Sono in tante le mamme che ci chiedono cosa si “nasconde” dietro i disegni e,
ancor prima, gli scarabocchi dei nostri figli. Abbiamo quindi chiesto ad un’esperta, Marta Falaguasta, che da anni si occupa di bambini.
La dott.ssa Falaguasta, con anni di esperienza in centri di prevenzione, diagnosi e cura dei disturbi dello sviluppo psico-affettivo e comportamentale del bambino e dell’adolescente e nel sostegno alla genitorialità, ci ha spiegato che il disegno è un linguaggio non verbale che i bambini usano spontaneamente per comunicare con il mondo degli adulti. E’ quindi qualcosa che fanno volentieri se gli adulti mettono loro a disposizione il materiale necessario.
Avere a disposizione un foglio e dei colori rappresenta per loro una grande occasione per mettersi alla prova e cominciare a lasciare una loro traccia personale. Approcciarsi al foglio bianco, prendere una matita in mano e dare libero sfogo all’immaginazione
provoca in loro una forte emozione, ci spiega la psicologa.
Con i bambini molto piccoli inoltre è una valida forma di comunicazione. Attraverso l’attività grafica i bambini infatti rappresentano la parte più intima ed inconscia del loro mondo: quello dei sentimenti e dell’emotività, riproducendo sul foglio ciò che vivono dentro e che non riescono ad esternare come vorrebbero, come le loro paure, le loro gioie oppure i cambiamenti, le difficoltà, i conflitti che affrontano come la gelosia di un fratellino, la paura dei mostri, la paura degli animali o il timore di essere rapiti.
La dottoressa Falaguasta spiega che è possibile paragonare il disegno dei bambini ai sogni degli adulti: come il sogno rappresenta una fase di rielaborazione dei ricordi, di codificazione delle idee, di ristrutturazione “inconscia” degli avvenimenti vissuti, così il disegno libera ai bambini da forme di inibizione e permette loro di “raccontare” i loro vissuti emotivi.
La prima forma di grafismo, lo scarabocchio, è una fase fisiologica per la conquista grafica che rispecchia la situazione emotiva che il bambino sta vivendo, ci spiega la dottoressa. Scarabocchiare per i bambini è molto importante perché amano mostrare i propri scarabocchi o disegni come espressione e comunicazione di se stessi. E’ quindi fondamentale che i genitori mostrino interesse e curiosità di fronte ai disegni dei propri figli, anche quando non sono sono comprensibili, perché così facendo si facilita e si rende efficace la comunicazione.
Una delle domande più comuni è sapere se da un disegno può emergere un problema. Si, risponde la psicologa, ma non bisogna mai preoccuparsi per un solo disegno, ma solo in caso di più disegni, e in ogni caso è consigliabile ricorrere al parere di un esperto.
Importante è stare vicini ai bambini quando disegnano e informarsi anche con gli insegnanti, cercando di osservare anche i disegni fatti al di fuori dell’ambito familiare.
Per gli addetti ai lavori il disegno infantile è sicuramente un prezioso strumento per comprendere i sentimenti e i vissuti di un bambino.
Facciamo degli esempi per capire meglio.
Perché i bambini raffigurano le figure umane con dimensioni assolutamente non proporzionate?
La dottoressa Falaguasta ci spiega che i bambini in età prescolare generalmente raffigurano la realtà non per quella che è, ma piuttosto per come la vivono o anche per come la vorrebbero. Quindi le dimensioni dei soggetti raffigurati sono indicatori della visione che il bambino ha del rapporto con se stesso e con gli altri. Occorre tenere presente, come genitori, che il bambino non copia la realtà ma la rappresenta, riportando quello che per lui o per lei ha più significato.
Nel disegno della famiglia per esempio l’eliminazione di alcuni membri, il minore o il maggior peso dato a qualche parte del corpo, l’esasperazione o l’abolizione di alcuni elementi della raffigurazione sono segnali e sintomi che anche il genitore può arrivare intanto a percepire e poi, con un minimo di esperienza, anche a provare ad “interpretare” non dimenticando di considerare sempre il contesto e gli avvenimenti che lo hanno preceduto. Disegnare la propria famiglia con i personaggi in fila generalmente è sintomo di buona organicità e di un buon senso di appartenenza al nucleo famigliare. Infatti, spesso quando un bambino si sente completamente isolato dagli altri componenti, li separa in vario modo collocandoli in posizioni lontani o addirittura in ambienti diversi.
La cura dei dettagli nel disegno (più frequente nelle bambine) generalmente denota un certo investimento emotivo rispetto ai personaggi rappresentati. Più i personaggi sono curati, più denotano un rapporto positivo tra il bambino e i membri della famiglia.
“Raffigurare dei momenti insieme ad un genitore (tendenzialmente il genitore scelto per il disegno è anche il più amato) rimanda sicuramente ad un rapporto armonico con quest’ultimo e inoltre aggiungere delle frasi intessute di amore non fa che mettere ancora più in risalto questa felice unione”: spiega la dottoressa.
Attraverso l’autoritratto invece il bambino riproduce piuttosto fedelmente la percezione che ha di sé ed il livello di adattamento all’ambiente.
Dal disegno possono emergere molte indicazioni sulla maturazione intellettiva e sul mondo affettivo del bambino.
La psicologa aggiunge, comunque, che per analizzare un disegno infantile non si può prescindere da alcune variabili importanti variabili, quali: l’età, lo stato sociale e in generale la storia individuale di ogni bambino. Qualsiasi disegno, da quello libero a quello guidato, è quindi un messaggio che il bambino lascia di sé: l’osservazione e poi l’eventuale confronto del genitore con un esperto rappresenta una ulteriore possibilità di conoscere meglio il proprio figlio.
“Il disegno infantile può essere considerato una sorta di radiografia del mondo interno del bambino in cui ricercare eventuali conflitti, malesseri o difese così come pure le sue risorse” conclude l’esperta.
Unimamme, e voi eravate al corrente dell’importanza dei disegni dei bambini e del loro significato?
Nell’attesa di affrontare altri argomenti utili relativi ai nostri figli con la dottoressa Falaguasta, vi invitiamo anche a seguirla sul suo sito Psichebimbi.
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