiatore”.
Dopo che Alfie ha smesso di respirare per sempre, i genitori gli hanno dormito accanto per ore. Probabilmente stremati da giorni di lotte e notti insonni.
Nelle giornate di sabato e domenica si sono tenute diverse manifestazioni di cordoglio da parte dei sostenitori della famiglia Evans e degli appartenenti al gruppo di Facebook Alfies Army, che hanno lanciato in cielo palloncini azzurri e viola, i colori simbolo della campagna per Alfie.
I palloncini azzurri e viola lanciati in cielo per Alfie
I palloncini viola e azzurri sono stati fatti volare davanti all’ospedale Alder Hey e alcuni manifestanti hanno affermato di aver visto il viso di Alfie, disegnato dalle nuvole, tra i palloncini. Le foto sono state pubblicate sui social e sui media inglesi
Il momento più toccante di questi giorni, tuttavia, è stato quando mamma Kate ha pubblicato su Facebook una poesia di Anorahs Grant, uno dei sostenitori del bambino, scritta come se fosse Alfie a parlare in prima persona.
“Mamma non piangere,
perché devo dormire ora.
Sarò sempre accanto a te,
ad asciugare le tue lacrime.
Papà, sii forte ora,
è tempo per me di riposare.
Tutti e tre insieme, papà
abbiamo lottato, abbiamo fatto del nostro meglio.
Tu hai portato la mia lotta davanti a tutti.
I tribunali, la regina, il Papa.
Mentre vi prendevate cura del vostro bambino
non avete mai smesso di sperare.
Ora il dolore è pesante
perché è arrivato il momento di separarci.
Anche se non mi terrete più nelle vostre braccia
io vivrò nei vostri cuori.
Perché il buon Dio mi ha chiamato
per sedere al suo fianco.
Veglierò su entrambi
con orgoglio infinito.
Un ultimo messaggio al mio esercito,
Per favore tenetevi stretti i vostri cari,
perché il tempo di nessuno è scontato
Ora devo dire buonanotte”
Che dire unimamme, parole che non hanno bisogno di commenti.
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