Bambino salva la mamma dalle botte del padre. Il piccolo di soli 8 anni ha chiamato il 112.
Una storia che fa stringere il cuore: un bambino di soli 8 anni ha salvato la mamma dalle violenze del padre chiamando il 112. È accaduto nei giorni scorsi in provincia di Milano.
Prima a cercato di frapporsi tra i genitori, per impedire che il papà picchiasse, com’era d’abitudine, la mamma, poi non potendo fermare le violenze ha chiamato il 112. È la storia drammatica e toccante di un bimbo di soli 8 anni, un piccolo eroe che a causa del contesto familiare è dovuto crescere prima del tempo.
Commuove, ma allo stesso tempo indigna che sia un bambino di 8 anni a salvare la madre dalle botte del padre. Una storia fatta di violenze ripetute nel tempo, alle quali la donna evidentemente non è stata in grado di sottrarsi, ma alle quali ha posto la parola fine il figlio, che con straordinaria lucidità e coraggio ha chiamato le forze dell’ordine.
Il fatto è accaduto a Rho, in provincia di Milano, e quella che era una storia di violenza domestica come purtroppo ce ne sono fin troppe, destinata ad occupare le cronache locali è finita invece alla ribalta nazionale per via del gesto del bambino.
La sera di giovedì 26 aprile il padre del bambino aveva iniziato a picchiare la madre, come accadeva d’abitudine. Il piccolo, evidentemente stanco delle violenze, ha provato prima a frapporsi tra mamma e papà, ma inutilmente.
Il bambino, però, non si è perso d’animo e con un coraggio e uno spirito di intraprendenza fuori dal comune è andato in un’altra stanza e ha chiamato il 112, quello che era il numero dei carabinieri e oggi è il numero unico di emergenza. Quando l’operatore ha risposto alla chiamata dall’altro capo del telefono si sentivano le grida della donna provenire e il pianto di bambini. Il figlio della coppia non aveva detto nulla al telefono, ma aveva fatto in modo che si potessero sentire le violenze che si stavano compiendo in casa.
Ad un certo punto la telefonata si è interrotta, così l’operatore ha richiamato il numero. Questa volta dall’altro capo del telefono c’era il padre del bambino e marito della donna picchiata. L’uomo, in evidente imbarazzo, si è scusato sostenendo che il figlio avesse chiamato il 112 per errore, ma l’operatore non gli ha creduto. La chiamata è stata localizzata e sul posto è stata inviata una pattuglia dal commissariato di Rho-Pero.
Prima che la polizia arrivasse a casa della coppia, l’operatore ha richiamato il numero e questa volta ha risposto la madre del bambino, impaurita e con la voce tremante. La donna in un primo momento ha negato di aver bisogno di aiuto, poi ha accettato, senza farsi capire dal marito, rispondendo con un grazie alla domanda se avesse bisogno di aiuto.
Gli agenti di polizia, raggiunta la casa dalla quale era partita la telefonata del bambino, hanno bloccato l’uomo violento, un italiano di 40 anni, di professione guardia giurata, e hanno prestato soccorso alla moglie, una donna italiana di 35 anni, che lamentava dolori alla gamba e al volto e ha trovato il coraggio di raccontare ai poliziotti cosa era successo. In casa c’era anche il bambino coraggioso di 8 anni e il fratellino di 4.
Il marito e padre violento è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia aggravati dalla presenza di due minori. L’uomo è stato portato nel carcere di San Vittore e gli sono stati sequestrati pistola e munizioni che deteneva per il lavoro di guardia giurata.
I maltrattamenti e le violenze andavano avanti da anni, ma la moglie non aveva mai trovato il coraggio di denunciare per paura della reazione del marito e per timore che potesse perdere il lavoro.
La sera in cui il figlio di 8 anni ha chiamato il 112, la donna era stata aggredita dal marito a calci a pugni ed era stata ferita con una forchetta, semplicemente per aver detto all’uomo di aspettare 10 minuti prima di cena. L’aggressione avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori. L’incubo è finito grazie all’intervento del bambino.
Una iniziativa che il piccolo ha preso da solo, ma che mette in evidenza l’importanza di insegnare ai bambini, fin da piccoli, come comportarsi in caso di pericolo e, in particolare, educarli alla non violenza e a risolvere in modo pacifico i conflitti in famiglia.
Ci si chiede, tuttavia, come mai molte donne abbiano paura ed evitino di denunciare i mariti violenti, con il rischio di arrivare ad esiti tragici, come purtroppo le cronache ci riferiscono quasi quotidianamente. Forse la rete di protezione delle donne che denunciano le violenze domestiche non è sufficiente, così come le campagne di sensibilizzazione per incoraggiare le vittime alla denuncia.
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