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Allattamento

Allattamento in pubblico: mamma cacciata dall’università

Published by
Valentina Colmi

Allattamento in pubblico: giovane mamma cacciata dall’università perché allatta suo figlio di pochi mesi. 

L’allattamento in pubblico in teoria dovrebbe essere tutelato da una direttiva ministeriale. In teoria, appunto, perché nella realtà anche un gesto così naturale, fortemente caldeggiato anche dall’OMS, non viene ancora vissuto come tale.

Vi avevamo già raccontato della mamma cacciata da una mostra perché allattava suo figlio con la scusa che nei locali non si potevano introdurre “cibi e bevande”. Un episodio simile è accaduto in questi giorni a Parma ed è stato uno dei protagonisti a raccontarlo proprio alla Gazzetta della città. 

Allattamento in pubblico: mamma cacciata via

Olha Zdyrko,  è una giovane mamma di un bimbo di 2 mesi e compagna di Simon Younes, medico di origine libica ora in Italia per la specializzazione in pediatria. E’ proprio Simon attraverso una lettera al giornale a raccontare i fatti: “Martedì 17 aprile verso le 12 e 40 sono uscito dall’aula di studio della biblioteca umanistica dei Paolotti e ho incontrato la mia compagna e il nostro figlio di due mesi sotto il porticato che si trova sul lato di via D’Azeglio. In quel momento la mia compagna si è trovata nelle condizioni di dover allattare il pargolo, per cui si è seduta, si è coperta con la sciarpa e l’ha attaccato al seno per saziarlo. Nulla di strano e nulla di più naturale. Neanche cinque minuti dopo è uscita una guardia giurata dal suo ufficio che, senza nemmeno salutarci, ci ha invitati a spostarci dicendo che non era una zona per l’allattamento dei neonati e che dovevamo considerare la sensibilità degli studenti, precisando che un’area universitaria non era adatta a queste scene“.

I due genitori si sono rifiutati sostenendo che non c’era nessuna scena: il bambino era infatti coperto da una sciarpa e aveva bisogno di mangiare. Lo scambio di battute poi si è fatto piuttosto animato, ma alla fine – quando il bambino ha finito la poppata – i due se ne sono andati.

Se la guardia non desiderava vedere quella scena poteva invitarci nel suo ufficio ad allattare per garantire il rispetto della mia compagna e l’intimità del momento. Sorprende inoltre che nel 2018 ci si scandalizzi per l’allattamento di un neonato al seno in pubblico”.

I due genitori dichiarano che continueranno a frequentare gli stessi spazi e che non hanno intenzione di modificare le proprie abitudini.

Il pediatra Alessandro Volta, responsabile della Struttura dipartimentale Pediatria di Comunità dell’ospedale di Montecchio ha detto proprio alla Gazzetta: “Sono stanco di questa stupidità e violenza assieme. Esiste un posto giusto per allattare? Di quale sensibilità stiamo parlando? Agli studenti universitari può far male vedere un bambino che succhia il latte di sua mamma? Se la scena crea turbamento invece di luoghi deputati per l’allattamento abbiamo bisogno di un esercito di psicologi e di psichiatri”. E invita le madri a fare un flash mob per sensibilizzare sull’accaduto.

La parte tirata in causa, ovvero l’Università, attraverso una nota ufficiale ha fatto sapere che si stanno facendo le opportune verifiche: “Si ribadisce il principio secondo il quale l’allattamento al seno è il principale determinante di salute nei primi anni di vita: è doveroso da parte di ognuno, istituzioni in primis, promuoverlo e favorirlo, garantendo il diritto delle mamme di allattare liberamente.
Per questo il Comitato Unico di Garanzia (CUG) dell’Ateneo, con il pieno appoggio del Rettore Paolo Andrei, ha strutturato nei mesi scorsi un progetto per la creazione di 3 spazi all’interno dell’Università dove le studentesse, le dipendenti, ma anche le private cittadine che ne abbiano necessità, potranno allattare e accudire i propri bambini.
Con l’occasione, porgiamo le nostre scuse al papà e alla mamma che sono rimasti vittime di questo spiacevole episodio“.

E voi unimamme cosa ne pensate? Intanto vi lasciamo con il post che parla di Papa Francesco che sostiene le mamme nell’allattamento al seno in pubblico. 

Valentina Colmi

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