Coppetta mestruale: usarla al posto degli assorbenti esterni o interni non sarebbe poi così sicuro. A dirlo una ricerca.
Negli ultimi anni si sta assistendo ad una proliferazione dell’uso delle coppette mestruali al posto dei classici assorbenti, sia interni sia esterni. Si tratta di “strumenti” simili appunto ad una coppa che vanno inseriti in vagina e che raccolgono il sangue mestruale.
Per coloro che lo utilizzano si tratta di una notevole differenza: se durante i giorni del ciclo infatti si deve stare attente a cosa indossare, al fatto di non sporcarsi o ai cattivi odori, con la coppetta mestruale si dimentica tutto questo, oltre al fatto che c’è un notevole risparmio visto che dura dai 5 ai 10 anni.
Spesso uno degli argomenti utilizzati è che la coppetta mestruale sia più sicura degli assorbenti, soprattutto quelli interni, visto che il sangue non viene appunto assorbito ma raccolto (e questo fa sì che la coppetta debba essere svuotata, lavata e poi inserita nuovamente). E’ composta da materiale come silicone anallergico, silicone platinico ed elastomero termoplastico (TPE) in teoria assolutamente sicuri per la salute femminile.
Eppure una nuova ricerca condotta dal professor Gérard Lina, della facoltà di medicina di Lione, infatti la coppetta mestruale non sarebbe poi così esente da pericoli: il rischio di sindrome da choc anafilattico è infatti probabile.
I ricercatori hanno infatti analizzato 11 tipi di tamponi e 4 tipi di coppette mestruali per vedere la crescita dello Staphylococcus aureus e della tossina da shock tossico 1 (TSST-1). I risultati sono stati davvero incredibili: sono state proprio le coppette ad aver sviluppato maggiormente sia lo stafilococco sia la tossina. “I nostri risultati provano che è inoltre la struttura del tampone e la densità delle fibre ad essere parte in causa: quando la struttura dei tamponi è alterata, lo stafilococco si moltiplica più rapidamente e produce più tossina. La durata d’utilizzo è anch’essa implicata” dice il Professor Lina.
La Sindrome da shock tossico – o SCT – è estremamente rara ma molto grave. I sintomi possono essere febbre alta, vomito, diarrea, vertigini e sfoghi cutanei.
Il fatto di non cambiare spesso la coppetta può dare origine a questa malattia: “Abbiamo constatato che un biofilm di batteri rimane presente sulla coppa dopo l’utilizzo; non è quindi sufficiente lavare la coppetta con l’acqua, ma è preferibile sterilizzarla con dell’acqua bollente tra un utilizzo e l’altra: perciò è meglio avere due o tre coppette a disposizione”.
E voi unimamme lo sapevate? Ne avete mai fatto uso? Intanto vi lasciamo con il post che parla di una mamma ridotta in fin di vita a causa della spirale contraccettiva.
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